Garmisch-Partenkirchen
è un nome ignoto a molti, eppure è qui che nel 1955 la globalizzazione,
l’Euro e l’Unione Europea sono stati concepiti, in una quieta e
pacifica località della Baviera meridionale, circondata dal verde e
dalle montagne.
I membri del Gruppo Bilderberg, uno dei circoli più importanti per le élite transazionali, si riunirono nel Grand Hotel Sonnenbichl per discutere, come già facevano da un anno dalla sua fondazione, e dettare l’agenda dei Paesi dell’Europa Occidentale e del Nord America. Nel documento sui lavori del meeting di questa riunione i membri del Bilderberg già discutevano dell’idea di una moneta unica europea retta da un’istituzione sovranazionale, l’Unione Europea.
Ma chi sono i Bilderberghini e come nasce l’idea di costruire questo gruppo? Ufficialmente nasce per favorire la cooperazione tra gli stati, su idea del miliardario David Rockefeller e il nome Bilderberg prende il nome dall’omonimo hotel dove gli appartenenti al club hanno tenuto la loro prima riunione nel 1954. Caso singolare vuole che l’accesso alle riunioni sia proibito alla stampa, per non “disturbare la quiete dei lavori” si sono giustificati gli appartenenti al club, dimenticando che nelle democrazie rappresentative questo tipo di riunioni vanno contro la trasparenza e il diritto all’informazione previsto nelle Costituzioni dei paesi occidentali.
Se al cittadino comune del 1955 aveste detto che il futuro dei prossimi 50 anni sarebbe stato concepito con l’istituzione di una Confederazione europea di Stati il cui governo, si legga la Commissione Europea, non avrebbe risposto ai parlamenti eletti democraticamente dai cittadini degli stati membri, probabilmente vi avrebbe preso per pazzi o nella migliore delle ipotesi, riso in faccia. Il processo di costruzione di un ordine sovranazionale che avochi a sé tutti i poteri degli stati sovrani non si è realizzato in un giorno, e la sua gestazione va avanti da più di mezzo secolo. Parafrasando Craxi si potrebbe dire: guarda il Bilderberg e capirai dove si va a parare. Non passarono due anni dalla riunione di Garmisch-Partenkirchen, che già nel 1957 nasce la Comunità Economica Europea, con sei stati europei fondatori, tra i quali l’Italia. La CEE rappresenta il primo passo per costruire una struttura sovranazionale, e si partì con un’unione doganale e commerciale, per favorire come fu detto allora, il libero scambio e il commercio tra gli stati membri.
Il liberismo commerciale è presente in ogni trattato che ha accompagnato la costruzione di questo meccanismo centralizzante del potere, poiché la liberalizzazione degli scambi e la teoria della concorrenza perfetta sono i principi centrali sui quali la globalizzazione ha costruito il suo asse portante. Il mercatismo rappresenta infatti il dominus della società globalizzata, in un sistema dominato da oligopoli economici che controllano non solo larghe fette dell’economia nazionale, ma la gestione dei servizi pubblici essenziali. I quattro elementi che costituiscono le parti vitali dello Stato nazione del XX secolo possono identificarsi nelle quattro sovranità: legislativa, territoriale, monetaria e militare. Qualora venisse a mancare uno o più di questi elementi, la struttura stessa dello Stato nazione sarà compromessa e sostituita da una nuova struttura sovranazionale, non controllata e dai tratti dispotici, intollerante al dissenso e pronta a reprimere con la macchina della propaganda mediatica quegli elementi che minacciano il trionfante cammino dell’accentramento del potere.
I membri del Gruppo sono riusciti a depredare pezzo dopo pezzo tutti e quattro questi strumenti, con il Trattato di Schengen (1985), sottraendo agli stati il controllo delle frontiere, con il Trattato di Maastricht (1992) che sigla la cessione della sovranità monetaria e legislativa fino ad arrivare al 2007 con la firma del Trattato di Velsen che istituisce una milizia sovranazionale che non risponde alle autorità giudiziarie nazionali degli stati membri.
