La cattiva alimentazione minaccia gli italiani che mangiano troppo e
male. Sono 1,9 milioni gli italiani che amano il cibo spazzatura. E sono
1,2 milioni gli italiani che si autodefiniscono ingordi, persone che
mangiano troppo di tutto.
Avanti così nei prossimi anni il numero di obesi potrebbe salire di oltre 15 milioni di persone, con costi sanitari e sociali aggiuntivi insostenibili. È il quadro che emerge dalla ricerca del Censis “Crescita e qualità della vita: le opportunità della Food policy”. Tra i più voraci ci sono gli anziani e le persone a bassa scolarità.
Sono dati “preoccupanti su tanti italiani”, afferma il Censis, “che consapevolmente mangiano male o troppo: cattive abitudini che comportano un alto rischio di insorgenza di patologie e costi per la sanita’”. Tra i millennial si registra la quota più alta di junk food lover. È facile prevedere che questi giovani una volta divenuti adulti non cambieranno facilmente il loro “stile” di vita.
Nel confronto internazionale relativo al 2014, con il 10,3% di obesi l’Italia si colloca in Europa al penultimo posto (meglio di noi solo la Romania), molto al di sotto della media dei 28 Paesi (15,9%) e più ancora rispetto ai tassi di obesità di Australia (27,9%) e Stati Uniti (38,2%). Oggi un adulto su otto nel mondo è obeso.
In dieci anni però gli obesi nel nostro Paese sono aumentati del 4%. E le persone sovrappeso sono il 36,1% in Italia (+6% in dieci anni): un valore poco superiore alla media Ue (35,7%) e ai valori di Australia (35,5%) e Stati Uniti (31,9%). Il costo sociale attuale di obesità e persone sovrappeso è stimato in 30 miliardi di euro: è quindi una priorità educare alla buona alimentazione, cioè alla buona dieta italiana.
Mangiare e bere moderatamente i tanti alimenti di origine vegetale e animale a nostra disposizione è la soluzione ai pericoli della cattiva alimentazione.
Avanti così nei prossimi anni il numero di obesi potrebbe salire di oltre 15 milioni di persone, con costi sanitari e sociali aggiuntivi insostenibili. È il quadro che emerge dalla ricerca del Censis “Crescita e qualità della vita: le opportunità della Food policy”. Tra i più voraci ci sono gli anziani e le persone a bassa scolarità.
Sono dati “preoccupanti su tanti italiani”, afferma il Censis, “che consapevolmente mangiano male o troppo: cattive abitudini che comportano un alto rischio di insorgenza di patologie e costi per la sanita’”. Tra i millennial si registra la quota più alta di junk food lover. È facile prevedere che questi giovani una volta divenuti adulti non cambieranno facilmente il loro “stile” di vita.
Nel confronto internazionale relativo al 2014, con il 10,3% di obesi l’Italia si colloca in Europa al penultimo posto (meglio di noi solo la Romania), molto al di sotto della media dei 28 Paesi (15,9%) e più ancora rispetto ai tassi di obesità di Australia (27,9%) e Stati Uniti (38,2%). Oggi un adulto su otto nel mondo è obeso.
In dieci anni però gli obesi nel nostro Paese sono aumentati del 4%. E le persone sovrappeso sono il 36,1% in Italia (+6% in dieci anni): un valore poco superiore alla media Ue (35,7%) e ai valori di Australia (35,5%) e Stati Uniti (31,9%). Il costo sociale attuale di obesità e persone sovrappeso è stimato in 30 miliardi di euro: è quindi una priorità educare alla buona alimentazione, cioè alla buona dieta italiana.
Mangiare e bere moderatamente i tanti alimenti di origine vegetale e animale a nostra disposizione è la soluzione ai pericoli della cattiva alimentazione.
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