Due italiani su tre - il 64% della popolazione – ritengono che il Jobs Act messo in campo dal governo Renzi
non farà crescere l'occupazione nei prossimi mesi. Questo almeno
afferma, sulla base un sondaggio, la ricerca realizzata dall'istituto
Tecné e dall'Associazione Bruno Trentin. I risultati sono stati
presentati ieri dalla Cgil. L'inchiesta è stata condotta tra il 10 e il
13 ottobre, quindi quasi a caldo degli echi del duro scontro avvenuto in
Senato proprio sul Jobs Act. Secondo la ricerca dell’Istituto Tecnè,
il 54% degli italiani ritiene che sia meglio estendere le tutele, perché
ridurle non favorisce l'occupazione. Il 64% ritiene che il
provvedimento noto come Jobs Act non farà crescere l'occupazione., una
percentuale che sale al 70% tra gli iscritti al sindacato. Il 51%
condivide la tesi secondo cui i rapporti di lavoro devono continuare ad
essere a tempo indeterminato e la flessibilità deve essere limitata nel
tempo. Il 55% degli intervistati , infine, si dice d'accordo con la
proposta di estendere la cassa integrazione e di dare l'indennità di
disoccupazione a tutti, con una durata rapportata agli anni
effettivamente lavorati. L'80% è pessimista sulle prospettive
occupazionali: il 55% pensa che la disoccupazione aumenterà ancora nei
prossimi 12 mesi, solo il 25% ritiene che non peggiorerà restando sui
livelli attuali.
Solo due giorni fa l’Istat aveva presentato un rapporto allarmante secondo cui nei sei anni di recessione la disoccupazione giovanile è aumentata in maniera esponenziale. Dal 2008 ad oggi, si contano oltre 2 milioni di occupati in meno tra i giovani tra 25 e i 34 anni, una fascia di popolazione attiva decisiva per la disoccupazione o, al contrario, lo sviluppo economico in Italia. E’ dentro tale contesto che il ministro dell’Economia Padoan si è messo, anche lui, ad esternare supercazzole come quella sugli ottocentomila posti di lavoro che, nel giro di tre anni, verranno creati con i provvedimenti del governo. “Con le nuove misure messe a punto dal governo potrebbero crearsi 800 mila nuovi posti di lavoro” ha detto il responsabile del ministero del Tesoro nel corso della trasmissione televisiva “In mezz’ora”. Una previsione che appare del tutto aleatoria in presenza di dati concreti e percezioni dell’opinione pubblica che dimostrano il contrario.
Solo due giorni fa l’Istat aveva presentato un rapporto allarmante secondo cui nei sei anni di recessione la disoccupazione giovanile è aumentata in maniera esponenziale. Dal 2008 ad oggi, si contano oltre 2 milioni di occupati in meno tra i giovani tra 25 e i 34 anni, una fascia di popolazione attiva decisiva per la disoccupazione o, al contrario, lo sviluppo economico in Italia. E’ dentro tale contesto che il ministro dell’Economia Padoan si è messo, anche lui, ad esternare supercazzole come quella sugli ottocentomila posti di lavoro che, nel giro di tre anni, verranno creati con i provvedimenti del governo. “Con le nuove misure messe a punto dal governo potrebbero crearsi 800 mila nuovi posti di lavoro” ha detto il responsabile del ministero del Tesoro nel corso della trasmissione televisiva “In mezz’ora”. Una previsione che appare del tutto aleatoria in presenza di dati concreti e percezioni dell’opinione pubblica che dimostrano il contrario.
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