In Italia e in buona parte del mondo occidentale la pressione fiscale sta diventando sempre più altissima e insostenibile.
Quasi tutti ormai denunciano ciò, ma sono ancora ben pochi quelli che cercano di capire ciò che sta eventualmente dietro ciò.
Difatti, al di là delle mere questioni economiche e sociali che possono portare all’aumento del fisco da parte dei governi, dietro alla spropositata pressione fiscale odierna ci sono progetti, interessi e convergenze politiche ben più ampie .
Tenendo conto che la classe media è sempre stata il motore delle economie occidentali, da tempo sembra che ci sia l’obiettivo di distruggerla da parte di certe scellerate politiche fiscali e non, politiche che più ai meri interessi di questo o quel governo, sembrano dipendere da gruppi di potere che dirigono o cercano di dirigere la politica.
Infatti, la pressione fiscale “stranamente” colpisce sempre più spesso i settori produttivi delle nazioni, specialmente la piccola e media borghesia, mentre non tocca quasi minimamente l’attuale cosiddetta “alta borghesia” rappresentata dalla grande finanza e da certe compagnie industriali e imprenditoriali multinazionali.
Le varie agenzie fiscali come Equitalia o la statunitense I.R.S. sono solamente degli esecutori, e non causa principale del problema, che va ricercata semmai negli interessi dei gruppi di potere egemoni che tendono a distruggere ogni possibile ed eventuale concorrenza, e mirando al proseguimento di determinati progetti, usano assai spesso la politica e a volte anche apparati governativi come strumento per i propri interessi.
Com’è chiaro ormai a molti, l’obiettivo di tali “poteri forti”, che vanno dall’alta finanza alle multinazionali più potenti passando per altre influenti lobby, è la costruzione di un nuovo modello sociale, che miri a rendere sempre più obsoleta l’influenza della classe media, portando verso una direzione più oligarchica e meno democratica, con la sempre più crescente divisione tra due classi: la cosiddetta “élite” dei super-ricchi e il popolo considerato “schiavo” di essi, senza l’equilibrio che garantivano gli elementi della classe media, che verranno per la maggior parte impoveriti, mentre solo una piccolissima minoranza potrà entrare a far parte delle classi più influenti.
Anche se detto così, ciò sembra ancora inverosimile e “catastrofista”, è proprio quello che gradualmente sta avvenendo, e non è altro che l’obiettivo economico del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale” e dei gruppi di potere che ne stanno dietro.
Non a caso, tali gruppi di potere per consolidare la loro “guerra di classe” hanno spesso e volentieri diretto e guidato “opposti” schieramenti ideologici e politici, sia di destra che di sinistra, innescato o strumentalizzato conflitti di interessi economici, per giungere a una “sintesi” che facesse il loro interesse prima di tutto, con qualche contentino per le categorie che si voleva avvantaggiare momentaneamente.
Dal loro punto di vista, l’utilizzo del “capitalismo selvaggio” e di comunismo e ideologie cosiddette “liberal” è geniale, essendo entrambi, per motivi diversi, basati sulla distruzione della classe media.
Il punto è che ovviamente l’utilizzo di ciò non ha a che vedere con gli interessi di questi gruppi: essi non vogliono il “libero mercato” liberale/liberista, o la “società senza classi” socialista, ma per i “non adatti” al loro sistema, la spietata concorrenza e mercificazione ( per ciò hanno usato e/o usano il consumismo e il liberismo selvaggio ) e una sempre più forte massificazione/collettivizzazione ( per ciò hanno usato e/o usano il comunismo o presunto tale ).
Intanto, si è arrivati a demonizzare tutta la classe media in sé, vista da parte liberal/liberista come troppo poco “flessibile”, e da parte comunista/liberal etichettata demagogicamente come “sfruttatrice” in sé, non tenendo conto del fatto che la parte sfruttatrice esistente in essa è praticamente una minoranza, e spesso e volentieri i propagandisti di tali ideologie o sono legati ad essa, o difendono gli interessi dei gruppi di potere ancora più forti, per scopi puramente d’interesse e tutt’altro che “rivoluzionari” ( per fare un’esempio, si pensi al super-ricco “rivoluzionario” George Soros, ma ciò vale anche per tanti altri ).
Per concludere, c’è da dire che di tali tematiche, già trattate ampiamente su questo blog, sarebbe necessario parlarne in modo più approfondito in altri articoli, per fare comprendere meglio la questione.
