Consumare,
consumare sempre ad ogni ora del giorno e della notte, un continuo e
martellante messaggio. Non siamo più persone, siamo solo consumatori
nella mani dei pubblicitari, degli industriali, dei politici che ci
dicono che se non consumiamo il paese va allo sfascio, la crisi si
aggrava, ci saranno disoccupati e disperazione. Quindi dobbiamo
consumare e qualsiasi gesto, pensiero e parola deve avere l’acquisto
come obiettivo, come se fosse ossigeno indispensabile per vivere.
Centinaia di miliardi di euro investiti in pubblicità mentre gran parte
del mondo al di fuori delle nostre società vetrina si dibatte fra
sofferenza, fame e miseria. Una imponente macchina per fabbricare
illusioni ci induce a comprare di tutto e soprattutto quello che non ci
serve, che andrà buttato, che dopo un po’ non ricorderemo nemmeno di
avere, abbandonato in qualche cassetto o in qualche soffitta di case
strapiene di oggetti. Presi da una spirale dove la parola fine non
esiste, tramandiamo questa nefasta tradizione ai nostri figli pensando
così di non farli sentire inadeguati rispetto agli altri, senza
riflettere che li stiamo facendo semplicemente diventare dei
tossicodipendenti da consumo e a loro volta passeranno la vita a
comprare, magari indebitandosi e pensando che senza il consumo non sono
nulla. Mostreranno la loro auto o l’ultimo modello di smartphone alle
persone che vorranno impressionare e che ovviamente li considereranno
per quello che hanno e non per quello che sono. Si stupiranno se
verranno abbandonati per chi ha più di loro. Da anziani verranno
lasciati nelle mani di una badante perché se tutto si compra, meglio
pagare una persona estranea che regalare affetto e vicinanza gratuita,
aspetti questi che tra l’altro non fanno nemmeno crescere il PIL.
Ma che senso ha tutto ciò? C’è un limite, una fine a questa folle corsa verso il consumo della propria esistenza imprigionata da oggetti da comprare? Il consumismo è una droga e come tale va trattata, tossica e nociva che annebbia la mente e indebolisce il corpo. Chi continua a dire che dobbiamo consumere, va considerato come uno spacciatore di illusioni a caro prezzo e di indebitamento. Della droga del consumo meno se ne fa uso e meglio si sta. Meno consumo, meno bisogno di soldi, meno bisogno di soldi e meno bisogno di lavoro, meno bisogno di lavoro e più tempo per le relazioni, più ricchezza umana e spirituale. In altre parole meno consumo e più vita
Ma che senso ha tutto ciò? C’è un limite, una fine a questa folle corsa verso il consumo della propria esistenza imprigionata da oggetti da comprare? Il consumismo è una droga e come tale va trattata, tossica e nociva che annebbia la mente e indebolisce il corpo. Chi continua a dire che dobbiamo consumere, va considerato come uno spacciatore di illusioni a caro prezzo e di indebitamento. Della droga del consumo meno se ne fa uso e meglio si sta. Meno consumo, meno bisogno di soldi, meno bisogno di soldi e meno bisogno di lavoro, meno bisogno di lavoro e più tempo per le relazioni, più ricchezza umana e spirituale. In altre parole meno consumo e più vita
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