lunedì 29 giugno 2015

Padoan: stop negoziati "fulmine a ciel sereno". Italia esposta per 34,7 miliardi

Il crac del debito greco non dovrebbe avere conseguenze su quello italiano perché è già tutto contabilizzato: "10,2 miliardi di prestiti bilaterali e 27,2 di contributi al fondo".
Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che ha definito "un fulmine a ciel sereno" la decisione del governo ellenico di indire un referendum e di votare no contro le misure di austerity chieste dai creditori internazionali.
Il fatto che la Bce continui a finanziarie le banche greche con fondi di emergenza prelevando dalle risorse del canale ELA, secondo l'ex funzionario dell'Ocse, è un segnale positivo dell'intenzione di trovare ancora un accordo.
"Non mi stupirei ma nemmeno mi preoccuperei più di tanto se sui mercati ci fosse un aumento della volatilità. La Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per fronteggiarla", ha aggiunto Padoan.
Lo stesso presidente francese Francois Hollande ha detto che Parigi è disposta a parlare con Atene e trovare un accordo prima che sia troppo tardi. Domani, martedì 30 giugno, è la data ultima per rimborsare il prestito da 1,6 miliardi che la Grecia deve all'Fmi.
Per il capo del Tesoro il problema è stato tergiversare per quattro mesi " durante i quali si è perso molto tempo. Da parte greca non si mandavano ai tavoli gli staff per discutere delle misure. Soltanto nelle ultime due settimane si è cominciato a entrare nel merito".
"Il mandato era quello di trovare un accordo. Tanto è vero che su molti aspetti erano stati fatti passi avanti importanti anche da parte dei greci. Certo, il governo Tsipras aveva un atteggiamento diverso rispetto al precedente, che era molto più collaborativo e sotto il quale l'economia era un po' migliorata".
In realtà una speranza c'è ancora per evitare il default totale del debito. È un'ipotesi di cui si parla, ma non abbastanza, sui media: che sia la Russia a intervenire in soccorso di Atene. Nonostante la crisi economica recente, Mosca avrebbe i soldi e il petrolio per permettere alla Grecia di rimanere finanziariamente a galla.
Un'altra 'wild card' potrebbero essere gli Stati Uniti, che proprio per impedire di perdere un alleato della Nato e di rafforzare l'influenza russa in Europa, potrebbero fare qualcosa con una mossa all'ultimo secondo.

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