Ben pochi analisti credono alla buona 
fede degli Statunitensi quando dicono di voler dare una mano "alle 
manifestazioni " in Iran, tanto sono stati manifesti e plurimi negli 
ultimi tempi i segni di animosità di Washington nei confronti del popolo
 iraniano : 
 Dal discorso offensivo di Trump alla 
tribuna dell’ONU nel mese di settembre, quando ha definito gli Iraniani 
una "nazione terrorista", alle misure del "Muslim Ban" (il divieto di 
ingresso negli USA dei cittadini di alcuni paesi mussulmani, ndt), 
passando per i piani che Washington continua a ordire nella regione, una
 costante resta ferma: contrastare l’ascesa dell’Iran come Stato sovrano
 che ha portato il gigante agonizzante da un fallimento all’altro.
 Che delle manifestazioni di carattere 
economico in Iran siano oggetto dei tweet incendiari della presidenza 
USA in questo periodo di vacanze, o che facciano la loro apparizione 
nell’ordine del giorno dei lavori della « commissione di Difesa al 
Senato », è qualcosa di inaudito che sta per accadere: il gigante 
agonizzante che sono gli USA credono di potere rovesciare l’ordine 
politico attuale e gettare uno dei rari Stati al mondo che tiene loro 
testa in una situazione di caos cronico, tagliare di netto il suo 
slancio miracoloso.
 Giovedì, venerdì e sabato, alcune città 
iraniane sono state teatro di proteste sociali: non così ampie come 
lasciano credere le immagini girate coi telefonini e diffuse senza 
tregua sugli schermi di France 24, della CNN, della BBC o anche nelle 
reti sociali, ma abbastanza importanti perché il governo ne tenga conto.
 Infatti le misure intraprese dal governo del presidente Rohani per 
portare l’Iran in una economia di libero scambio fanno fatica a passare:
 la soppressione delle sovvenzioni, l’aumento dei prezzi, le tasse... 
non sono piaciute a una parte della popolazione che chiede al governo di
 agire con maggiore moderazione e competenza.
  Ma da qui a vedere in queste 
manifestazioni, che restano l’esercizio supremo della democrazia, un 
tentativo di “rivoluzione”, è un passo che solo i Think Tank « sorosisti
 » e i loro alleati in seno all’amministrazione USA sono pronti a fare. 
Vittime della loro stessa malafede, ciò che i media mainstream non hanno
 mostrato negli ultimi tre giorni sui loro schermi, è questa massa 
popolare iraniana che ha preso subito le distanze dai « black bloc 
incappucciati » che si sono infiltrate tra i manifestanti, con 
l’intenzione evidente di seminare il disordine e perturbare le 
dimostrazioni pacifiche.
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