Ora è ufficiale: l’attacco chimico a Ghouta del 21 agosto del 2013,
in alcune aree controllate dai ribelli nei sobborghi orientali e
meridionali di Damasco, non fu opera del governo siriano. La notizia
arriva direttamente dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi
Chimiche (OPAC) che ha confermato che le tracce del gas
sarin usato in quell’occasione non sono in alcun modo collegate all’ex
riserva di armi chimiche e biologiche controllata dal governo siriano.
Il rapporto conferma quanto dichiarato dalle autorità di Damasco secondo
le quali responsabile di quell’attacco, così come di altri 11 casi,
fosse l’opposizione armata siriana.
Nel 2013 i cosiddetti ribelli e il governo siriano si accusano a vicenda di aver perpetrato l’attacco nei confronti della popolazione civile. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, spalleggiato dall’Arabia Sadita, attribuì la responsabilità di quel crimine ad Assad sulla base di “prove certe” che però non vennero mai mostrate in pubblico. L’attacco degi Usa e degli alleati europei, Gran Bretagna e Francia in testa, sembrava imminente, e venne fermato solo dalla ferma resistenza di Russia, Cina e del Vaticano.
Il rapporto, inoltre, rafforza le dichiarazioni di Ahmed al-Gheddafi al-Qahsi, cugino di Muammar Gheddafi, secondo il quale le armi chimiche usate a Ghouta furono sottratte in Libia e poi contrabbandate in Siria, attraverso la Turchia, dai cosiddetti ribelli sostenuti proprio da Stati Uniti e Occidente. Il rapporto è il frutto di un’indagine condotta dall’OPAC su richiesta del presidente siriano Bashar al-Assad e il governo siriano.
Il responsabile dell’organizzazione, Ahmet Üzümcü, ha confermato che le tracce di sarin rinvenute nel sangue delle vittime avevano una caratteristiche diverse da quelle contenute nell’arsenale chimico di Damasco. L’attacco del 2013 fu devastante: secondo i dati più recenti i morti furono circa 1400, quasi tutti civili.
L’arsenale chimico siriano è stato completamente distrutto, in modo sicuro, in Norvegia. Di quelle scorte non vi è più traccia. E’ invece possibile, come sostengono alcune fonti non governative, che altre scorte siano finite in mano all’opposizione armata, compresi i jihadisti dello Stato Islamico. Prima del 2013, l’esercito siriano aveva sequestrato in un ospedale da campo vicino a Latakia una serie di agenti chimici che i cosiddetti ribelli avevano intenzione di utilizzare per poi attribuire la responsabilità al governo siriano. Una notizia confermata anche dall’agenzia internazionale.
Nel 2013 i cosiddetti ribelli e il governo siriano si accusano a vicenda di aver perpetrato l’attacco nei confronti della popolazione civile. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, spalleggiato dall’Arabia Sadita, attribuì la responsabilità di quel crimine ad Assad sulla base di “prove certe” che però non vennero mai mostrate in pubblico. L’attacco degi Usa e degli alleati europei, Gran Bretagna e Francia in testa, sembrava imminente, e venne fermato solo dalla ferma resistenza di Russia, Cina e del Vaticano.
Il rapporto, inoltre, rafforza le dichiarazioni di Ahmed al-Gheddafi al-Qahsi, cugino di Muammar Gheddafi, secondo il quale le armi chimiche usate a Ghouta furono sottratte in Libia e poi contrabbandate in Siria, attraverso la Turchia, dai cosiddetti ribelli sostenuti proprio da Stati Uniti e Occidente. Il rapporto è il frutto di un’indagine condotta dall’OPAC su richiesta del presidente siriano Bashar al-Assad e il governo siriano.
Il responsabile dell’organizzazione, Ahmet Üzümcü, ha confermato che le tracce di sarin rinvenute nel sangue delle vittime avevano una caratteristiche diverse da quelle contenute nell’arsenale chimico di Damasco. L’attacco del 2013 fu devastante: secondo i dati più recenti i morti furono circa 1400, quasi tutti civili.
L’arsenale chimico siriano è stato completamente distrutto, in modo sicuro, in Norvegia. Di quelle scorte non vi è più traccia. E’ invece possibile, come sostengono alcune fonti non governative, che altre scorte siano finite in mano all’opposizione armata, compresi i jihadisti dello Stato Islamico. Prima del 2013, l’esercito siriano aveva sequestrato in un ospedale da campo vicino a Latakia una serie di agenti chimici che i cosiddetti ribelli avevano intenzione di utilizzare per poi attribuire la responsabilità al governo siriano. Una notizia confermata anche dall’agenzia internazionale.
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