Gli uomini e le donne del Bilderberg sono frequenti scegliere lussuosi alberghi a 5 stelle per le loro riunioni, e tra le placide stanze da conferenza di questi hotel si è deciso il destino del mondo e del secolo senza sovranità, partorito dagli ideali e della volontà di non più di 150 persone, l’esigua minoranza e gotha dell’industria, della comunicazione, e della politica mondiale. Stephen King recentemente ha dichiarato che il mondo assomiglia sempre di più a “1984”, il famoso romanzo di George Orwell, che immagina appunto una struttura dittatoriale capace di controllare e reprimere il dissenso nella società autoritaria. Il linguaggio che viene utilizzato nei lavori del meeting parla di un “ appianamento delle divergenze” e l’obbiettivo è quello di un progresso dei rapporti e delle relazioni tra gli stati, ma sotto la cortina fumogena della ritualità del linguaggio formale, si realizza il progetto del Sovrastato, il Leviatano vorace che divora tutte le prerogative e i diritti che sono connaturati allo Stato sociale. Non occorre nemmeno affannarsi a smentire i debunker che dipingono il Bilderberg come un circolo della caccia o un ritrovo da cure termali per anziani affetti da reumatismi.
La realtà è ormai manifesta, la globalizzazione è stata scientemente voluta e programmata ed il tempo e la gradualità sono stati gli strumenti che hanno diluito in un lento e inesorabile declino lo Stato nazione. L’ineluttabilità della globalizzazione che i media e i governanti sottomessi all’elite continuano a ripetere come un mantra per convincere forse loro stessi, non è altro che l’ostinata volontà che hanno i circoli sovranazionali di ridurre le masse, gli “useless eaters” , i mangiatori inutili come sono concepiti da loro, in una condizione di impotenza non solamente economica ma anche psicologica.
Esiste un principio in fisica chiamato terza legge della dinamica, applicabile anche ai processi sociali ed economici, che recita: ”Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria". Una legge che l'élite forse ha trascurato, quando si comprimono sempre di più le masse queste prima o poi avranno un moto spontaneo di reazione, che quando sgorgherà sarà arduo arginare.
I membri del Gruppo Bilderberg, uno dei circoli più importanti per le élite transazionali, si riunirono nel Grand Hotel Sonnenbichl per discutere, come già facevano da un anno dalla sua fondazione, e dettare l’agenda dei Paesi dell’Europa Occidentale e del Nord America. Nel documento sui lavori del meeting di questa riunione i membri del Bilderberg già discutevano dell’idea di una moneta unica europea retta da un’istituzione sovranazionale, l’Unione Europea.
Ma chi sono i Bilderberghini e come nasce l’idea di costruire questo gruppo? Ufficialmente nasce per favorire la cooperazione tra gli stati, su idea del miliardario David Rockefeller e il nome Bilderberg prende il nome dall’omonimo hotel dove gli appartenenti al club hanno tenuto la loro prima riunione nel 1954. Caso singolare vuole che l’accesso alle riunioni sia proibito alla stampa, per non “disturbare la quiete dei lavori” si sono giustificati gli appartenenti al club, dimenticando che nelle democrazie rappresentative questo tipo di riunioni vanno contro la trasparenza e il diritto all’informazione previsto nelle Costituzioni dei paesi occidentali.
Se al cittadino comune del 1955 aveste detto che il futuro dei prossimi 50 anni sarebbe stato concepito con l’istituzione di una Confederazione europea di Stati il cui governo, si legga la Commissione Europea, non avrebbe risposto ai parlamenti eletti democraticamente dai cittadini degli stati membri, probabilmente vi avrebbe preso per pazzi o nella migliore delle ipotesi, riso in faccia. Il processo di costruzione di un ordine sovranazionale che avochi a sé tutti i poteri degli stati sovrani non si è realizzato in un giorno, e la sua gestazione va avanti da più di mezzo secolo. Parafrasando Craxi si potrebbe dire: guarda il Bilderberg e capirai dove si va a parare. Non passarono due anni dalla riunione di Garmisch-Partenkirchen, che già nel 1957 nasce la Comunità Economica Europea, con sei stati europei fondatori, tra i quali l’Italia. La CEE rappresenta il primo passo per costruire una struttura sovranazionale, e si partì con un’unione doganale e commerciale, per favorire come fu detto allora, il libero scambio e il commercio tra gli stati membri.
