Un nutrito numero di italiani desiderosi di smettere di lavorare
prima del tempo si è vista respingere le domande per la pensione
anticipata. È l’allarme lanciato dai sindacati. In un dossier dell’Inca,
il patronato della Cgil si dice che a causa di una “interpretazione
eccessivamente restrittiva delle norme”, molte richieste di accesso
all’Ape sociale arrivate entro luglio.
Ancora il sindacato dice di non avere a disposizione i numeri esatti del fenomeno preoccupante, ma che a giudicare dalla segnalazioni ricevute saranno “tutt’altro che irrisori”. “Ancora una volta – denuncia la Cgil – l’Istituto previdenziale pubblico si rende protagonista di interpretazioni eccessivamente restrittive delle norme, tali da ridurre in modo consistente il numero dei beneficiari dell’indennità Ape sociale a 63 anni di età, anche se sono nelle condizioni di particolare fragilità occupazionale”.
Si può dunque parlare di “un flop ampiamente prevedibile
a causa delle eccessive rigidità imposte da Inps, in contrasto con le
intenzioni del legislatore e in alcuni casi addirittura contro legge,
che rischia di vanificare del tutto le pur magre aspettative di
reinserire qualche elemento di flessibilità nel sistema previdenziale
italiano, più volte richiesto unitariamente da Cgil, Cisl e Uil”.
Nel frattempo è arrivato l’ok al cumulo gratuito dei contributi previdenziali, ma dal Comitato Opzione Donna Social chiedono anche l’apertura dell’opzione donna, ovvero l’estensione della norma alle lavoratrici che attraverso questo istituto potrebbero maturare il diritto al pensionamento.
Giorni fa Tito Boeri, presidente dell’Inps, aveva annunciato il via libera del cumulo gratuito dei contributi pensionistici, ma l’effettiva entrata in vigore delle misure dopo mesi di attese è arrivata solo in queste ore, nella forma di una circolare dell’Istituto nazionale di previdenza che detta le regole per chi vuole andare i pensione cumulando i contributi versati a diverse casse, il tutto gratuitamente.
I beneficiari principali sono le categorie di commercianti, avvocati, medici, professionisti ma anche coloro che hanno avuto carriere discontinue e hanno maturato il diritto alla pensione. Prima, salvo pagamento per ricongiungere, i richiedenti si vedevano negata la reciprocità e il cumulo dei contributi versati in casse previdenziali differenti.
Ancora il sindacato dice di non avere a disposizione i numeri esatti del fenomeno preoccupante, ma che a giudicare dalla segnalazioni ricevute saranno “tutt’altro che irrisori”. “Ancora una volta – denuncia la Cgil – l’Istituto previdenziale pubblico si rende protagonista di interpretazioni eccessivamente restrittive delle norme, tali da ridurre in modo consistente il numero dei beneficiari dell’indennità Ape sociale a 63 anni di età, anche se sono nelle condizioni di particolare fragilità occupazionale”.
“Con motivazioni diverse, in contrasto con le disposizioni della norma e del decreto applicativo relativo all’Ape sociale, il rigetto delle richieste da parte di Inps è tutt’altro che circoscritto a casi isolati“.L’appuntamento con il responso ufficiale dell’Inps sulle oltre 60mila domande di Ape social già presentate si avvicina (è previsto per il 15 ottobre) ma, avvertono i sindacati, “considerando il numero di quelle respinte, l’appuntamento rischia di svelare amare sorprese per chi ne ha fatto richiesta”.
Nel frattempo è arrivato l’ok al cumulo gratuito dei contributi previdenziali, ma dal Comitato Opzione Donna Social chiedono anche l’apertura dell’opzione donna, ovvero l’estensione della norma alle lavoratrici che attraverso questo istituto potrebbero maturare il diritto al pensionamento.
Giorni fa Tito Boeri, presidente dell’Inps, aveva annunciato il via libera del cumulo gratuito dei contributi pensionistici, ma l’effettiva entrata in vigore delle misure dopo mesi di attese è arrivata solo in queste ore, nella forma di una circolare dell’Istituto nazionale di previdenza che detta le regole per chi vuole andare i pensione cumulando i contributi versati a diverse casse, il tutto gratuitamente.
I beneficiari principali sono le categorie di commercianti, avvocati, medici, professionisti ma anche coloro che hanno avuto carriere discontinue e hanno maturato il diritto alla pensione. Prima, salvo pagamento per ricongiungere, i richiedenti si vedevano negata la reciprocità e il cumulo dei contributi versati in casse previdenziali differenti.
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