“Una cosa è chiedere flessibilità nel rispetto delle regole. Un’altra
è pensare di essere il più furbo di tutti, essere cioè quello che le
regole non le rispetta”.
Matteo Renzi prende le distanze da Alexis Tsipras e si allinea ai euroburocrati di Bruxelles. “I negoziati li ha interrotti Varoufakis, purtroppo…”, fa notare il premier in una lunga intervista al direttore del Sole 24Ore Roberto Napoletano durante la quale sposa la linea di Angela Merkel e attacca a testa bassa il primo ministro greco.
“Il problema non è su chi ha sbagliato per primo, questo non è l’asilo”. Per Renzi il passato è il passato. E tutte le colpe ricadono, quindi, su Tsipras e compagni che hanno deciso di far saltare il tavolo indicendo il referendum. “Il punto è che la Grecia può ottenere condizioni diverse ma deve rispettare le regole – tuona – altrimenti non c’è più una comunità”. E incalza: “Scusi, noi abbiamo fatto la riforma delle pensioni: ma non è che abbiamo tolto le baby pensioni agli italiani per lasciarle ai greci eh! Noi abbiamo fatto la riforma del lavoro, ma non è che con i nostri soldi alcuni armatori greci possono continuare a non pagare le tasse. Potrei continuare”. Quindi, incalzato da Napoletano, mette in chiaro che, “se c’è il tana libera tutti sulle regole”, lo stesso deve valere per la Spagna e la Francia che nei prossimi mesi avranno delle scadenze da saldare. “Una cosa è chiedere flessibilità nel rispetto delle regole – puntualizza – un’altra è pensare di essere il più furbo di tutti, essere cioè quello che le regole non le rispetta. Noi vogliamo salvare la Grecia, ma devono volerlo anche i greci. Altrimenti non funziona”. Per questo considera il “no” del governo Tsipras “inutilmente ostinato”.
“Dare la colpa alla Germania di ciò che sta avvenendo in Grecia è un comodo alibi che non corrisponde alla realtà – insiste Renzi – dare sempre la colpa ai tedeschi non può essere una politica. Può tirare su il morale, ma non tira su l’economia”. Nell’intervista al Sole 24Ore ha solo parole di stima per la Merkel. “Ha provato davvero a trovare una soluzione – dice – credo che la mossa del referendum l’abbia spiazzata. Lei era in prima fila in Germania per fare un accordo anche contro la sua opinione pubblica”. La speranza di Renzi, come della maggior parte degli euroburocrati di Bruxelles, è che alla consultazione di domenica prossima vinca il “sì”. Ma avverte: “Adesso il rischio è che il referendum si trasformi in Merkel contro Tsipras. Sarebbe un errore ed è quello che vuole Alexis”.
Nella lunga chiacchierata con Napoletano, Renzi si premura di rassicurare gli italiani spiegando che il Belpaese è già fuori dalla linea del fuoco e che non rischia nulla da un eventuale default greco. “Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali – spiega – l’economia sta tornando alla crescita e l’ombrello della Bce ci mette al riparo”. E non manca di attaccare (senza nominarlo per nome e cognome) Silvio Berlusconi: “Noi ce li ricordiamo nel sorrisino di Cannes di Sarkozy quando sul banco degli imputati avevano messo noi. Qual è il nostro posto? Il nostro posto in passato era tra i problemi, adesso è tra quelli che provano a risolvere i problemi”.
Matteo Renzi prende le distanze da Alexis Tsipras e si allinea ai euroburocrati di Bruxelles. “I negoziati li ha interrotti Varoufakis, purtroppo…”, fa notare il premier in una lunga intervista al direttore del Sole 24Ore Roberto Napoletano durante la quale sposa la linea di Angela Merkel e attacca a testa bassa il primo ministro greco.
“Il problema non è su chi ha sbagliato per primo, questo non è l’asilo”. Per Renzi il passato è il passato. E tutte le colpe ricadono, quindi, su Tsipras e compagni che hanno deciso di far saltare il tavolo indicendo il referendum. “Il punto è che la Grecia può ottenere condizioni diverse ma deve rispettare le regole – tuona – altrimenti non c’è più una comunità”. E incalza: “Scusi, noi abbiamo fatto la riforma delle pensioni: ma non è che abbiamo tolto le baby pensioni agli italiani per lasciarle ai greci eh! Noi abbiamo fatto la riforma del lavoro, ma non è che con i nostri soldi alcuni armatori greci possono continuare a non pagare le tasse. Potrei continuare”. Quindi, incalzato da Napoletano, mette in chiaro che, “se c’è il tana libera tutti sulle regole”, lo stesso deve valere per la Spagna e la Francia che nei prossimi mesi avranno delle scadenze da saldare. “Una cosa è chiedere flessibilità nel rispetto delle regole – puntualizza – un’altra è pensare di essere il più furbo di tutti, essere cioè quello che le regole non le rispetta. Noi vogliamo salvare la Grecia, ma devono volerlo anche i greci. Altrimenti non funziona”. Per questo considera il “no” del governo Tsipras “inutilmente ostinato”.
“Dare la colpa alla Germania di ciò che sta avvenendo in Grecia è un comodo alibi che non corrisponde alla realtà – insiste Renzi – dare sempre la colpa ai tedeschi non può essere una politica. Può tirare su il morale, ma non tira su l’economia”. Nell’intervista al Sole 24Ore ha solo parole di stima per la Merkel. “Ha provato davvero a trovare una soluzione – dice – credo che la mossa del referendum l’abbia spiazzata. Lei era in prima fila in Germania per fare un accordo anche contro la sua opinione pubblica”. La speranza di Renzi, come della maggior parte degli euroburocrati di Bruxelles, è che alla consultazione di domenica prossima vinca il “sì”. Ma avverte: “Adesso il rischio è che il referendum si trasformi in Merkel contro Tsipras. Sarebbe un errore ed è quello che vuole Alexis”.
Nella lunga chiacchierata con Napoletano, Renzi si premura di rassicurare gli italiani spiegando che il Belpaese è già fuori dalla linea del fuoco e che non rischia nulla da un eventuale default greco. “Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali – spiega – l’economia sta tornando alla crescita e l’ombrello della Bce ci mette al riparo”. E non manca di attaccare (senza nominarlo per nome e cognome) Silvio Berlusconi: “Noi ce li ricordiamo nel sorrisino di Cannes di Sarkozy quando sul banco degli imputati avevano messo noi. Qual è il nostro posto? Il nostro posto in passato era tra i problemi, adesso è tra quelli che provano a risolvere i problemi”.
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