mercoledì 8 luglio 2015

Il NO greco inaugura un nuovo ruolo per Atene

Si continuano ancora ad ignorare le ragioni per cui i greci, domenica scorsa, avrebbero dovuto votare in massa per il SI al referendum sul piano d’austerità. E’ anzi già di per sé un successo, per i sostenitori del SI, che quest’ultimo abbia comunque raccolto un pur sempre dignitoso 30% e più. Il NO, ovviamente, l’ha fatta da padrone, superando il 60%.
Chi scrive quest’articolo era stato, almeno inizialmente, molto scettico circa la vittoria del NO. Tanti e tali erano stati i condizionamenti dall’esterno, soprattutto da parte di Bruxelles, che personalmente mi sarei aspettato che molti cittadini greci favorevoli al NO alla fine rinunciassero scegliendo, all’ultimo minuto, di votare per il SI.
Il ricatto di Schulz, della Merkel e di Junker, di continuare ad irrorare di liquidità le banche greche solo nel caso in cui avesse vinto il SI, rappresentava infatti una gravissima interferenza ed ingerenza negli affari interni greci. Un atteggiamento che, oltretutto, denota anche la mentalità politica e direi persino “coloniale” dei suoi responsabili, che davvero non vedono nulla di male nell’ingerire negli affari interni di un altro Stato pur di onorare le loro logiche tornacontiste.
Da questo punto di vista, è doveroso far notare come una certa sinistra (ma in parte anche una certa destra), che ha sempre qualcosa da ridire quando è il Papa ad ingerire su aborto, unioni civili, e così via, in questo caso abbia invece tranquillamente preferito soprassedere. Nessuno ha detto ai vertici europei e comunitari di starsene zitti, di non disturbare il popolo greco intento in un importante esercizio di democrazia diretta come il referendum. Semplice distrazione o mancanza di coerenza?
In ogni caso questo NO costituisce un bello schiaffo a tutti coloro che, in Europa, hanno sempre imposto alla Grecia i “viveri” (ma ovviamente in misura meno che minima) in cambio dell’austerità e di politiche e riforme pesantemente neoliberiste. Si recide il cordone ombelicale che teneva fino ad oggi la Grecia sotto il ricatto comunitario, ponendo così le condizioni affinché Atene possa, con questo risultato, non soltanto trattare da una maggior posizione di forza, ma anche sentirsi autorizzata a cercare il proprio futuro in altri lidi che non siano solo la Germania, la BCE o il Fondo Monetario Internazionale.
I BRICS sono all’orizzonte e, se avranno la volontà ed il coraggio di soccorrere Atene con le loro neonate istituzioni bancarie, potranno farlo. Di sicuro, prima che ad intervenire sia tutto il consesso degli Stati emergenti, a farsi avanti sarà uno dei suoi più solidi ed importanti rappresentanti, la Russia, che a guardar bene qualcosa in questo senso ha già fatto. Gli incontri fra Tsipras e Putin indicano un cambiamento degli equilibri nei Balcani a favore di Mosca, ed anche una possibile via per il futuro di Atene.
C’è poi anche un sostrato culturale, ascendente all’antichità bizantina, che lega Mosca ed Atene in una comune identità ortodossa. A molti ciò potrà apparire come un argomento piuttosto futile, ma è indubbio che proprio grazie a questa sua identità la Grecia potrebbe giocare, una volta liberatasi da certi lacci e lacciuoli, un importante ruolo di ponte e di cerniera fra Est ed Ovest, tra la Russia e l’Europa. E, ovviamente, pure la sua economia ne potrebbe trarre importanti benefici.
Ciò andrebbe oltretutto a favore della strategia cinese della Nuova Via e della Nuova Cintura della Seta, che è un percorso non soltanto di terra, attraverso l’Asia Centrale, ma anche marittimo, tramite l’Oceano Indiano verso il Mediterraneo. I porti greci, a cominciare dal Pireo, hanno per la Cina un altissimo valore strategico. E che Cina e Russia costituiscano oggi un potente sodalizio ormai non è più un mistero per nessuno.
La Grecia potrebbe quindi diventare il terminale mediterraneo dell’Oriente, sfruttando al contempo il suo tradizionale ruolo di culla e “primo miglio” dell’Occidente. Una cerniera, un ponte, come già dicevamo: e sicuramente questo NO di domenica sarà propedeutico al raggiungimento di tale status.

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