martedì 5 settembre 2017

I 10 (DEI TANTI) MESTIERI CHE L’ITALIA NON OFFRE AI SUOI GIOVANI

Nel quadro di una retorica ideologica che da anni ormai è volta ad accusare i giovani italiani di non essere più disposti a fare “certi” lavori, i giornali continuano a battere su questo punto.
Tale punto sottintende l’attribuzione di una sorta di peccato originale dovuto al fatto che purtroppo non siamo analfabeti e quindi osiamo aspirare a posizioni professionali coerenti con i nostri profili. Perché devo sentirmi in colpa se non voglio andare a raccogliere pomodori se sono un ingegnere aerospaziale? Piuttosto tu, Stato, fatti due conti e modifica la tua ossatura economica in modo da mettere le tue risorse (che dovremmo essere noi italiani, CONTRIBUENTI) nelle condizioni di lavorare.
Ovviamente ormai il re è nudo, sappiamo che questo moralismo calvinista serve a supportare il piano di importazione di manodopera a basso costo in corso con l’argomentazione che è colpa nostra. Abbiamo quasi tutti ricevuto un’educazione cattolica, quindi il senso di colpa ce lo abbiamo piantato nell’inconscio, perciò è un argomento che alla fine funziona.
Siccome mi sono imbattuta nell’ennesimo articolo sui 10 mestieri che non si trovano più fra i giovani, ho pensato di stilare una controlista recante 10 esempi dei tanti lavori che l’Italia non ti offrirà mai e per i quali sarai obbligato ad emigrare, volente o nolente. 10 mestieri per i quali i nostri giovani (come me) hanno competenze, qualità, e conoscenze, per le quali all’estero vanno a ruba (si – a ruba. A parità di cv fui assunta al posto di un autoctono, in un paese Ue tra quelli “fighi” con la seguente motivazione:”gli italiani sanno vedere le cose da più punti di vista, sono rigorosi ma anche creativi e le università italiane danno una preparazione teorica migliore”. La mia faccia era basita. Ma non eravamo pelandroni sfigati e ignoranti?)<- avere="" che="" di="" digressione="" importante="" la="" ma="" mi="" nella="" p="" per="" quello="" realt="" riscontri="" scuso="" succede=""> Ciò detto, visto che i media pongono la questione solo sul piano della scarsità di domanda, vale la pena sottolineare che sul lato dell’offerta stiamo messi pure peggio:
1. Quantitative analist, data scientist, statistico.
2. Advisor in Servizi Finanziari.
3. Tirocinio retribuito a scopo formativo e/o di inserimento nel mercato del lavoro.
4. Operaio edile.
5. Ricercatore – in tutti i settori specialmente scienze “dure” e discipline umanistico-sociali.
6. Ingegnere edile.
7. Insegnante a tutti i livelli.
8. Tecnologie e Robotica.
9. Agronomo ed Enologo.
10. Musicista.
La lista sarebbe molto più lunga. Sentitevi pure liberi di completarla da voi.

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