Il liberismo commerciale è presente in ogni trattato che ha accompagnato la costruzione di questo meccanismo centralizzante del potere, poiché la liberalizzazione degli scambi e la teoria della concorrenza perfetta sono i principi centrali sui quali la globalizzazione ha costruito il suo asse portante. Il mercatismo rappresenta infatti il dominus della società globalizzata, in un sistema dominato da oligopoli economici che controllano non solo larghe fette dell’economia nazionale, ma la gestione dei servizi pubblici essenziali. I quattro elementi che costituiscono le parti vitali dello Stato nazione del XX secolo possono identificarsi nelle quattro sovranità: legislativa, territoriale, monetaria e militare. Qualora venisse a mancare uno o più di questi elementi, la struttura stessa dello Stato nazione sarà compromessa e sostituita da una nuova struttura sovranazionale, non controllata e dai tratti dispotici, intollerante al dissenso e pronta a reprimere con la macchina della propaganda mediatica quegli elementi che minacciano il trionfante cammino dell’accentramento del potere.
I membri del Gruppo sono riusciti a depredare pezzo dopo pezzo tutti e quattro questi strumenti, con il Trattato di Schengen (1985), sottraendo agli stati il controllo delle frontiere, con il Trattato di Maastricht (1992) che sigla la cessione della sovranità monetaria e legislativa fino ad arrivare al 2007 con la firma del Trattato di Velsen che istituisce una milizia sovranazionale che non risponde alle autorità giudiziarie nazionali degli stati membri.
Gli uomini e le donne del Bilderberg sono frequenti scegliere lussuosi alberghi a 5 stelle per le loro riunioni, e tra le placide stanze da conferenza di questi hotel si è deciso il destino del mondo e del secolo senza sovranità, partorito dagli ideali e della volontà di non più di 150 persone, l’esigua minoranza e gotha dell’industria, della comunicazione, e della politica mondiale. Stephen King recentemente ha dichiarato che il mondo assomiglia sempre di più a “1984”, il famoso romanzo di George Orwell, che immagina appunto una struttura dittatoriale capace di controllare e reprimere il dissenso nella società autoritaria. Il linguaggio che viene utilizzato nei lavori del meeting parla di un “ appianamento delle divergenze” e l’obbiettivo è quello di un progresso dei rapporti e delle relazioni tra gli stati, ma sotto la cortina fumogena della ritualità del linguaggio formale, si realizza il progetto del Sovrastato, il Leviatano vorace che divora tutte le prerogative e i diritti che sono connaturati allo Stato sociale. Non occorre nemmeno affannarsi a smentire i debunker che dipingono il Bilderberg come un circolo della caccia o un ritrovo da cure termali per anziani affetti da reumatismi.
La realtà è ormai manifesta, la globalizzazione è stata scientemente voluta e programmata ed il tempo e la gradualità sono stati gli strumenti che hanno diluito in un lento e inesorabile declino lo Stato nazione. L’ineluttabilità della globalizzazione che i media e i governanti sottomessi all’elite continuano a ripetere come un mantra per convincere forse loro stessi, non è altro che l’ostinata volontà che hanno i circoli sovranazionali di ridurre le masse, gli “useless eaters” , i mangiatori inutili come sono concepiti da loro, in una condizione di impotenza non solamente economica ma anche psicologica.
Esiste un principio in fisica chiamato terza legge della dinamica, applicabile anche ai processi sociali ed economici, che recita: ”Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria". Una legge che l'élite forse ha trascurato, quando si comprimono sempre di più le masse queste prima o poi avranno un moto spontaneo di reazione, che quando sgorgherà sarà arduo arginare.
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