giovedì 19 marzo 2015

LA SOLIDARIETA' SECONDO DRAGHI

In questa €uropa che impone tagli ed austerità, viene inaugurata oggi una nuova sede della BCE, (ramo della TROIKA) costo 1,2 MLD, dove il fattore tagli e risparmi non coinvolge di certo gli eurocrati che ne fanno parte. Pertanto per questi non c’è austerità.
Sicuramente le tv non trasmetteranno quanto sta accadendo in queste ore a Francoforte, bensì manderanno in onda sotto un velo critico, manifestazioni ritenute magari populiste e fanta(fasciste).
Draghi ha commentato la vicenda, affermando che in crisi è necessaria la solidarietà tra i Paesi, i quali devono aiutarsi l’uno l’altro. Ciò è avvenuto ed è in corso e si riassume in due sigle, prima l’ EFSF e poi MES ovvero Fondi Salva Stati, che hanno portato “solidarietà” alle banche dei vari Stati in difficoltà, sottraendo però solidarietà tra le popolazioni dei Stati coinvolti, per il fatto che le quote dei fondi salva Stati provenivano da soldi pubblici sottratti all’economia reale.
L’Italia dal 2010 ad oggi ha già versato 63 mld a fondo perduto per salvare in parte banche greche e spagnole mentre il resto è depositato nel fondo per l’ acquisto di bund tedeschi.
Quindi parliamo di sottrazione della solidarietà per colmare una strana “solidarietà”: dai cittadini agli istituti finanziari. Il QE che è appena stato avviato dall’istituto di Francoforte, certamente non apporterà significativi cambiamenti all’economia reale europea, facendola risorgere dalla morsa della deflazione.
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I 60 miliardi di acquisti in titoli di Stato fino a settembre 2016, andranno a coprire il sistema finanziario che ha usufruito degli LTRO che sono serviti solamente a far calare gli spreads dando però solo liquidità alle banche ma non all’economia reale. Inoltre con questo maxi QE le banche si libereranno di titoli di Stato di buona qualità, (non a caso nel programma di maxi acquisti, i titoli di Stato greci sono stata esclusi) con il rischio poi di acquistare titoli tossici.Chi vivrà vedrà…
Draghi infine ha però affermato che ogni Stato deve “camminare con le proprie gambe”, quindi se fosse come afferma il presidente della BCE, uno Stato, ad esempio la Grecia, se ritiene, che per il bene del suo interesse nazionale, uscire dalla moneta unica fosse necessario per monetizzare il debito e ripudiare l’austerità, logica conseguenza dell’euro, la BCE non dovrebbe quindi opporre resistenze….

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