lunedì 22 novembre 2010

SAVIANO NON SI ERA PROPRIO SBAGLIATO...

Secondo il Viminale, il Nord è la zona d'Italia nella quale si registra la maggiore infiltrazione mafiosa nel sistema economico, ed è la parte del Paese nella quale c'è il maggior vuoto di organico delle forze di polizia impegnate "nel controllo del territorio": mancano circa 7.000 unità fra polizia carabinieri e guardia di finanza a fronte di un deficit di 4500 unità al Centro e di 3700 al Sud. Questi dati riservati del ministero dell'Interno sono oggi una ulteriore conferma di quanto denunciato nei giorni scorsi dallo scrittore Roberto Saviano secondo il quale "non c'è nessuna strategia per contrastare il dilagare dell'imprenditoria mafiosa che investe i suoi capitali soprattutto al Nord". Ecco la mappa dell'infiltrazione mafiosa nel tessuto finanziario imprenditoriale italiano che emerge incrociando i dati dei reati di riciclaggio di denaro sporco con la carenza di organico delle forze dell'ordine dedicate all'attività di contrasto alla criminalità.
Nella classifica delle Regioni, è la Campania al primo posto per riciclaggio (850 indagini negli ultimi 5 anni). Ma è la Lombardia, seconda con 800 reati, ad avere il record negativo del maggior vuoto di organico delle forze dell'ordine. Nella Regione del ministro dell'Interno Roberto Maroni mancano infatti complessivamente 2100 addetti alla sicurezza, in particolare 900 finanzieri che sono i militari
Al terzo posto per numero di reati di riciclaggio c'è il Lazio (740) Regione che ha la maggior carenza di poliziotti e carabinieri (2000),
L'altra regione con maggior carenza di organico di agenti è il Piemonte dove ci sono stati in 5 anni 300 episodi di riciclaggio: qui mancano 1500 fra polizia e carabinieri, e 480 finanzieri. In Liguria dove nell'ultimo quinquennio il riciclaggio è stato individuato 460 volte, le "fiamme gialle" che mancano all'appello sono 320, 700 gli agenti e i militari dell'Arma. Difficile la situazione anche nel Veneto leghista dove i reati di riciclaggio negli ultimi 5 anni sono stati 220, il vuoto di organico delle forze dell'ordine ammonta a 750 poliziotti e carabinieri, e 460 finanzieri.
Con questi dati si può dire che al Nord è concentrato quasi il 50 per cento della carenza di organico delle forze di polizia dell'Italia.. L'infiltrazione mafiosa nel mondo economico si individua solo attraverso sofisticate indagini di polizia giudiziaria per fare le quali occorrono uomini e investimenti,  mentre in questi ultimi anni non ci sono stati né investimenti in mezzi e strumenti idonei al contrasto dei reati finanziari, né assunzioni di personale tali da far fronte ai gravi vuoti della pianta organica degli agenti. È grave che in Lombardia, sede della Borsa italiana, manchino 1200 fra poliziotti e carabinieri, ma soprattutto quasi mille finanzieri negli uffici operativi nei quali si perseguono, in particolare, l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro mafioso.
Pertanto alla luce di questi dati la denuncia di Saviano, magari non propriamente ortodossa nei metodi, è comunque veritiera e mette in rilievo un problema reale che molti non hanno mai segnalato e approfondito, alla faccia delle rassicurazioni in parte vere e in parte propagandistiche del minstro sceriffo Maroni.



venerdì 5 novembre 2010

BERLUSCONI NON MI HA DELUSO

In effetti è proprio così.
Non mi ha mai raggirato né imbrogliato.
Non è riuscito, neanche una volta e per quanto si sforzasse, a beffarmi.
Non ce la fece ai tempi delle sue prime apparizioni in TV - sto parlando dei tempi delle prime emittenti private con coperture poco più che regionali – né quando, usando tutti gli stratagemmi possibili, si travestì da politico statista.
A vista, affidandomi alla mia prima impressione, compresi che, con quella persona, non avrei potuto condividere neanche una panchina al parco pubblico.
Certo, qualcuno obietterà che non si possono fondare giudizi sulle suggestioni e questo è giusto ma, almeno per quell’occasione, l’istinto o la “suggestione” mi procurarono le informazioni più adeguate per osservare il personaggio sotto la più nitida delle luci.
Da lì in avanti, ebbi modo di ascoltare o leggere dichiarazioni o riflessioni di personalità, le quali, avendolo dovuto avvicinare per diversi motivi, lo conobbero e, inconsapevolmente, confermarono la mia precoce diffidenza ( vedi Enrico Cuccia e Indro Montanelli).
Strada facendo, al mutante Berlusconi , si addossarono altri rilievi mossi da ancora altre personalità: elencarle ora, sarebbe troppo lungo e forse, ormai, inutile.
D’altra parte, certi nomi dovrebbero esservi noti o, quantomeno, potreste ricavarli tra quelli che si son fatti sedurre dall’iniziale idea di poter racimolare qualche rimasuglio di potere avanzato nel trogolo della porcilaia a cui, in molti, ancora oggi, con ogni mezzo, tentano di avvicinarsi.
Oh, certo, molti di questi oggi sono delusi, amareggiati. Qualcuno, come Guzzanti padre, sembra addirittura essersi trasformato nel peggior inquisitore di Berlusconi : lo analizza, lo squadra e ce lo rivela nelle sue diverse sfaccettature psicologiche.
Ma, diversamente dall’opinione che in molti si affannano a diffondere sull’agire del premier, discettando sul come e sul perchè di certi atteggiamenti e dichiarazioni, credo che, ad oggi, Berlusconi Silvio, coerentemente con il suo essere, abbia dato il meglio di sé.
Sono convinto che abbia interpretato alla perfezione il ruolo che si è dato sin dalla prima ora della sua ascesa nel panorama politico italiano, ossia, la palude nella quale ristagna l’aria più mefitica d’Europa.
Dai tempi di “colpo grosso” (inventato dal suo attuale ministro dello sviluppo, Paolo Romani n.d.r) quando, con il citato programma, iniziò ad inoculare il “velinismo” nel popolo dei telespettatori meno avvertiti e, probabilmente, più repressi, il soggetto non smise mai d’ungere il video con la sua immagine plastificata, d’ammorbare e imbarazzare qualsiasi forma d’intelligenza con le insipide barzellette (mod. W.C. da IV classe elementare), di rendere risibile agli occhi di qualunque abitante civilizzato del mondo questo nostro, disgraziato e triste Paese, a lui sottomesso.
Non l’ho mai votato né sostenuto e, per dirla tutta, non l’ho neanche mai odiato. No, non mi ha deluso, anzi, si è superato rispetto a quanto mi aspettassi dalla mia personalissima e negativa, mai mutata, prima impressione.
Perciò, non riesco a trovare, da nessuna parte, in nessun contesto un qualsiasi, valido motivo per dichiararmi deluso.
Ora, però, ho un dubbio e mi chiedo: ma io, semplice, singolo e marginale cittadino-telespettatore, come ho potuto comprendere sin dal primo momento, seppure istintivamente, di quale pasta fosse fatto cotal figuro? Come mai i “soloni” (ogni accezione compresa) della politica che gli spalancarono le porte con l’inciucio apocalittico della “bicamerale” (confessato qui) non si accorsero, da subito, della personalità del soggetto? Sono davvero questi “signori” tanto sprovveduti? Oppure sono solo delle comparse al servizio di altri poteri? Di quale credibilità vorrebbero ancora ammantarsi?