martedì 24 ottobre 2017

Pensioni, in Italia disparità finanziaria enorme tra generazioni

In Italia con la riforma del sistema pensionistico si sta creando una disparità finanziaria enorme tra le generazioni. Negli ultimi 50 anni in Italia il rapporto tra persone che lavorano e i pensionati è sceso da sette a due e mezzo: questo fa sì che si verificherà una disparità finanziaria, anche all’interno di uno stesso nucleo familiare.
Lo standard di vita che i pensionati devono aspettarsi è in generale sotto la media mondiale e inoltre non sono così tanti gli anni in cui gli italiani potranno godersi la vita fuori dal mondo lavorativo. Dal 2021 infatti, senza agevolazioni particolari, si andrà in pensione a 67 anni: significa che al massimo ci saranno 22 anni al massimo, un periodo relativamente breve, per godersi l’assegno previdenziale.
Sono alcune delle considerazioni principali contenute nel primo “International Pension Gap Index“, report del Chief Investment Office di UBS Wealth Management in cui vengono esaminati i vantaggi dei sistemi pensionistici obbligatori in dodici paesi, dal Nord America all’Europa, fino all’Asia-Pacifico e dal quale emerge anche che i requisiti di risparmio sono quattro volte più alti in Italia rispetto alla Svizzera.
Lo studio calcola la percentuale dell’attuale reddito netto che un cittadino di cinquant’anni deve risparmiare privatamente per garantirsi un adeguato standard di vita una volta raggiunta la pensione. Dallo studio emerge che in nessuna di queste città il risparmiatore medio può affidarsi esclusivamente al sistema pensionistico obbligatorio per finanziare il proprio costo della vita una volta in pensione. (Il report confronta le città in modo omogeneo utilizzando un case study chiamato “Average Jane”, che evidenzia anche alcune delle sfide che gli investitori femminili devono affrontare in queste città).
La Svizzera occupa la prima posizione del Pension Gap index. Tra le città che UBS ha analizzato infatti, a Zurigo Jane può contare su un sistema pensionistico obbligatorio che, ad oggi, le permette uno standard di vita migliore. I risultati dell’Asia-Pacifico sono contrastanti: l’Australia e Singapore, nonostante occupino la seconda posizione della classifica mondiale, sono abbastanza distanti dalla Svizzera, mentre Giappone, Hong Kong e Taiwan ricoprono le ultime posizioni.
In base a quanto emerso dall’”Average Jane”, i requisiti di risparmio in Francia, Germania, Italia e Regno Unito sono quasi quattro volte più elevati rispetto alla Svizzera. Negli Stati Uniti e in Canada, invece, Jane deve risparmiare più della metà del reddito attuale. Le città utilizzate come case study sono: Londra (Regno Unito), Monaco (Germania), Parigi (Francia), Milano (Italia), Zurigo (Svizzera), New York (USA), Toronto (Canada), Sydney (Australia), Hong Kong, Tokyo (Giappone) e Taipei (Taiwan).
In un report separato, il Mercer Melbourne Global Pension Index giunto alla sua nona edizione, emerge come il sistema delle pensioni italiano sia migliorato leggermente sebbene si dimostri ancora debole dal punto di vista della sostenibilità. Il MMGPI è la più completa indagine globale sui sistemi pensionistici condotta da Mercer e dall’Australian Centre for Financial Studies (ACFS), con il supporto dello stato di Victoria e dal Finnish Centre for Pensions, L’indice, che quest’anno prende in esame 30 Paesi e i relativi sistemi pensionistici, vede la Danimarca confermarsi in testa per il sesto anno consecutivo. Migliora leggermente il piazzamento in classifica dell’Italia

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