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Cina Internazionale dà notizia stamane che Londra è diventata il centro
finanziario mondiale del renmimbi, la moneta cinese. E’ un percorso che
è iniziato alla metà dello scorso anno.
Attualmente gli scambi giornalieri del renmimbi superano i 70 miliardi di dollari e alla fine dello scorso anno ha superato il valore degli scambi tra sterlina ed euro. Ciò fa la City londinese il più grande centro commerciale offshore della valuta cinese, ad esclusione della Cina. Secondo i dati SWIT, il 36% degli scambi mondiali in renmimbi ha avuto come base Londra, contro il 6% di Parigi e Singapore.
Nell’interscambio commerciale Gran Bretagna-Cina il renmimbi è stato utilizzato per il 20% del totale degli scambi e attualmente supera la cifra di 250 miliardi di yuan.
George Osborne, ex ministro del Tesoro britannico, aveva previsto che la guida londinese nel mercato offshore del renmimbi avrebbe portato miliardi di sterline nelle casse britanniche, e ciò è puntualmente accaduto. Londra dunque è la sede hub dell’internazionalizzazione della divisa cinese che, secondo i regolatori, con la forza delle sua economia e con le immense riserve valutarie porterà ad un processo di diffusione del renmimbi a più larga scala.
In aggiunta a ciò, la City londinese sarebbe l’hub della valuta cinese nel processo di riforma ed apertura dell’economia cinese e hub finanziario-monetario della Via della Seta. Il ruolo i Londra come hub finanziario mondiale dell’economia cinese era stato peraltro previsto dal grande e compianto Gianfranco Bellini nel suo capolavoro La bolla del dollaro.
E dopo Londra, New York: stanotte la Reuters ha pubblicato un’esclusiva in cui si afferma che sarebbe stato raggiunto un accordo Usa-Cina su un memorandum d’intesa, i cui termini verranno affrontati successivamente. Qui interessa sapere che tra i 6 punti d’accordo vi è la liberalizzazione cinese dei servizi finanziari con banche e istituzioni finanziarie americane, che avranno campo libero in Cina.
Come avevamo previsto, Londra e New York diventano hub finanziari del processo di riforma e apertura cinese, e ciò inciderà sugli equilibri globali poiché nella competizione mondiale vincerà chi gestirà il risparmio cinese. Guai a dare per morta Londra con la Brexit, come sembrano fare Bruxelles e Francoforte. Stanno affilando le armi e bisogna ricordare che loro hanno il Commonwelth. Londra e New York gestiranno il risparmio cinese.
A questo punto bisognerà capire che spazio di manovra avrà la Cina nel mondo, soprattutto lungo la via della seta. A loro la finanza, alla Cina la produzione?
Attualmente gli scambi giornalieri del renmimbi superano i 70 miliardi di dollari e alla fine dello scorso anno ha superato il valore degli scambi tra sterlina ed euro. Ciò fa la City londinese il più grande centro commerciale offshore della valuta cinese, ad esclusione della Cina. Secondo i dati SWIT, il 36% degli scambi mondiali in renmimbi ha avuto come base Londra, contro il 6% di Parigi e Singapore.
Nell’interscambio commerciale Gran Bretagna-Cina il renmimbi è stato utilizzato per il 20% del totale degli scambi e attualmente supera la cifra di 250 miliardi di yuan.
George Osborne, ex ministro del Tesoro britannico, aveva previsto che la guida londinese nel mercato offshore del renmimbi avrebbe portato miliardi di sterline nelle casse britanniche, e ciò è puntualmente accaduto. Londra dunque è la sede hub dell’internazionalizzazione della divisa cinese che, secondo i regolatori, con la forza delle sua economia e con le immense riserve valutarie porterà ad un processo di diffusione del renmimbi a più larga scala.
In aggiunta a ciò, la City londinese sarebbe l’hub della valuta cinese nel processo di riforma ed apertura dell’economia cinese e hub finanziario-monetario della Via della Seta. Il ruolo i Londra come hub finanziario mondiale dell’economia cinese era stato peraltro previsto dal grande e compianto Gianfranco Bellini nel suo capolavoro La bolla del dollaro.
E dopo Londra, New York: stanotte la Reuters ha pubblicato un’esclusiva in cui si afferma che sarebbe stato raggiunto un accordo Usa-Cina su un memorandum d’intesa, i cui termini verranno affrontati successivamente. Qui interessa sapere che tra i 6 punti d’accordo vi è la liberalizzazione cinese dei servizi finanziari con banche e istituzioni finanziarie americane, che avranno campo libero in Cina.
Come avevamo previsto, Londra e New York diventano hub finanziari del processo di riforma e apertura cinese, e ciò inciderà sugli equilibri globali poiché nella competizione mondiale vincerà chi gestirà il risparmio cinese. Guai a dare per morta Londra con la Brexit, come sembrano fare Bruxelles e Francoforte. Stanno affilando le armi e bisogna ricordare che loro hanno il Commonwelth. Londra e New York gestiranno il risparmio cinese.
A questo punto bisognerà capire che spazio di manovra avrà la Cina nel mondo, soprattutto lungo la via della seta. A loro la finanza, alla Cina la produzione?
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