La propaganda di Stati Uniti e partner
nella distruttiva campagna di cambio di regime contro il governo siriano
è crollata. Le piattaforme mediatiche occidentali si ritrovano ad
affidarsi a narrazioni sempre più assurde raccontate a un pubblico
sempre più ristretto. Si ritrovano anche oggetto di critiche crescenti
da tutto il mondo. Stati Uniti ed alleati attualmente segnalano
“violazioni” della risoluzione ONU sul cessate il fuoco nel Ghuta,
nonostante il testo della risoluzione autorizzi le operazioni militari
contro al-Qaida ed affiliati nel Ghuta e nel resto della Siria. La risoluzione delle Nazioni Unite afferma chiaramente che: “…la
cessazione delle ostilità non si applica alle operazioni militari
contro Stato Islamico in Iraq e Levante (SIIL, noto anche come Daish),
al-Qaida e Jabhat al-Nusra (ANF) e tutti gli altri individui, gruppi,
attività ed entità associati a tali gruppi terroristici, come tali
designati dal Consiglio di sicurezza”. Persino le facciate
“dirittumanitarie” occidentali come Human Rights Watch ammettevano la
presenza di al-Qaida nel Ghuta. Il direttore di HRW Kenneth Roth in un
post sui social media affermava: “Putin-Assad sembrano utilizzare la
presenza di un gruppo collegato ad al-Qaida (Ahrar al-Sham) in un
angolo minuscolo del Ghuta orientale come scusa per attaccare i civili
in tutta l’enclave assediata, nonostante il cessate il fuoco del
Consiglio di sicurezza dell’ONU”. Roth non spiega mai perché Siria o
Russia userebbero le limitate risorse militari per “attaccare i civili”
invece che i terroristi che esso stesso ammette essere presenti nel
Ghuta nel tentativo di rovesciare il governo siriano e uccidere militari
siriani e russi, e questo tra le altre narrative sconclusionate che
motivano come mai la guerra di propaganda occidentale sia catastrofica.
Tuttavia, nonostante tale importante passo in avanti, la disintegrazione
della propaganda bellica occidentale sulla Siria non basta a fermare
l’aggressione militare occidentale, diretta o per delega, o ad eliminare
le minacce a Siria ed alleati, così come all’intera regione.
Per gli Stati-nazione del mondo, il processo di creazione di alternative per competere e infine eliminare l’egemonia occidentale è già in corso. Sfortunatamente, per la maggior parte degli individui nel mondo, la genuina radice del problema e la soluzione sono ancora poco conosciute. Per i molti che resistono alla propaganda occidentale, molti altri ancora danno retta quotidianamente alle stesse corporazioni ed istituzioni finanziarie che finanziano tale propaganda e ne guidano l’agenda. Pochissimi, anche se consapevoli, vogliono boicottare le società occidentali che guidano l’aggressione militare occidentale globale. Ancora meno vogliono o possono contribuire ad alternative ai soliti monopoli occidentali. Tuttavia, c’è speranza. Gli stessi media alternativi sono un esempio per molte persone comuni nel mondo e dalle differenti radici politico-ideologiche, che creano alternative ai consolidati monopoli dei media occidentali, che hanno costretto a reagire e ad adattarsi alla crescente competizione, in molti aspetti una competizione crescente che compromette le storie che l’occidente una volta poteva spacciare impunemente. Ciò include i racconti che gli Stati Uniti fanno contro la Siria. Il principale fattore trainante dei media alternativi è stata la tecnologia. Un tempo richiedeva grandi quantità di capitale, finanziario ed umano, gestire una sala stampa raggiungendo migliaia o milioni di lettori. Oggi, gli strumenti per la pubblicazione di contenuti scritti, audio e video sono gratuiti o abbastanza economici da permetterlo praticamente a chiunque. Una singola persona può accedere a migliaia, persino milioni di spettatori. I piccoli budget disponibili presso le nazioni in via di sviluppo sono più che sufficienti a competere con la propaganda occidentale, a condizione che il loro contenuto sia più sostanziale di quello occidentale. Mentre i monopoli occidentali hanno reagito con una serie di soluzioni tecnologiche che includono algoritmi progettati per favorire i media aziendali, tali soluzioni forniranno solo una tregua temporanea. Il progresso tecnologico in altri settori, dall’energia alla produzione, decentralizza molti campi economici e militari che l’occidente dominava da tempo. Anche nell’occidente stesso, la tecnologia aiuta imprenditori emergenti che non condividono i principi di Wall Street e Washington, o la loro mancanza, cercando una direzione diversa e più costruttiva per l’occidente. È importante comprendere il conflitto siriano nel paradigma globale in cui s’inserisce. Comprendendo ciò, possiamo esporre collettivamente e minare gli interessi speciali che alimentano il conflitto. Attualmente, Stati Uniti ed alleati hanno esaurito i loro agenti e si trovano direttamente coinvolti nell’intervento militare in Siria. Non è più possibile sconfiggere questa cospirazione contro il popolo siriano e la pace e la stabilità della regione mediorientale semplicemente esponendo ed eliminando i fantocci dell’occidente. Deve anche includere una strategia per denunciare ed eliminare la vera fonte di potere che guida l’agenda occidentale, ben oltre i confini siriani, a Wall Street, Londra e Bruxelles. Vanno identificati e rimossi potere e influenza ingiustificati dei monopoli finanzieri e multinazionali occidentali. La vittoria sulla propaganda occidentale è solo l’inizio. Ma è un inizio che può essere costruito e ampliato con la continua campagna di sensibilizzazione e pressione sull’aggressione occidentale contro la Siria, così come una campagna mirata a mettere sotto pressione e persino ricacciare gli interessi speciali responsabili di tale aggressione.
