Questa notte è tornato in vigore
l’orario invernale, una prassi quella di spostare la lancetta di un’ora
avanti nel periodo estivo e una indietro nel periodo invernale, che
viene adottata dai primi del Novecento. Durante la Prima Guerra Mondiale
infatti si cercò un sistema per il risparmio energetico, essendoci
l’esigenza di ottimizzare al massimo delle risorse. Essenzialmente
un’idea del mondo anglofono, fu il Regno Unito il primo ad adottarlo,
gli altri paesi seguirono Londra per imitazione.
Nel corso del XX secolo la diffusione
dell’ora legale è stata ampia, soprattutto a partire dalla Seconda
Guerra Mondiale. Lo spostamento delle lancette è stato adottato da
Russia, Cina, Argentina, India e naturalmente i paesi dell’Europa e del
Nord America. In Europa da quando l’Unione comunitaria ha compiuto la
sua costituzione con i suoi diversi trattati l’ora legale viene
stabilita di comune accordo con tutti i paesi membri, che la adottano
nello stesso periodo e alla stessa ora (si rispettano i diversi fusi
orari).
Tuttavia il Daylight Saving Time è stato
negli ultimi anni messi in discussione: discorsi di natura psicologica
dovuti ai cicli del sonno e al posticipo troppo tardo dell’orario
dell’alba, e di natura scientifica, legati a un reale valore di
risparmio energetico della misura, hanno fatto dubitare della reale
utilità dell’ora legale nel mondo contemporaneo, soprattutto a partire
dal XXI secolo. La Russia vi ha rinunciato 7 anni fa, la Cina ha smesso
di adottarla già a partire dal 1991, l’Argentina ha smesso dal 2009,
solo per fare alcuni esempi
Se per ora il fenomeno è da ascrivere al
mondo extraeuropeo ed extra Nord America, cioè mezzo mondo, anche
nell’Unione Europea nell’ultimo anno è nato un dibattito sull’ora
legale: il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha
annunciato qualche giorno fa che l’ora legale potrebbe essere abolita in
futuro. In realtà le richieste sarebbero arrivate soprattutto dai paesi
del Nord che d’estate sono sottoposti ad una durata del moto apparente
solare molto lunga, accentuando certi fenomeni depressivi tipici nei
paesi scandinavi. Per ora però il Parlamento Europeo avrebbe bocciato la
richiesta, ma se ne parlerà in futuro ha garantito Juncker.
Se nel prossimo futuro l’Unione Europea
dovesse rinunciare definitivamente all’ora legale resterebbe soltanto il
continente nord americano ad adottare completamente il DST, ovvero
circa un sesto della popolazione. Al di fuori del continente scoperto da
Colombo resterebbero soltanto Libano, Israele-Palestina, Iran, Cile.
Paesi come Brasile, Nuova Zelanda, Australia invece adottano il DST
soltanto in alcuni territori.
Nessun commento:
Posta un commento