Sarebbe perfino buffo vedere quanto Obama tenga alla tenuta della Ue,
quanto si dia da fare per auspicare in chiaro, ordinare sottotraccia,
minacciare con sorprendenti inchieste giornalistiche tra Panama e
Washington i piccoli oligarchi europei,perché non gli venga in mente di
non battersi fino all’ultimo respiro per la magnifica costrizione. Dico
buffo a favore di certa sinistra che non sapendo dove sbattere
ideologicamente la testa, ha venduto l’idea che l’Unione fosse un
baluardo contro lo strapotere statunitense: mai come oggi ci accorgiamo
invece che essa è un prodotto americano, costruito intorno alla
ideologia ultra liberista di oltre atlantico, una facility geopolitica
per non star dietro a troppi stati e allo sviluppo dei loro interessi
dopo la guerra fredda. E che oggi è uno strumento indispensabile per far
passare il Ttip e dare un po’ di respiro e territorio di conquista a
un’economia Usa che cresce solo sulla carta. Anzi di più per rendere
esplicito il dominio e l’egemonia statunitensi tramite multinazionali,
trascinare il continente nel conflitto euroasiatico che Washington sta
preparando, condizionare e dominare tramite piccole elites subalterne
che niente hanno a che vedere con la democrazia vera e men che meno i
popoli che anzi vengono irrisi e bastonati.
Certo i problemi non mancano sulla via di questa europa a stelle e strisce, c’è la possibilità di un Brexit britannico e ci sono state le tentazioni di Cameron di non opporsi poi troppo a questo esito, subito “avvisato” tramite la famosa “inchiesta” panamense che lo ha sfiorato in merito ai paradisi fiscali, Poi c’è stato lo strappo della Merkel sul nord stream russo, prontamente punito con lo scandalo Volkswagen, creato sulla base di un test artigianale pubblicato già un anno prima dei clamori sulle emissioni e subito dopo si è evidenziato il declino della cancelliera sul problema dei migranti che gli stessi Usa hanno caoticamente creato tanto che ormai essa è diventata volente o nolente Ttip addict, nonostante le gigantesche manifestazioni contro il trattato. Più recentemente c’è stato il referendum olandese con il no all’Ucraina di cui a Bruxelles si dono fatti beffe, ma che son o un campanello da allarme rosso. E dunque Obama si è precipitato a riannodare le fila. Purtroppo per lui il carattere principale del Ttip. quello cioè di concedere alle multinazionali una funzione legislativa di fatto e attraverso questa una capacità effettiva di dominio extra democratico, è venuta fuori sempre più chiaramente, nonostante le litanie degli esperti, i salmi degli oligarchi i responsori dei media volti a farne solo uno strumento di razionalizzazione e crescita commerciale.
Una sordida presa in giro che persino i chierici del liberismo non hanno potuto sostenere fino in fondo: alla fine del 2013 Cameron aveva affidato al London School of economics – fino a trent’anni fa una scuola per le classi dirigenti del cosiddetto mondo libero, oggi divenuto lucroso masterificio per ingenui e furbacchioni, comunque una porta santa distaccata della scuola di Chicago – uno studio per far scoprire ai sudditi di sua maestà tutti i vantaggi del Ttip. Purtroppo però ne uscito un durissimo atto di accusa nel quale il Trattato transatlantico viene definito privo di vantaggi per il Regno unito, ma pieno di rischi, ovvero “lots of risks and no benefit”. con tanto di esempi inquietanti che vanno dall’Argentina, al Canada, all’Australia (il testo integrale è qui) . Accidenti mica Cameron poteva darlo in pasto al pubblico, sarebbe stato esplosivo, così lo ha secretato e solo dopo la causa intentata da una organizzazione di cittadinanza attiva il Global Justice Now è stato costretto a renderlo pubblico. Un disastro per Cameron come se non fosse bastato l’antipatia che il fare impositivo di Obama ha suscitato a Londra:è venuto spontaneo vedere come opzione europea e Ttip, siano ormai strettamente collegati. Come siano in realtà un solo e unico pacchetto.
Certo l’idea di Europa come ancora vive nella testa di molte persone è l’esatto opposto di tutto questo, ma con un gioco di prestigio informativo essa è utilizzata per esaltare e far passare il suo contrario. Non serve nemmeno il bastone, basta coltivare in serra le illusioni di chi ad esempio, considera un eventuale Brexit come un dramma e non si rende conto che non ci sarà nessuna Europa con questa Europa.
Certo i problemi non mancano sulla via di questa europa a stelle e strisce, c’è la possibilità di un Brexit britannico e ci sono state le tentazioni di Cameron di non opporsi poi troppo a questo esito, subito “avvisato” tramite la famosa “inchiesta” panamense che lo ha sfiorato in merito ai paradisi fiscali, Poi c’è stato lo strappo della Merkel sul nord stream russo, prontamente punito con lo scandalo Volkswagen, creato sulla base di un test artigianale pubblicato già un anno prima dei clamori sulle emissioni e subito dopo si è evidenziato il declino della cancelliera sul problema dei migranti che gli stessi Usa hanno caoticamente creato tanto che ormai essa è diventata volente o nolente Ttip addict, nonostante le gigantesche manifestazioni contro il trattato. Più recentemente c’è stato il referendum olandese con il no all’Ucraina di cui a Bruxelles si dono fatti beffe, ma che son o un campanello da allarme rosso. E dunque Obama si è precipitato a riannodare le fila. Purtroppo per lui il carattere principale del Ttip. quello cioè di concedere alle multinazionali una funzione legislativa di fatto e attraverso questa una capacità effettiva di dominio extra democratico, è venuta fuori sempre più chiaramente, nonostante le litanie degli esperti, i salmi degli oligarchi i responsori dei media volti a farne solo uno strumento di razionalizzazione e crescita commerciale.
Una sordida presa in giro che persino i chierici del liberismo non hanno potuto sostenere fino in fondo: alla fine del 2013 Cameron aveva affidato al London School of economics – fino a trent’anni fa una scuola per le classi dirigenti del cosiddetto mondo libero, oggi divenuto lucroso masterificio per ingenui e furbacchioni, comunque una porta santa distaccata della scuola di Chicago – uno studio per far scoprire ai sudditi di sua maestà tutti i vantaggi del Ttip. Purtroppo però ne uscito un durissimo atto di accusa nel quale il Trattato transatlantico viene definito privo di vantaggi per il Regno unito, ma pieno di rischi, ovvero “lots of risks and no benefit”. con tanto di esempi inquietanti che vanno dall’Argentina, al Canada, all’Australia (il testo integrale è qui) . Accidenti mica Cameron poteva darlo in pasto al pubblico, sarebbe stato esplosivo, così lo ha secretato e solo dopo la causa intentata da una organizzazione di cittadinanza attiva il Global Justice Now è stato costretto a renderlo pubblico. Un disastro per Cameron come se non fosse bastato l’antipatia che il fare impositivo di Obama ha suscitato a Londra:è venuto spontaneo vedere come opzione europea e Ttip, siano ormai strettamente collegati. Come siano in realtà un solo e unico pacchetto.
Certo l’idea di Europa come ancora vive nella testa di molte persone è l’esatto opposto di tutto questo, ma con un gioco di prestigio informativo essa è utilizzata per esaltare e far passare il suo contrario. Non serve nemmeno il bastone, basta coltivare in serra le illusioni di chi ad esempio, considera un eventuale Brexit come un dramma e non si rende conto che non ci sarà nessuna Europa con questa Europa.
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