Siamo al secondo giro di consultazioni
per la formazione di una maggioranza e quindi anche di un governo, ma al
momento attuale il cielo di Roma anziché schiarirsi pare sempre più
annuvolarsi. Mattarella ha avvisato che non ci sarà un terzo giro di
consultazioni: il tempo delle trattative, dunque, si sta esaurendo.
All’ora di pranzo c’è stato il vertice
di Forza Italia a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, e la
capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini ha dichiarato che non
devono esserci, da parte del Movimento 5 Stelle, veti sul Cavaliere. Ma
Di Maio, irremovibile, ha risposto che Berlusconi deve fare un passo di
lato.
“Parteciperemo ad un governo solo se ci
sarà una dichiarazione esplicita e chiara da parte dell’M5S e che ci sia
pari dignità tra tutte le componenti del centrodestra, FI e Berlusconi.
Senza questa condizione la trattativa non potrà neanche iniziare”, ha
detto la Gelmini, incontrando questa risposta da parte dei capigruppo
del M5S Grillo e Toninelli: “Ribadiamo: mai un governo con Berlusconi e
Fi. Forza Italia potrebbe risolvere l’impasse facendosi di lato e
consentendo così un governo M5S-Lega”.
La delegazione del Partito Democratico,
capeggiata da Martina, ha rinnovato a Mattarella la propria intenzione
di restare in minoranza, non partecipando alla formazione di un nuovo
governo. Martina ha così dichiarato: “occorre che le forze che hanno
prevalso la smettano col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i
personalismi estremi e la grande incertezza che stanno generando”,
riferendosi in particolare anche alle decisioni da prendere sulla crisi
siriana e sulla loro capacità di “essere all’altezza della situazione”.
Molto chiare le parole di Salvini: “Se
continuasse il gioco delle tattiche politiche e dei veti mentre gli
italiani soffrono vuol dire che la richiesta di cambiamento” emersa
dalle elezioni del 4 marzo sarebbe “disattesa. Speriamo non sia così per
l’Italia, per noi è il valore più grande”. Ha quindi aggiunto, sempre
al termine delle consultazioni al Quirinale: “Ci aspettiamo dalle altre
forze politiche, a partire dal Movimento 5 Stelle altrettanta
responsabilità nei confronti del paese” rispetto a quella che il
centrodestra sta dimostrando. “Abbiamo fiducia nella saggezza e
nell’equilibrio del presidente della Repubblica a cui abbiamo
rappresentato una serie provvedimenti che gli italiani aspettano”.
Sulla solidità della coalizione di
centrodestra, è stato invece Berlusconi a precisare: “E’ solidissima, è
compattissima. Mi raccomando fate i bravi e sappiate distinguere i veri
democratici da chi non conosce l’abc della democrazia…”.
Queste parole, comunque, hanno destato
malumori fra gli altri alleati di centrodestra. Gianmarco Centinaio,
capogruppo della Lega al Senato, non ha usato mezzi termini: “I veti non
ci piacciono a prescindere dalla provenienza. Non era condiviso e non
lo sarà mai da parte nostra un no al dialogo con il Movimento 5 Stelle,
seconda forza politica in Parlamento. Le parole finali di Berlusconi
oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, né quella del
centrodestra che oggi si è espresso in maniera unitaria e concordata”.
“Devo dire che ho apprezzato l’apertura
da parte di autorevoli esponenti del PD ma è chiaro che in questo
momento il PD è fermo su posizioni che non aiutano”, ha invece
dichiarato il capo politico del M5S Luigi Di Maio al termine delle
consultazioni. “Con la Lega è inutile dire che c’è una sinergia
istituzionale che ha permesso di rendere operativo il Parlamento
immediatamente”, ha quindi aggiunto. “La Lega deve prendersi sue
responsabilità perché sta dicendo che o che vuole fare un governissimo
che non ci vede assolutamente d’accordo o che vuole tornare al voto,
ipotesi che scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura e su cui non
abbiamo niente da perdere”. “C’è solo una soluzione per sbloccare questo
stallo e investe Silvio Berlusconi: deve mettersi di lato e consentire
la partenza per un governo di cambiamento. Altrimenti l’unica risposta è
che non riteniamo possibile un governo del M5S con FI”, ha poi
concluso.
L’impressione, già solo da queste
dichiarazioni, è che il M5S si faccia dettare la linea politica sempre
di più dal Fatto Quotidiano e dal suo direttore Marco Travaglio. Il
timore dei pentastellati è di perdere forti consensi nel caso di
un’alleanza con chi, come Berlusconi, è stato da loro perennemente
demonizzato: sanno che i loro elettori probabilmente non gradirebbero.
Di fronte al loro ultimatum, comunque, le pressioni su Berlusconi, anche
dentro il centrodestra, affinché accetti di farsi da parte sono ormai
sempre più incessanti.
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