giovedì 1 marzo 2018

Bottigliette di plastica, si allunga la lista dei paesi dove ti pagano se le restituisci

DEPOSIT REFUND SYSTEM PLASTICA

Il modo più semplice ed efficace per diminuire i consumi di plastica ed evitare che questo tipo di rifiuto finisca sulle spiagge o in qualche giardino pubblico? Pagare per la restituzione delle bottiglie, come un tempo avveniva con il vetro. Premiare, con una sorta di generoso rimborso, chi riporta la confezione dove è stata acquistata.
Il meccanismo è molto semplice, ed è già applicato in molte nazioni europee, quelle dove poi le percentuali della plastica riciclata sono le più alte. In termini anglosassoni si chiama Drs, acronimo di Deposit-refund systemIl costo della bottiglietta di plastica è già compreso nel prezzo del prodotto e non è un extra che il consumatore deve pagare, come nel caso dei sacchetti di plastica biodegradabile in Italia. Ma dove iniziano i vantaggi? Nel momento in cui l’acquirente riporta nel negozio, lo stesso dove ha acquistato l’acqua minerale o la Coca Cola, e riconsegna le bottigliette di plastica. A quel punto riceve in denaro contante 0,12 centesimi per la bottiglietta piccola e 0,31 centesimi per le bottiglie da un litro a salire.

RIMBORSO IN CAMBIO DI PLASTICA

Il Drs, con sigle e acronimi diversi, è applicato in Norvegia, Germania e Francia e il suo format si sta diffondendo ovunque. Con il risultato che in Norvegia, per esempio, la raccolta della plastica differenziata supera la soglia del 90 per cento, con enormi vantaggi dell’intera filiera dell’economia circolare.
Questo meccanismo è un classico paradigma di quanto sosteniamo da molto tempo su Non sprecare: bisogna incentivare, con diversi strumenti (in Cina nelle stazioni della metropolitana infili le bottigliette di acqua vuote e ritiri il biglietto per la metro), la riduzione dell’uso della plastica e il riciclo di quella che viene acquistata attraverso l’uso delle confezioni. Bisogna spingere sulla leva dell’interesse, della convenienza, per creare nuove abitudini e nuovi stili di vita. E non cavarsela con stentorei appelli al mondo più sostenibile o, peggio, con forme di tassazione che invece allontanano i consumatori dalle buone pratiche e semmai li fanno innamorare della plastica.

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