domenica 7 giugno 2015

Grecia: in 5 anni perso quasi metà del reddito. Atene posticipa pagamenti al FMI

Nei primi cinque anni della crisi e dell’austerity in Grecia, il nucleo famigliare medio ellenico ha perso quasi quattro decimi del proprio reddito.
E’ quanto si evince da uno studio sulla situazione finanziaria delle famiglie elleniche presentato dai suoi autori, Tasos Yiannitsis e Stavros Zografakis, economisti all’Università di Atene e l’Università di Agricultura della capitale greca.
Secondo lo studio – intitolato ‘Grecia: forme di adattamento, la solidarietà e le disuguaglianze nel periodo di crisi’ – la maggior parte delle perdite registrate (il 23,1%) sono state in reddito diretto. Un ulteriore 8,8% è stato perso a causa di una maggiore imposizione fiscale e un altro 7% per l’inflazione non compensata da un aumento del reddito nel periodo 2008-2012. La ricerca – che si basa sulle dichiarazioni dei redditi di 5,2 milioni di contribuenti – sostiene inoltre che nello stesso periodo preso in esame, la percentuale della popolazione greca che vive al di sotto della soglia di povertà è passata dal 27,9% al 31,1%.
“TRATTATIVE” – Al termine di un’altra frenetica giornata di confronti, terminati nella tarda serata di giovedì 4 giugno, slitta intanto al 30 giugno la scadenza di venerdì 5 giugno, per il debito greco con l’Fmi che voleva entro venerdì 300 milioni di euro.
Atene, sfruttando una clausola presente nei trattati, ha posticipato tutti i pagamenti di giugno – quasi 1,6miliardi di euro – a fine mese, in un’unica tranche. Intanto il pressing minaccioso di Fmi, Bce e Ue continua: i creditori chiedono a Tsipras misure ulteriori per 4,5 miliardi di euro a partire da luglio. Si parla della solita ricetta di macelleria sociale: Iva più alta, pensioni e salari più bassi, precarizzazione e privatizzazioni. Un piano però che per Tsipras “non può essere la base per un accordo”.
Tsipras ha proposto un surplus primario (la differenza tra entrate e uscite dello Stato) per il 2015 fra 0,85 e 1% in rialzo fino al 3,5% nel 2018: numeri ormai vicini a quelli proposti dai creditori che però chiedono interventi più draconiani sulla previdenza (dove Tsipras propone un approccio graduale sulle pensioni anticipate), sul rialzo dell’iva (il cui gettito resterebbe invece invariato) e sul lavoro (dove Atene vuole reintrodurre la contrattazione collettiva e il rialzo, progressivo, del salario minimo).
A tarda ora l’ultima telefonata tra Tsipras, Merkel e Hollande: un “colloquio costruttivo”, lo definisce Atene, “le trattative proseguono”. Oggi, venerdì, il premier di Syriza torna in Parlamento, dove alle 18 riferirà sui suoi incontri europei.
L’intervista con Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della tv pubblica greca Ert, riaperta proprio da Tsipras dopo il taglio imposto dall’Euroausterity.

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