lunedì 5 gennaio 2015

Perseguire i torturatori e i loro capi

Fino dal giorno che il Presidente Obama si è insediato in carica, non è riuscito ad assicurare alla giustizia nessuno dei responsabili della tortura delle persone sospette di terrorismo – un programma ufficiale ideato e messo in atto negli anni successivi agli attacchi dell’11 settembre 2001.
Ha permesso al suo Dipartimento di Giustizia di indagare sulla eliminazione delle videocassette della CIA dove erano registrate le “sedute” di tortura, e su coloro che possono essere andati oltre le tecniche di tortura autorizzate dal presidente George W. Bush. L’indagine non ha però portato a nessuna accusa registrata o neanche a nessuna spiegazione del motivo per cui non sono state registrate.
Obama ha detto molteplici volte che “si deve guardare avanti invece a guardare indietro,” come se le due cose fossero incompatibili. Non lo sono. La nazione non può andare avanti in qualsiasi modo significativo senza farsi una ragione, dal punto di vista legale e e morale, delle azioni abominevoli che sono state autorizzate, a cui è stata data una falsa patina di legalità, e che sono state commesse da uomini e donne americani dai più alti livelli governativi fino a quelli inferiori.
Gli americani erano al corrente da anni di molte di queste azioni, ma il rapporto sintetico di 524 pagine del rapporto completo scritto dal Comitato per l’Intelligence del Senato, cancella ogni dubbio rimanente circa la loro perversione e illegalità. Oltre a nuove rivelazioni di tattiche sadiche come la “alimentazione per via rettale,” dozzine di detenuti venivano sottoposti alla tortura del “waterboarding”, venivano appesi per i polsi, prigionieri in bare, privati del sonno, minacciati di morte o picchiati brutalmente. Nel novembre del 2002, un detenuto che era stato incatenato a un pavimento di cemento, è morto per “sospetta ipotermia.”
Questi sono, semplicemente, crimini. Sono proibiti dalla legge federale che definisce la tortura come comminazione voluta di “grave dolore o sofferenza fisica o mentale.” Questi crimini sono vietati anche dalla Convenzione contro la tortura, cioè dal trattato internazionale che gli Stati Uniti hanno ratificato nel1994 e che richiede il procedimento penale per qualsiasi atto di tortura.
Non c’è quindi da meravigliarsi che gli attuali difensori ottusi muoiano dalla voglia di chiamare questi atti niente altro che tortura, come di fatto erano. Come rivela il rapporto, queste affermazioni non hanno successo per una semplice ragione: i funzionari della CIA all’epoca hanno ammesso che quello che intendevano fare era illegale.
Nel luglio2002, i legali della CIA hanno comunicato al dipartimento di Giustizia che l’agenzia aveva bisogno di usare “metodi più aggressivi” durante gli interrogatori che “sarebbero stati altrimenti proibiti dallo statuto per la tortura.” Hanno chiesto al dipartimento di promettere di non perseguire coloro che usavano questi metodi. Quando il dipartimento si è rifiutato di farlo, sono andati in cerca della risposta che volevano. La hanno ottenuta dagli avvocati dell’Ufficio del Consiglio Legale, motivati ideologicamente, che hanno scritto dei promemoria, costruendo un fondamento legale per quei metodi. I funzionari governativi ora fanno affidamento sui promemoria come prova che hanno cercato e ricevuto autorizzazione legale per le loro azioni. Ma il rapporto cambia i giochi: sappiamo ora che questo assegnamento non era stato fatto in buona fede.
Nessuna quantità di logica legale complicata può giustificare il comportamento descritto in dettaglio nel rapporto. In effetti, è impossibile leggerlo e concludere che nessuno può essere ritenuto colpevole. Come minimo è necessario che Obama autorizzi un’indagine penale completa e indipendente.
L’Unione Americana per le libertà civili e l’Osservatorio per i diritti umani lunedì devono consegnare una lettera al Procuratore Generale Eric Holder Jr chiedendo la nomina di uno speciale procuratore per indagare su ciò che appare sempre di più “una vasta cospirazione criminale, sotto sembianza legale, per commettere torture e altri gravi reati.”
La domanda a cui ciascuno vorrà avere risposta, naturalmente è: Chi dovrebbe essere ritenuto responsabile? Questo dipenderà da che cosa scoprirà un’indagine, e per quanto sia difficile immaginare che il Signor Obama abbia il coraggio politico di ordinare una nuova indagine, è ancora più difficile immaginare un’indagine penale sulle azioni dell’ex presidente.
Però qualunque indagine credibile dovrebbe comprendere l’ex Vice Presidente Dick Cheney, il capo del suo staff, David Addington, l’ex direttore della C.I.A., George Tenet; John Yoo and Jay Bybee, gli avvocati dell’Ufficio del Consulente Legale che hanno redatto quelli che sono diventati noti con il nome di promemoria della tortura. Ci sono molti altri nomi che potrebbero essere considerati, compreso Rodriguez Jr., il funzionario della CIA che ha ordinato l’eliminazione delle videocassette; gli psicologi che hanno elaborato il programma di torture e i dipendenti della CIA che lo hanno messo in atto.
Ci si aspetterebbe che i Repubblicani che sono diventati rauchi a forza di ragliare che l’esecutivo di Obama era stato il primo a richiedere la responsabilità, ma con un’ eccezione rilevante, il Senatore John McCain, ora o si sono azzittiti o hanno attivamente difeso l’indifendibile. Non possono neanche far notare dei risultati. Contrariamente alle ripetute dichiarazioni della CIA, il rapporto ha concluso che “in nessun momento” nessuna di queste tecniche ha fornito informazioni che hanno evitato un attacco terroristico. E si determinato in seguito che sono almeno 26 detenuti sono stati “ trattenuti per errore.”
Iniziare un’indagine penale non riguarda si fa per assicurare che questo non accada di nuovo e per riguadagnare la credibilità morale per da altri governi. Grazie al rapporto del Senato, ora sappiamo fino a dove si sono spinti?? I funzionari del ramo esecutivo per razionalizzare e nascondere i crimini che volevano commettere. Il problema è se la nazione starà in disparte e permetterà agli autori delle torture di avere una perpetua immunità per le loro azioni.

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