La notizia è di quelle che farebbero salire il sangue agli occhi
anche a un santo. Ammonta infatti a quasi 9,4 milioni di euro l'assegno
di buonuscita che riceverà Mauro Moretti da Leonardo, l'azienda del
settore aerospaziale di Finmeccanica del quale è stato amministratore
delegato per soli tre anni. Il consiglio di amministrazione di Leonardo,
nella prima riunione del nuovo cda
tenutasi il 16 maggio scorso, "ha verificato la sussistenza dei
presupposti per l'attribuzione all'ex amministratore delegato e
direttore generale di un'indennità compensativa e risarcitoria pari a
9.262.000 euro oltre alle competenze di fine rapporto e di quanto
spettante in relazione ai diritti maturati nell'ambito della
partecipazione ai piani di incentivazione a breve e medio-lungo termine,
come riportati nella relazione sulla remunerazione della società". A
tale indennità, spiega ancora la nota, si aggiunge un importo di 180
mila euro "a fronte di rinunce specifiche effettuate" da Moretti
"nell'ambito della risoluzione del rapporto". A Moretti subentra
Profumo, anche lui ex presidente dell’Unicredit e persino del Monte dei
Paschi di Siena.
Moretti, durante il suo mandato di a.d di Leonardo, è stato condannato a sette anni per la strage di Viareggio, avvenuta quando era amministratore delle Ferrovie dello Stato.
Proprio in questi giorni, il rapporto annuale dell’Istat ha provato a radiografare – con criteri posti sulla graticola da sociologi come Schizzerotto – il boom delle disuguaglianze sociali nel nostro paese. Una forbice cresciuta enormemente in questi ultimi dieci anni e che in larga parte è determinata proprio dalla bassa retribuzione del lavoro. Una condizione che ha portato alla crescita della popolazione che vive in condizione di povertà relativa.
Ma in un paese dove solo le pensioni d’oro non possono essere toccate perché sono un “patto tra stato e cittadini” (criterio non valido invece per quelli massacrati dalla riforma Fornero); dove il tetto alle retribuzioni più ricche viene giudicato un disvalore mentre i tagli a quelle più basse una inevitabile necessità; dove si muore e ci si ammala di più perché non ci sono più i soldi per curarsi, leggere che un pessimo personaggio come Moretti, per soli tre anni di lavoro in una azienda si porti a casa 9,4 milioni di euro di buonuscita, è una notizia che invoca quasi naturalmente quello che Marx prima e il grande Edoardo Sanguineti poi definirono come un giustificato odio di classe. Una categoria della coscienza sociale completamente diversa da quella che gentaccia come Briatore liquida come "invidia". E' qualcosa, anzi molto di più.
Moretti, durante il suo mandato di a.d di Leonardo, è stato condannato a sette anni per la strage di Viareggio, avvenuta quando era amministratore delle Ferrovie dello Stato.
Proprio in questi giorni, il rapporto annuale dell’Istat ha provato a radiografare – con criteri posti sulla graticola da sociologi come Schizzerotto – il boom delle disuguaglianze sociali nel nostro paese. Una forbice cresciuta enormemente in questi ultimi dieci anni e che in larga parte è determinata proprio dalla bassa retribuzione del lavoro. Una condizione che ha portato alla crescita della popolazione che vive in condizione di povertà relativa.
Ma in un paese dove solo le pensioni d’oro non possono essere toccate perché sono un “patto tra stato e cittadini” (criterio non valido invece per quelli massacrati dalla riforma Fornero); dove il tetto alle retribuzioni più ricche viene giudicato un disvalore mentre i tagli a quelle più basse una inevitabile necessità; dove si muore e ci si ammala di più perché non ci sono più i soldi per curarsi, leggere che un pessimo personaggio come Moretti, per soli tre anni di lavoro in una azienda si porti a casa 9,4 milioni di euro di buonuscita, è una notizia che invoca quasi naturalmente quello che Marx prima e il grande Edoardo Sanguineti poi definirono come un giustificato odio di classe. Una categoria della coscienza sociale completamente diversa da quella che gentaccia come Briatore liquida come "invidia". E' qualcosa, anzi molto di più.
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