venerdì 10 ottobre 2014

La crisi spinge i più giovani lontano dall'Italia: in 94 mila se ne sono andati

Al primo gennaio 2014 sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani all’estero), con un aumento in valore assoluto rispetto al 2013 di quasi 141 mila iscrizioni (+ 3,1 per cento nell’ultimo anno). La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita ( 1.747.409). E’ quanto emerge dal Rapporto italiani nel mondo 2014, realizzato dalla fondazione Migrantes e presentato oggi a Roma.
Il primo paese di residenza per tutti gli italiani è l’Argentina. Fanno eccezione solo i campani, i pugliesi, i sardi, i siciliani e i trentini che sono presenti soprattutto in Germania. Laziali e veneti invece, sono soprattutto in Brasile; mentre i lombardi e i valdostani in Svizzera e gli umbri in Francia. Oltre la metà (il 52,1 per cento) degli italiani iscritti all’Aire è di origine meridionale (più di 1,5 milioni del Sud e circa 800 mila delle Isole) mentre il 32,6 per cento (quasi 1,5 milioni) è partito dalle regioni del Nord. Quasi 700 mila, infine, coloro che hanno dichiarato di essere originari di una regione del centro Italia.
La crisi pesa. Secondo il rapporto Migrantes, sono stati 94.126 gli emigrati dall'Italia nel 2013 (nel 2012 sono stati 78.941), con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%. In generale, nel 2013 il 56,3 per cento degli italiani all’estero è composto da uomini, non sposati nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento; la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2 per cento), a seguire quella dei 35-49 anni (26,8 per cento), "a riprova - si legge nel rapporto - di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire".
I minori sono il 18,8 per cento e, di questi, il 12,1 per cento ha meno di 10 anni. La prima meta dei nuovi migranti è il Regno Unito.

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