La famiglia Cucchi non si arrende: è stata infatti notificata il 14 di
aprile agli avvocati degli agenti della polizia penitenziaria il
ricorso in cassazione sia da parte della Procura generale della
Repubblica (a firma del sostituto procuratore Remus e del procuratore
generale capo Marini) in merito al processo di primo grado, sia i
ricorsi in cassazione da parte dell’avvocato Gamberini (per conto di
Giovanni Cucchi) e dell’avvocato Anselmo
(per conto di Rita Calori e Ilaria Cucchi) riguardo il proscioglimento
dei tre agenti della penitenziaria.
Il processo Cucchi come prevedibile giunge alla sua fase conclusiva; dopo le sentenze di primo e secondo grado, che non sono riuscite ad assicurare alla giustizia il vero colpevole per l’omicidio di Stefano Cucchi, la famiglia di Stefano si rivolge alla Cassazione per cercare di fare chiarezza su un caso che, allo stato attuale, ha una verità processuale ma non effettiva. La conclusione del processo di appello ha infatti scagionato gli agenti della penitenziaria oltre ogni ragionevole dubbio, ma non ha suggerito alcuna possibile svolta che potesse dare alla famiglia Cucchi la verità sulla morte di Stefano. Può la Cassazione, che ha solo funzione di verificare la regolarità del processo, assolvere questo compito?
Il processo Cucchi come prevedibile giunge alla sua fase conclusiva; dopo le sentenze di primo e secondo grado, che non sono riuscite ad assicurare alla giustizia il vero colpevole per l’omicidio di Stefano Cucchi, la famiglia di Stefano si rivolge alla Cassazione per cercare di fare chiarezza su un caso che, allo stato attuale, ha una verità processuale ma non effettiva. La conclusione del processo di appello ha infatti scagionato gli agenti della penitenziaria oltre ogni ragionevole dubbio, ma non ha suggerito alcuna possibile svolta che potesse dare alla famiglia Cucchi la verità sulla morte di Stefano. Può la Cassazione, che ha solo funzione di verificare la regolarità del processo, assolvere questo compito?
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