L’avvio del prossimo anno scolastico “sarà quasi un calvario per le scuole italiane”. Lo sottolineano
gli esperti di Tuttoscuola, che puntano il dito contro il ritardo di
approvazione definitiva della legge sulla Buona Scuola. Un “ritardo
inevitabile anche se si decidesse in extremis di spacchettare il piano
di assunzioni”. Per Tuttoscuola i 101 mila docenti di cui il Miur ha
previsto l’assunzione, “con ogni probabilità arriveranno verso Natale” e
fino ad allora dovranno essere nominati supplenti, senza poter
garantire ai ragazzi una continuità didattica.
La differenza rispetto ai ritardi e le difficoltà, che accompagnano ogni anno l’avvio dell’anno scolastico, è che questa volta le difficoltà potrebbero riguardare la totalità dei territori. Inoltre nelle grandi città metropolitane, “dove le procedure di nomine hanno ormai cronicamente tempi lunghi” gli esperti prevedono che “vi potrebbero essere in successione più nomine di supplenti fino all’arrivo dell’avente titolo: prima i supplenti nominati dal dirigente scolastico, poi quelli nominati dagli ex-provveditorati agli studi (Usp) e poi i nuovi immessi in ruolo. “In barba alla continuità didattica”.
Italicum come la Buona Scuola? Questa settimana cominciano il dibattito e le votazioni su due leggi che riguardano, da una parte, il funzionamento del sistema politico in generale (il cosiddetto Italicum sulla legge elettorale), e dall’altra il funzionamento del sistema scolastico, il Ddl sulla Buona Scuola. “Se Renzi appare sempre più deciso a far passare la nuova legge elettorale alla Camera anche rischiando la spaccatura del Pd e giungendo a chiedere il voto di fiducia su di essa, - sottolineano gli osservatori - analoga sembra essere la prospettiva del Disegno di legge sulla scuola”.
Lungo l’iter parlamentare della riforma infatti, ci sono circa 2.400 emendamenti, da vagliare, senza contare “l’opposizione dura e unitaria (anche se con sfumature e motivazioni diverse) dei cinque sindacati ‘rappresentativi’ e delle tante sigle soprattutto di precari”. Allo stesso tempo urgono misure necessarie per l’assunzione dei cocenti precari. “Anche in questo caso, - comentano gli esperti - recepito un certo numero di emendamenti, sostenuti anche dall’interno della maggioranza, potrebbe riaffacciarsi l’ipotesi del ricorso al decreto legge, e non solo per le assunzioni. Destini paralleli per le due leggi simbolo dell’era Renzi?
La differenza rispetto ai ritardi e le difficoltà, che accompagnano ogni anno l’avvio dell’anno scolastico, è che questa volta le difficoltà potrebbero riguardare la totalità dei territori. Inoltre nelle grandi città metropolitane, “dove le procedure di nomine hanno ormai cronicamente tempi lunghi” gli esperti prevedono che “vi potrebbero essere in successione più nomine di supplenti fino all’arrivo dell’avente titolo: prima i supplenti nominati dal dirigente scolastico, poi quelli nominati dagli ex-provveditorati agli studi (Usp) e poi i nuovi immessi in ruolo. “In barba alla continuità didattica”.
Italicum come la Buona Scuola? Questa settimana cominciano il dibattito e le votazioni su due leggi che riguardano, da una parte, il funzionamento del sistema politico in generale (il cosiddetto Italicum sulla legge elettorale), e dall’altra il funzionamento del sistema scolastico, il Ddl sulla Buona Scuola. “Se Renzi appare sempre più deciso a far passare la nuova legge elettorale alla Camera anche rischiando la spaccatura del Pd e giungendo a chiedere il voto di fiducia su di essa, - sottolineano gli osservatori - analoga sembra essere la prospettiva del Disegno di legge sulla scuola”.
Lungo l’iter parlamentare della riforma infatti, ci sono circa 2.400 emendamenti, da vagliare, senza contare “l’opposizione dura e unitaria (anche se con sfumature e motivazioni diverse) dei cinque sindacati ‘rappresentativi’ e delle tante sigle soprattutto di precari”. Allo stesso tempo urgono misure necessarie per l’assunzione dei cocenti precari. “Anche in questo caso, - comentano gli esperti - recepito un certo numero di emendamenti, sostenuti anche dall’interno della maggioranza, potrebbe riaffacciarsi l’ipotesi del ricorso al decreto legge, e non solo per le assunzioni. Destini paralleli per le due leggi simbolo dell’era Renzi?
Nessun commento:
Posta un commento