Pecunia non olet, ma il debito puzza sempre. Però ci vuole fiuto per
distinguere un debito dall'odore insopportabile e uno che vabbé, non è
proprio Chanel numero 5 ma quasi...
Metafore? Mica tanto. Il giornale economico francese La Tribune rivela che lo "Stato federale della Carinzia" (regione austriaca nota anche per aver partorito uno dei primi populisti fascisti dell'ultimo ventennio, Jorg Heider) si ritrova con debito piuttosto serio nei confronti di un altro stato federale. Non austriaco, come si potrebbe pensare, ma tedesco. E non uno staterello federale minore, ma nientepopodimeno che la Baviera, governata da sempre dalla Csu, ovvero democristiani criptofascisti che sbarrano gli occhi per l'orrore quando sentono parlare di "piani di aiuto" verso la Grecia o altri paesi "meridionali".
La storia di questo debito è assolutamente identica a tante altre: una banca, una gestione clientelare orientata dalla "politica", molta corruzione, investimenti folli, socializzazione delle perdite a carico dello Stato, ecc; ed è stata così efficacemente riassunta dal giornale eunews.it/:
Protagonista della complicata vicenda è la banca Hypo Group Alpe Adria, una delle più attive dell’Austria a inizio anni 2000. Fino al 2007 le quote di maggioranza dell’istituto erano nelle mani del land austriaco della Carinzia, all’epoca guidato dall’astro nascente della politica di estrema destra Jörg Haider (morto nel 2008 in un incidente stradale). Nel marzo 2007 la Carinzia ha venduto le sue quote alla banca regionale pubblica bavarese Bayerische Landesbank (BayernLB). Lo scoppio della crisi finanziaria mondiale ha poi fatto il resto. La BayernLB si è presto trovata in difficoltà, mentre la Hypo Group Alpe Adria ha cominciato a essere sommersa dai debiti che non è più stata in grado di ripagare. Davanti a una situazione diventata ormai ingestibile, nel dicembre 2009 la Carinzia ha deciso di nazionalizzare la banca comprandola al prezzo simbolico di un euro.
Poco tempo dopo lo stato federale austriaco ha creato la “bad bank” Heta, per concentrare al suo interno tutti i risultati di una spregiudicata malagestione finanziaria della Hypo Group Alpe Adria durata quasi un decennio. Tutto sembrava avviarsi pian piano verso una soluzione quando, nel marzo scorso, è arrivata l’ennesima cattiva notizia: nei conti dell’Heta viene scovato un nuovo buco da 7,6 miliardi di euro, pari al 2,3% del Pil austriaco. A questo punto la Austrian Financial Market Authority (FMA) non ha potuto fare altro che sospendere qualsiasi pagamento ai creditori fino a marzo 2016, cercando nel frattempo di ottenere una ristrutturazione del debito cresciuto ormai a dismisura.
L’8 maggio l’ennesima tegola cade sulla testa dello Stato austriaco. La Corte regionale di Monaco ha condannato Vienna a pagare 2,75 miliardi di euro alla BayernLB, pari alla cifra (più interessi) che la banca bavarese aveva versato nelle casse della Hypo Group Alpe Adria nel 2009 per tentare di risollevarla dalla tremenda crisi nella quale era piombata. Soldi, ovviamente, mai restituiti. “Ora l’Austria deve assumersi le proprie responsabilità e ripagare i suoi debiti” ha dichiarato dopo la sentenza Johannes-Joerg Riegler, Chief Executive di BayernLB. I legali di Heta hanno subito presentato ricorso alla Corte Suprema e intanto l’Austria ha detto che non pagherà. “Il Governo non butterà un altro euro dei contribuenti nell’Heta” commentò il ministro delle Finanze autriaco, Jörg Schelling. Il rischio era quello di portare al fallimento lo Stato federale della Carinzia.
Ognuno ha le tasche che ha, e quindi la Carinzia ha chiesto alla Baviera di... ristrutturare il debito. Proprio come Atene con l'Unione Europea.
La cifra che si vorrebbe veder tagliata è certo più bassa (la Carinzia conta ancora meno della Grecia, quanto a percentuali del Pil europeo): appena un miliardo e mezzo, euro più euro meno.
La questione, pur riguardando uno stato federale (o una regione, nella nostra terminologia, anche se l'assetto istituzionale è molto diverso), è chiaramente di livello politico nazionale; quindi è stata portata all'attenzione di Angela Merkel e del terribile Wolfgang Schaeuble.
Come pensate che abbiano risposto? Che i debiti sono debiti e vanno ripagati per intero, spremendo la popolazione interna fino a costringerla a emigrare?
Nein. Un austriaco non è un greco, vale di più agli occhi di un tedesco (in fondo un anschluss glielo hanno già imposto una volta, nel 1938, ma quello era più terribile di Schaeuble, forse). Quindi, vabbè, non è proprio una procedura che ci piace, ma in fondo che c'è di male, tra noi che parliamo la stessa lingua?
Siccome al ridicolo dei "due pesi, due misure" non c'è limite, la Merkel ha trovato persino qualcuno "più a sinistra" di lei in questa faccenda. Gli stessi bavaresi che vorrebbero la Grecia appesa per i piedi fuori dalla porta della Ue, hanno immediatamente rilanciato: macché sconto sul debito, ai carinziani glielo abboniamo del tutto!