Potrebbero ancora provarci
La capacità degli Stati Uniti di condurre una guerra contro nazioni come Iraq, Libia, Yemen e Siria non è dovuta alla capacità di raccontare bugie convincenti. Invece, è radicata prima di tutto nell’immenso potere economico e militare che conferisce influenza e un potere politico altrettanto immenso e ingiustificato. Ciò si riflette nella sponsorizzazione corporativo-finanziaria dei think tank politici degli Stati Uniti, istituzioni politiche non eletti che escogitano la politica estera statunitense che si limitano a sottoporre ai politici per approvarle legalmente, mentre i media le promuovono pubblicamente. La capacità degli Stati Uniti di intervenire, invadere e occupare nazioni nel mondo dipende da enormi risorse, tra cui una rete di basi militari e nodi logistici, flotte navali utilizzate per trasportare armi e attrezzature nei teatri di operazioni militari e continuare a rifornire tali forze per anni. Questa è una rete che le nazioni emergenti come la Cina impiegheranno anni a sviluppare, se mai le svilupperanno come gli Stati Uniti. Nazioni e blocchi che tentano di affrontare e bilanciare il potere globale contro l’egemonia occidentale lo sanno bene. Le crescenti economie di nazioni come la Cina, regioni come il Sud-Est asiatico, l’associazione BRICS, la riemergente Russia e altre nazioni in via di sviluppo nel mondo sono accompagnate da tentativi di creare un ordine globale alternativo basato sulla geopolitica multipolare. Ciò include la creazione di alternative al dollaro USA nel commercio globale, alternative a industrie e mercati dominati da Stati Uniti ed Europa, creazione e proliferazione di tecnologie militari difensive che annullano la vecchia superiorità militare degli USA. Questi sforzi sono ampi, in corso e a lungo termine. Ci vorranno ancora anni per frenare l’aggressione degli Stati Uniti e il primato militare ed economico che ne è alla base. Fin quando non sarà possibile raggiungere l’equilibrio di potere globale, la massima della “potenza della giustizia” continuerà a prevalere e definirà la geopolitica globale di Stati Uniti ed alleati.
Affrontare la minaccia da individuiLa capacità degli Stati Uniti di condurre una guerra contro nazioni come Iraq, Libia, Yemen e Siria non è dovuta alla capacità di raccontare bugie convincenti. Invece, è radicata prima di tutto nell’immenso potere economico e militare che conferisce influenza e un potere politico altrettanto immenso e ingiustificato. Ciò si riflette nella sponsorizzazione corporativo-finanziaria dei think tank politici degli Stati Uniti, istituzioni politiche non eletti che escogitano la politica estera statunitense che si limitano a sottoporre ai politici per approvarle legalmente, mentre i media le promuovono pubblicamente. La capacità degli Stati Uniti di intervenire, invadere e occupare nazioni nel mondo dipende da enormi risorse, tra cui una rete di basi militari e nodi logistici, flotte navali utilizzate per trasportare armi e attrezzature nei teatri di operazioni militari e continuare a rifornire tali forze per anni. Questa è una rete che le nazioni emergenti come la Cina impiegheranno anni a sviluppare, se mai le svilupperanno come gli Stati Uniti. Nazioni e blocchi che tentano di affrontare e bilanciare il potere globale contro l’egemonia occidentale lo sanno bene. Le crescenti economie di nazioni come la Cina, regioni come il Sud-Est asiatico, l’associazione BRICS, la riemergente Russia e altre nazioni in via di sviluppo nel mondo sono accompagnate da tentativi di creare un ordine globale alternativo basato sulla geopolitica multipolare. Ciò include la creazione di alternative al dollaro USA nel commercio globale, alternative a industrie e mercati dominati da Stati Uniti ed Europa, creazione e proliferazione di tecnologie militari difensive che annullano la vecchia superiorità militare degli USA. Questi sforzi sono ampi, in corso e a lungo termine. Ci vorranno ancora anni per frenare l’aggressione degli Stati Uniti e il primato militare ed economico che ne è alla base. Fin quando non sarà possibile raggiungere l’equilibrio di potere globale, la massima della “potenza della giustizia” continuerà a prevalere e definirà la geopolitica globale di Stati Uniti ed alleati.
