Quando si tratta di valutare le disuguaglianze economiche nei mercati
industrializzati l’Italia e’ seconda al mondo. Peggio di noi fa solo
Portogallo.
Lo indica l’ultima ricerca condotta sull’argomento dalla banca d’affari Morgan Stanley che ha passato in rassegna le principali economie industrializzate, esaminando indicatori tra cui il divario retributivo tra uomini e donne, lavoro part time non voluto e accesso a Internet.
Sulla base di questi parametri, come si evince dalla tabella sotto, a dominare la classifica ci sono i paesi del Sud Europa, che svettano nei primi posti, seguiti a ruota dagli Stati Uniti. In cima alla classifica dell’iniquità si posiziona il Portogallo, segue al secondo l’Italia, poi la Grecia, la Spagna e quindi gli Stati Uniti.
Secondo la banca d’affari americana, la crescita di economie come Cina e India hanno spinto in basso le diseguaglianze a livello mondiale tra i paesi ma non all’interno dei singoli paesi dove le disparità di reddito negli ultimi anni, complica anche la crisi economica, si sono accentuate.
Più basso il numero, più iniquo l'indice.
Analizzando la situazione nei paesi più avanzati, da metà degli anni Ottanta la forbice tra ricchi e poveri si è allargata soprattutto in Svezia anche se, insieme agli altri paesi della Scandinavia, il paese nordeuropeo si piazza ai livelli più bassi nella “classifica della vergogna”.
Lo indica l’ultima ricerca condotta sull’argomento dalla banca d’affari Morgan Stanley che ha passato in rassegna le principali economie industrializzate, esaminando indicatori tra cui il divario retributivo tra uomini e donne, lavoro part time non voluto e accesso a Internet.
Sulla base di questi parametri, come si evince dalla tabella sotto, a dominare la classifica ci sono i paesi del Sud Europa, che svettano nei primi posti, seguiti a ruota dagli Stati Uniti. In cima alla classifica dell’iniquità si posiziona il Portogallo, segue al secondo l’Italia, poi la Grecia, la Spagna e quindi gli Stati Uniti.
Secondo la banca d’affari americana, la crescita di economie come Cina e India hanno spinto in basso le diseguaglianze a livello mondiale tra i paesi ma non all’interno dei singoli paesi dove le disparità di reddito negli ultimi anni, complica anche la crisi economica, si sono accentuate.
Più basso il numero, più iniquo l'indice.
Analizzando la situazione nei paesi più avanzati, da metà degli anni Ottanta la forbice tra ricchi e poveri si è allargata soprattutto in Svezia anche se, insieme agli altri paesi della Scandinavia, il paese nordeuropeo si piazza ai livelli più bassi nella “classifica della vergogna”.
Nessun commento:
Posta un commento