venerdì 22 febbraio 2019

La legge sul reddito è sempre più lavoro forzato razzista

Mentre ancora PD e Confindustria polemizzano con i troppi aiuti ai fannulloni che darebbe il reddito di cittadinanza, e con il suo livello “troppo alto” rispetto alle paghe di fame per chi lavora, che evidentemente a loro vanno bene.
Mentre tutto il palazzo politico ed economico condanna un reddito ritenuto “troppo generoso”, Salvini e Di Maio vanno incontro a queste critiche e vanno pure oltre.
Con gli ultimi emendamenti voluti dalla Lega, il reddito accentua la sua caratteristica di reclutamento al lavoro forzato e diventa chiaramente razzista.
Le ore di lavoro obbligatorio raddoppiano, da 8 a 16 settimanali, la Lega modera il suo schiavismo che ne pretendeva 36. Sono circa 70 ore di lavoro mensili per i comuni, che a questo punto potranno seriamente pensare di usare queste persone, per essi LAVORATORI GRATIS, per servizi che prima erano affidati a lavoratori retribuiti, a volte persino con regolari contratti.

Alle 70 ore di lavoro obbligatorio alle dipendenze dei comuni chi usufruirà del reddito dovrà aggiungere le ore, altrettanto obbligatorie, di partecipazione alle attività dei centri di formazione ed impiego. Stimando in circa 30 ore mensili questo impegno, chi avrà il reddito dovrà LAVORARE – perché questo è LAVORO – per 100 ore al mese.
“Ma riceverà il reddito in cambio…”, diranno i nemici dei fannulloni! Bene: secondo le stime dello stesso governo, il valore medio mensile del reddito elargito per persona sarà di 390 euro. Quindi chi lo percepirà avrà una retribuzione oraria di fatto pari a 3,90 euro. E naturalmente dovrà accollarsi tutte le spese di trasporto, mensa, servizi vari, nessuno dei quali è previsto per i percettori di reddito che lavorano. È schiavismo di Stato. Al quale si aggiunge il caporalato di Stato, visto che è stato confermato l’obbligo di emigrazione, fino a oltre 1000 chilometri, per lavorare, pena la perdita del sussidio.
A questa legge di ferocia ottocentesca manca solo la prigione per i poveri, ma c’è anche questa, mascherata da norme contro “i furbi”.
Infine, il reddito diventa ora un provvedimento chiaramente discriminatorio e razzista perché, ancora una volta accogliendo un emendamento della Lega, il reddito viene assegnato come la mensa per bambini nelle scuole di Lodi. Chi non ha la cittadinanza italiana, pur essendo residente ed in regola con ogni legge italiana, dovrà presentare i certificati di reddito del suo paese. Un vergognoso e incostituzionale “Comma 22”, che dimostra solo l’ideologia razzista e persecutoria verso i migranti non solo di Salvini, ma di tutto il governo, compresi i poltronisti cinquestelle di Di Maio ed i tecnici legati a Mattarella.
Così, dopo essere stato il solo grande paese europeo a non a aver nessun reddito per i disoccupati, ora l’Italia introduce il provvedimento più schiavista e razzista possibile, peggiore anche del WORKFARE in vigore in Gran Bretagna, la cui crudeltà burocratica e poliziesca abbiamo visto denunciata nei film di Ken Loach.
Nel nome del ritorno dello stato sociale si fa una legge che contribuirà a distruggerlo, nel nome della solidarietà si varano misure schiaviste contro i poveri, nel nome dell’aiuto si violano i più elementari principi dell’umanità.

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