Per gli Stati-nazione del mondo, il processo di creazione di alternative per competere e infine eliminare l’egemonia occidentale è già in corso. Sfortunatamente, per la maggior parte degli individui nel mondo, la genuina radice del problema e la soluzione sono ancora poco conosciute. Per i molti che resistono alla propaganda occidentale, molti altri ancora danno retta quotidianamente alle stesse corporazioni ed istituzioni finanziarie che finanziano tale propaganda e ne guidano l’agenda. Pochissimi, anche se consapevoli, vogliono boicottare le società occidentali che guidano l’aggressione militare occidentale globale. Ancora meno vogliono o possono contribuire ad alternative ai soliti monopoli occidentali. Tuttavia, c’è speranza. Gli stessi media alternativi sono un esempio per molte persone comuni nel mondo e dalle differenti radici politico-ideologiche, che creano alternative ai consolidati monopoli dei media occidentali, che hanno costretto a reagire e ad adattarsi alla crescente competizione, in molti aspetti una competizione crescente che compromette le storie che l’occidente una volta poteva spacciare impunemente. Ciò include i racconti che gli Stati Uniti fanno contro la Siria. Il principale fattore trainante dei media alternativi è stata la tecnologia. Un tempo richiedeva grandi quantità di capitale, finanziario ed umano, gestire una sala stampa raggiungendo migliaia o milioni di lettori. Oggi, gli strumenti per la pubblicazione di contenuti scritti, audio e video sono gratuiti o abbastanza economici da permetterlo praticamente a chiunque. Una singola persona può accedere a migliaia, persino milioni di spettatori. I piccoli budget disponibili presso le nazioni in via di sviluppo sono più che sufficienti a competere con la propaganda occidentale, a condizione che il loro contenuto sia più sostanziale di quello occidentale. Mentre i monopoli occidentali hanno reagito con una serie di soluzioni tecnologiche che includono algoritmi progettati per favorire i media aziendali, tali soluzioni forniranno solo una tregua temporanea. Il progresso tecnologico in altri settori, dall’energia alla produzione, decentralizza molti campi economici e militari che l’occidente dominava da tempo. Anche nell’occidente stesso, la tecnologia aiuta imprenditori emergenti che non condividono i principi di Wall Street e Washington, o la loro mancanza, cercando una direzione diversa e più costruttiva per l’occidente. È importante comprendere il conflitto siriano nel paradigma globale in cui s’inserisce. Comprendendo ciò, possiamo esporre collettivamente e minare gli interessi speciali che alimentano il conflitto. Attualmente, Stati Uniti ed alleati hanno esaurito i loro agenti e si trovano direttamente coinvolti nell’intervento militare in Siria. Non è più possibile sconfiggere questa cospirazione contro il popolo siriano e la pace e la stabilità della regione mediorientale semplicemente esponendo ed eliminando i fantocci dell’occidente. Deve anche includere una strategia per denunciare ed eliminare la vera fonte di potere che guida l’agenda occidentale, ben oltre i confini siriani, a Wall Street, Londra e Bruxelles. Vanno identificati e rimossi potere e influenza ingiustificati dei monopoli finanzieri e multinazionali occidentali. La vittoria sulla propaganda occidentale è solo l’inizio. Ma è un inizio che può essere costruito e ampliato con la continua campagna di sensibilizzazione e pressione sull’aggressione occidentale contro la Siria, così come una campagna mirata a mettere sotto pressione e persino ricacciare gli interessi speciali responsabili di tale aggressione.
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