Quasi tutti ormai denunciano ciò, ma sono ancora ben pochi quelli che cercano di capire ciò che sta eventualmente dietro ciò.
Difatti, al di là delle mere questioni economiche e sociali che possono portare all’aumento del fisco da parte dei governi, dietro alla spropositata pressione fiscale odierna ci sono progetti, interessi e convergenze politiche ben più ampie .
Tenendo conto che la classe media è sempre stata il motore delle economie occidentali, da tempo sembra che ci sia l’obiettivo di distruggerla da parte di certe scellerate politiche fiscali e non, politiche che più ai meri interessi di questo o quel governo, sembrano dipendere da gruppi di potere che dirigono o cercano di dirigere la politica.
Infatti, la pressione fiscale “stranamente” colpisce sempre più spesso i settori produttivi delle nazioni, specialmente la piccola e media borghesia, mentre non tocca quasi minimamente l’attuale cosiddetta “alta borghesia” rappresentata dalla grande finanza e da certe compagnie industriali e imprenditoriali multinazionali.
Le varie agenzie fiscali come Equitalia o la statunitense I.R.S. sono solamente degli esecutori, e non causa principale del problema, che va ricercata semmai negli interessi dei gruppi di potere egemoni che tendono a distruggere ogni possibile ed eventuale concorrenza, e mirando al proseguimento di determinati progetti, usano assai spesso la politica e a volte anche apparati governativi come strumento per i propri interessi.
Com’è chiaro ormai a molti, l’obiettivo di tali “poteri forti”, che vanno dall’alta finanza alle multinazionali più potenti passando per altre influenti lobby, è la costruzione di un nuovo modello sociale, che miri a rendere sempre più obsoleta l’influenza della classe media, portando verso una direzione più oligarchica e meno democratica, con la sempre più crescente divisione tra due classi: la cosiddetta “élite” dei super-ricchi e il popolo considerato “schiavo” di essi, senza l’equilibrio che garantivano gli elementi della classe media, che verranno per la maggior parte impoveriti, mentre solo una piccolissima minoranza potrà entrare a far parte delle classi più influenti.
Anche se detto così, ciò sembra ancora inverosimile e “catastrofista”, è proprio quello che gradualmente sta avvenendo, e non è altro che l’obiettivo economico del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale” e dei gruppi di potere che ne stanno dietro.
Non a caso, tali gruppi di potere per consolidare la loro “guerra di classe” hanno spesso e volentieri diretto e guidato “opposti” schieramenti ideologici e politici, sia di destra che di sinistra, innescato o strumentalizzato conflitti di interessi economici, per giungere a una “sintesi” che facesse il loro interesse prima di tutto, con qualche contentino per le categorie che si voleva avvantaggiare momentaneamente.
Dal loro punto di vista, l’utilizzo del “capitalismo selvaggio” e di comunismo e ideologie cosiddette “liberal” è geniale, essendo entrambi, per motivi diversi, basati sulla distruzione della classe media.
Il punto è che ovviamente l’utilizzo di ciò non ha a che vedere con gli interessi di questi gruppi: essi non vogliono il “libero mercato” liberale/liberista, o la “società senza classi” socialista, ma per i “non adatti” al loro sistema, la spietata concorrenza e mercificazione ( per ciò hanno usato e/o usano il consumismo e il liberismo selvaggio ) e una sempre più forte massificazione/collettivizzazione ( per ciò hanno usato e/o usano il comunismo o presunto tale ).
Intanto, si è arrivati a demonizzare tutta la classe media in sé, vista da parte liberal/liberista come troppo poco “flessibile”, e da parte comunista/liberal etichettata demagogicamente come “sfruttatrice” in sé, non tenendo conto del fatto che la parte sfruttatrice esistente in essa è praticamente una minoranza, e spesso e volentieri i propagandisti di tali ideologie o sono legati ad essa, o difendono gli interessi dei gruppi di potere ancora più forti, per scopi puramente d’interesse e tutt’altro che “rivoluzionari” ( per fare un’esempio, si pensi al super-ricco “rivoluzionario” George Soros, ma ciò vale anche per tanti altri ).
Per concludere, c’è da dire che di tali tematiche, già trattate ampiamente su questo blog, sarebbe necessario parlarne in modo più approfondito in altri articoli, per fare comprendere meglio la questione.
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