Alla seconda edizione dell’Africa Engineering Conference dell’Unesco,
in corso fino al 29 settembre a Kigali, la capitale del Rwanda, il
dibattito ruota attorno al tema “Effective Waste Management in Africa”: è
stato sottolineato che «l’urbanizzazione delle città africane in rapida
crescita esercita una pressione considerevole sulle economie del
continente in termini di rifiuti solidi, il che necessita l’adozione
delle tecnologie appropriate, la maggior parte delle quali non sono
disponibili in Africa».
Secondo la Banca mondiale, le città del mondo nel 2012 producevano 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi, cioè in media 1,2 kg al giorno per ogni loro abitante (anche se è molto difficile capire quanti sono davvero gli esseri umani che vivono nelle megalopoli del pianeta). A causa della rapida crescita della popolazione e dell’urbanizzazione nel mondo, la produzione di rifiuti solidi urbani nel 2025 dovrebbe aumentare a 2,2 miliardi di tonnellate.
L’Africa Engineering Conference punta a promuovere l’ingegneria professionale in Africa per portare alla crescita delle infrastrutture e Aime Muzola, amministratore della ater and Sanitation Corporation Authority del Rwanda, ha evidenziato che «i Paesi africani devono adottare una serie di tecnologie appropriate che li aiuteranno a trasformare i rifiuti in risorse riutilizzabili». Poi, tutto il mondo è paese, se l’è presa con il debolissimo movimento ambientalista africano: «Il rifiuto di pratiche comuni di gestione dei rifiuti in Africa da parte dei difensori dell’ambiente ha reso l’eliminazione di diversi lotti di rifiuti nelle città ben più complicata». Muzola si è scordato però le battaglie ambientaliste e comunitarie contro le navi dei veleni che scaricano in Africa gli scarti dell’iperconsumismo occidentale o le lotte contro le enormi discariche incontrollate rimpinguate dai governi africani.
Alla conferenza partecipano oltre 1.000 rappresentanti di governi, consulenti Ong e associazioni di ingegneri africane e internazionali e, intervenendo alla presentazione dei “Documenti sulla gestione dei rifiuti solidi e liquidi”, gli esperti hanno sottolineato «l’incapacità dei Pesi africani fare un buon uso dei loro rifiuti riciclandoli, rappresenta uno dei veri problemi per la gestione dei rifiuti nel continente».
Secondo la Banca mondiale, le città del mondo nel 2012 producevano 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi, cioè in media 1,2 kg al giorno per ogni loro abitante (anche se è molto difficile capire quanti sono davvero gli esseri umani che vivono nelle megalopoli del pianeta). A causa della rapida crescita della popolazione e dell’urbanizzazione nel mondo, la produzione di rifiuti solidi urbani nel 2025 dovrebbe aumentare a 2,2 miliardi di tonnellate.
L’Africa Engineering Conference punta a promuovere l’ingegneria professionale in Africa per portare alla crescita delle infrastrutture e Aime Muzola, amministratore della ater and Sanitation Corporation Authority del Rwanda, ha evidenziato che «i Paesi africani devono adottare una serie di tecnologie appropriate che li aiuteranno a trasformare i rifiuti in risorse riutilizzabili». Poi, tutto il mondo è paese, se l’è presa con il debolissimo movimento ambientalista africano: «Il rifiuto di pratiche comuni di gestione dei rifiuti in Africa da parte dei difensori dell’ambiente ha reso l’eliminazione di diversi lotti di rifiuti nelle città ben più complicata». Muzola si è scordato però le battaglie ambientaliste e comunitarie contro le navi dei veleni che scaricano in Africa gli scarti dell’iperconsumismo occidentale o le lotte contro le enormi discariche incontrollate rimpinguate dai governi africani.
Alla conferenza partecipano oltre 1.000 rappresentanti di governi, consulenti Ong e associazioni di ingegneri africane e internazionali e, intervenendo alla presentazione dei “Documenti sulla gestione dei rifiuti solidi e liquidi”, gli esperti hanno sottolineato «l’incapacità dei Pesi africani fare un buon uso dei loro rifiuti riciclandoli, rappresenta uno dei veri problemi per la gestione dei rifiuti nel continente».
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