giovedì 23 marzo 2017

Gentiloni abolisce i voucher e (forse) salta il fosso dei referendum

I voucher sono stati aboliti. Quelli già acquistati si potranno utilizzare fino al 31 dicembre 2017, “per evitare impatti negativi”. Il decreto dell’esecutivo, varato dal Consiglio dei Ministri, ha abrogato le norme sui voucher e sugli appalti, ripristinando la responsabilità solidale e accogliendo la proposta Pd emersa dalla commissione Lavoro della Camera e votata anche da M5S, MDP e Sinistra italiana.
Il premier Gentiloni e il Governo hanno preferito evitare l’insidia della doppia consultazione popolare voluta dalla Cgil “nella consapevolezza che l’Italia non ha certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi”, come ha spiegato il successore di Renzi a Palazzo Chigi.
Il decreto legge è indubbiamente un passo deciso ma non basta per evitare un referendum. Occorre una legge approvata che sostituisca quella precedente e che consenta alla Corte di ritenere il referendum superato.
Il cambio di rotta del governo ha profondamente turbato i sostenitori di queste misure. Il segretario di “Scelta Civica”, Enrico Zanetti, ha bocciato la decisione dell’esecutivo, bollandola come “priva di dignità politica”.
Per l’ex viceministro dell’Economia l’esecutivo sta facendo il “gioco delle tre carte sulle spalle delle famiglie italiane e delle piccole aziende, soprattutto del settore agricolo”.
Il capogruppo di Area Popolare, Maurizio Lupi, ha già annunciato il voto contrario del suo gruppo: “Abrogare i voucher per evitare un referendum è il classico caso in cui si butta via il bambino con l’acqua sporca. È come eliminare i semafori perché c’è chi passa col rosso”.
Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, ha parlato di “balzo indietro” e di “schizofrenia legislativa”.
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha fatto sapere che sarebbe preferibile affrontare la prova del referendum. Contraria anche Confcommercio, che l’ha definita una vicenda “dall’epilogo paradossale”.
Esulta, invece, il leader della Fiom, Maurizio Landini, tra i primi promotori dei referendum (compreso quello sull’articolo 18, non ammesso dalla Corte costituzionale).
Landini ha sottolineato anche l’importanza del quesito referendario per la reintroduzione della responsabilità solidale negli appalti, che riguarda “milioni di persone”.
Rispetto all’allarme lanciato da molti, secondo i quali la cancellazione dei voucher potrebbe far aumentare il lavoro nero, il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha fatto notare che i buoni lavoro “sembrano aver dato un contributo relativo e molto limitato all’emersione del sommerso”, come aveva spiegato già in audizione in Parlamento a febbraio.
“E’ evidente – ha precisato Boeri – che c’è stato un abuso però ci sono tanti modi per tenere la situazione sotto controllo e anche noi ci siamo candidati per fare i controlli”.
Secondo il presidente dell’Inps, però, “probabilmente bisognerà trovare un altro strumento” per venire incontro alle esigenze delle piccole imprese.
C’è chi parla di strappo di Gentiloni con il suo predecessore, chi la vede come una furbata e chi, infine, parla di trappolone dello stesso Renzi per rendere inviso Gentiloni a Confindustria, ai centristi e a chi ha ispirato e sostenuto, in Italia e in Europa, le scelte renziane che, in questi anni, hanno contribuito a scaricare costi e contraddizioni della crisi sul mondo del lavoro.

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