Che il potere davvero logori chi non lo
ha, come diceva la buonanima di Andreotti? È forse il caso di Renzi. Con
un nuovo colpo di mano, il segretario del PD è pronto a reimpadronirsi
della politica italiana. La nuova legge elettorale verrà votata dai due
rami del Parlamento con la fiducia. Un atto di forza emblematico del
modo in cui il nuovo pd renziano arriva al 2018.
Il Rosatellum bis, come è stato
ribattezzato è una versione riveduta e corretta del Mattarellum, ma alla
maniera di Renzi. Dopo il fallimento del maggio scorso il segretario PD
stavolta tenta di accontentare tutti gli alleati, cercando di colpire
gli scissionisti di Mdp e il M5S.
Il decreto se approvato dalla Camera
introdurrebbe una quota di 231 collegi uninominali, assegnando circa il
30% dei seggi con il maggioritario, soglia di sbarramento al 3% per i
partiti che corrono da soli e 10% per le coalizioni.
Una legge che favorisce in primis l’AP
di Angelino Alfano, che sarebbe stato fortemente penalizzato dalla
precedente proposta di legge, ma anche Silvio Berlusconi, che
costringerebbe Salvini a correre insieme a Forza Italia. L’M5S invece
viene fortemente penalizzato, ritrovandosi a correre da solo contro le
coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.
“È un inciucio di Berlusconi e Renzi
contro di noi” aveva già tuonato a settembre il candidato premier del
M5S Luigi Di Mai. Gli hanno fatto eco i suoi colleghi di partito, da
Toninelli a Di Battista, che ieri e oggi sono usciti dalle aule e hanno
manifestato il loro dissenso davanti Montecitorio, chiedendo al
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare un disegno
di legge approvato con l’escamotage della fiducia, “un gesto che aveva
fatto anche Mussolini” spiega Di Battista.
Ma l’inciucio se così si può chiamare
colpisce anche i fuoriusciti dell’Mdp che dovranno decidere se
continuare il loro percorso con Sinistra Italiana, rischiando di non
sbarrare la soglia del 10% o ritornare nell’alveo del Pd.
La mossa del Governo Gentiloni e quindi
del segretario del PD, Matteo Renzi di ricorrere allo strumento della
fiducia contro il voto segreto ha scontentato stavolta del tutto anche
la sinistra dei fuoriusciti, che a settembre erano tiepidi sulla
proposta di un nuovo Rosatellum, ma non dl tutto contrari alla proposta.
Il partito di Mdp ha promesso una sua manifestazione contro il voto
della legge elettorale nel tardo pomeriggio.
Sul fronte del centrodestra Matteo
Salvini si è dichiarato disposto a votare la proposta di legge anche
subito, pur non favorendo del tutto la lega, che però sembra ormai
essersi convinta a recitare di nuovo il suo ruolo di forza stampella di
Berlusconi, o forse di appropriarsi della leadership dell’area politica
dei conservatori e populisti. Il Rosatellum bis permetterebbe infatti al
segretario leghista di ottenere la leadership dell’intero centrodestra
con il prezioso aiuto di Berlusconi, in una situazione finanziaria non
del tutto solida in Via Bellerio, dopo la decisione della magistratura
di bloccare tutti i conti del Carroccio. Ma è un passo avanti o uno
indietro rispetto al lepenismo di qualche tempo fa?
Renzi si sarebbe garantito in questo
modo di tenere in mano un ampio mazzo di carte con il quale scegliere le
proprie alleanze, qualora le cose andassero male il prossimo anno,
quando si terranno le elezioni per la XVIIIª Legislatura. Da un ritorno
all’alleanza con l’Mdp e la sinistra al solito amico-nemico Silvio
Berlusconi con il quale potrebbe clamorosamente guidare un governo se ci
fossero i numeri sufficienti. L’M5S esce naturalmente penalizzato da
una legge che ricalca una sorta di “maggioritario all’italiana”. Sebbene
soltanto 1/3 dei seggi verrà assegnato con dei collegi uninominali, la
reintroduzione delle coalizioni favorisce le ammucchiate, falsando
l’assegnazione dei seggi sia sul lato della rappresentanza, con partiti
piccoli che vengono sovrarappresentati per le loro scelte di lista a
discapito di altri che non parteciperanno alle ammucchiate, sia sul lato
della qualità: un partito che prende tanti voti da solo non può essere
penalizzato dalle coalizioni.
Siamo quindi nuovamente di fronte a un
grande pastrocchio all’italiana, una legge elettorale che non risolve i
problemi di pluralità della proposta politica nel nostro paese, e che si
appresta, se fosse approvata, a mantenere un sistema non chiaro
nell’assegnazione dei seggi.
Purtroppo la malattia del maggioritario,
peggio ancora quello “all’italiana” che avrebbe dovuto trasformare in
meglio l’Italia della corruzione e dell’immobilismo secondo alcuni, è
dura a morire, nonostante non abbia garantito né stabilità politica né
il miglioramento delle condizioni economiche e sociali del nostro paese.
Il nuovo Rosatellum è dunque un nuovo
pastrocchio elettorale pari ai precedenti, da Mattarella a Calderoli, un
atto stucchevole di trasformismo del segretario PD degno di Giovanni
Giolitti. Ciò che è chiaro ormai che a meno di risultati clamorosi, in
un modo o nell’altro Renzi si ritroverà a vincere tornando in sella alla
guida del paese, dopo aver tessuto la sua tela.
Come è chiaro anche ormai da un pezzo
che tutto ciò che importa veramente alla classe politica non è quella di
scrivere la legge più adatta al paese, ma quella più adatta alla
conservazione del potere e delle poltrone.
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