Metafore? Mica tanto. Il giornale economico francese La Tribune rivela che lo "Stato federale della Carinzia" (regione austriaca nota anche per aver partorito uno dei primi populisti fascisti dell'ultimo ventennio, Jorg Heider) si ritrova con debito piuttosto serio nei confronti di un altro stato federale. Non austriaco, come si potrebbe pensare, ma tedesco. E non uno staterello federale minore, ma nientepopodimeno che la Baviera, governata da sempre dalla Csu, ovvero democristiani criptofascisti che sbarrano gli occhi per l'orrore quando sentono parlare di "piani di aiuto" verso la Grecia o altri paesi "meridionali".
La storia di questo debito è assolutamente identica a tante altre: una banca, una gestione clientelare orientata dalla "politica", molta corruzione, investimenti folli, socializzazione delle perdite a carico dello Stato, ecc; ed è stata così efficacemente riassunta dal giornale eunews.it/:
Protagonista della complicata vicenda è la banca Hypo Group Alpe Adria, una delle più attive dell’Austria a inizio anni 2000. Fino al 2007 le quote di maggioranza dell’istituto erano nelle mani del land austriaco della Carinzia, all’epoca guidato dall’astro nascente della politica di estrema destra Jörg Haider (morto nel 2008 in un incidente stradale). Nel marzo 2007 la Carinzia ha venduto le sue quote alla banca regionale pubblica bavarese Bayerische Landesbank (BayernLB). Lo scoppio della crisi finanziaria mondiale ha poi fatto il resto. La BayernLB si è presto trovata in difficoltà, mentre la Hypo Group Alpe Adria ha cominciato a essere sommersa dai debiti che non è più stata in grado di ripagare. Davanti a una situazione diventata ormai ingestibile, nel dicembre 2009 la Carinzia ha deciso di nazionalizzare la banca comprandola al prezzo simbolico di un euro.
Poco tempo dopo lo stato federale austriaco ha creato la “bad bank” Heta, per concentrare al suo interno tutti i risultati di una spregiudicata malagestione finanziaria della Hypo Group Alpe Adria durata quasi un decennio. Tutto sembrava avviarsi pian piano verso una soluzione quando, nel marzo scorso, è arrivata l’ennesima cattiva notizia: nei conti dell’Heta viene scovato un nuovo buco da 7,6 miliardi di euro, pari al 2,3% del Pil austriaco. A questo punto la Austrian Financial Market Authority (FMA) non ha potuto fare altro che sospendere qualsiasi pagamento ai creditori fino a marzo 2016, cercando nel frattempo di ottenere una ristrutturazione del debito cresciuto ormai a dismisura.
L’8 maggio l’ennesima tegola cade sulla testa dello Stato austriaco. La Corte regionale di Monaco ha condannato Vienna a pagare 2,75 miliardi di euro alla BayernLB, pari alla cifra (più interessi) che la banca bavarese aveva versato nelle casse della Hypo Group Alpe Adria nel 2009 per tentare di risollevarla dalla tremenda crisi nella quale era piombata. Soldi, ovviamente, mai restituiti. “Ora l’Austria deve assumersi le proprie responsabilità e ripagare i suoi debiti” ha dichiarato dopo la sentenza Johannes-Joerg Riegler, Chief Executive di BayernLB. I legali di Heta hanno subito presentato ricorso alla Corte Suprema e intanto l’Austria ha detto che non pagherà. “Il Governo non butterà un altro euro dei contribuenti nell’Heta” commentò il ministro delle Finanze autriaco, Jörg Schelling. Il rischio era quello di portare al fallimento lo Stato federale della Carinzia.
Ognuno ha le tasche che ha, e quindi la Carinzia ha chiesto alla Baviera di... ristrutturare il debito. Proprio come Atene con l'Unione Europea.
La cifra che si vorrebbe veder tagliata è certo più bassa (la Carinzia conta ancora meno della Grecia, quanto a percentuali del Pil europeo): appena un miliardo e mezzo, euro più euro meno.
La questione, pur riguardando uno stato federale (o una regione, nella nostra terminologia, anche se l'assetto istituzionale è molto diverso), è chiaramente di livello politico nazionale; quindi è stata portata all'attenzione di Angela Merkel e del terribile Wolfgang Schaeuble.
Come pensate che abbiano risposto? Che i debiti sono debiti e vanno ripagati per intero, spremendo la popolazione interna fino a costringerla a emigrare?
Nein. Un austriaco non è un greco, vale di più agli occhi di un tedesco (in fondo un anschluss glielo hanno già imposto una volta, nel 1938, ma quello era più terribile di Schaeuble, forse). Quindi, vabbè, non è proprio una procedura che ci piace, ma in fondo che c'è di male, tra noi che parliamo la stessa lingua?
Siccome al ridicolo dei "due pesi, due misure" non c'è limite, la Merkel ha trovato persino qualcuno "più a sinistra" di lei in questa faccenda. Gli stessi bavaresi che vorrebbero la Grecia appesa per i piedi fuori dalla porta della Ue, hanno immediatamente rilanciato: macché sconto sul debito, ai carinziani glielo abboniamo del tutto!
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