Dev’esservi qualcosa di nascosto e vitale tra la politica italiana e la città di Fiuggi. Nelle feconde acque termali fiuggine venti e passa anni fa Fini spense la fiamma del Movimento Sociale; nei giorni scorsi Forza Italia
ha approfittato dell’amenità locale per poter pianificare le prossime
tornate elettorali. Forse i bagni avranno aiutato mister B. a mantenere
quella ritrovata forma fisica gagliardamente dimostrata tra gli scaffali
dell’Autogrill: di sicuro, al netto della location e dei paparazzi, la
kermesse ha certificato il riavvicinamento definitivo tra l’ex Cav e l’Unione Europea.
Letto in controluce, il discorso di Berlusconi– depurato dal pastone piacion-nostalgico fatto di pietismi sull’età e richiami svogliati al golpe del 2011- appare infatti un preciso segnale di roger rivolto all’establishment europeo. Silvio c’è, e ha dimenticato volentieri gli sgarbi della premiata ditta Merkel-Sarkozy: all’UE serve una grande coalizione di moderati (leggi collaborazionisti) che, dal centro, respinga sia l’assalto sbandato dei 5stelle che i bollori salviniani proseguendo nel cammino delle riforme-svendita dell’economia italiana.
Dell’ipocrisia patetica con cui Merkel e soci plaudono oggi all’orco deriso ieri nessuno o quasi può sorprendersi, visto che la menzogna è la madre dell’europeismo (sui padri, ché son tanti e innumerevoli, meglio non disquisire…). Duole constatare invece che, ancora una volta, Berlusconi ponga innanzi alle disperate esigenze del Paese le proprie: in tal senso solo degli ingenui- o degli sprovveduti- potrebbero pensare allora a una coalizione realmente alternativa al circo europeista con un così stretto alleato del PPE. Si sa, la via che porta a Palazzo Chigi è lastricata di buone intenzioni
Letto in controluce, il discorso di Berlusconi– depurato dal pastone piacion-nostalgico fatto di pietismi sull’età e richiami svogliati al golpe del 2011- appare infatti un preciso segnale di roger rivolto all’establishment europeo. Silvio c’è, e ha dimenticato volentieri gli sgarbi della premiata ditta Merkel-Sarkozy: all’UE serve una grande coalizione di moderati (leggi collaborazionisti) che, dal centro, respinga sia l’assalto sbandato dei 5stelle che i bollori salviniani proseguendo nel cammino delle riforme-svendita dell’economia italiana.
B non può farsi sfuggire la chance di essere nuovamente un player centrale della politica italiana, giocando ad un tempo sul tavolo moderato e su quello “populista”.In tal senso FI svolge un ruolo perfetto per i gattopardi di Bruxelles. Da un lato rende sempre più sterile Salvini e le istanze- invero molto aleatorie- del sovranismo leghista; dall’altro rappresenta sempre una percentuale fondamentale di elettorato che, nell’aritmetica delle urne, può risultare decisiva. In un “partito” liquido, a-ideologico e padronale come Forza Italia, del resto, ogni piroetta trasformistica può avvenire: la fiducia al governo Monti ed il patto del Nazareno sono esempi marchiani. Se c’è stato in passato dell’antieuropeismo, questo fu sempre di maniera, teso a intercettare scampoli di sacrosanto dissenso per inertizzarlo nel mare magnum della melassa moderata. Non si capirebbe altrimenti la candidatura e la presidenza di Tajani all’Europarlamento, così come non si spiegherebbe il magistrale lavoro di restyling politico a cui- Renzi imperante- Silvio s’è sottoposto per tornare oggi sulla cresta dell’onda. Il ping-pong con la Lega ha giovato solo e soltanto a Forza Italia, castrando le voglie di leadership e la forza del giovin Matteo, ingabbiato dal furbo giuoco di specchi ideato ad Arcore.
Dell’ipocrisia patetica con cui Merkel e soci plaudono oggi all’orco deriso ieri nessuno o quasi può sorprendersi, visto che la menzogna è la madre dell’europeismo (sui padri, ché son tanti e innumerevoli, meglio non disquisire…). Duole constatare invece che, ancora una volta, Berlusconi ponga innanzi alle disperate esigenze del Paese le proprie: in tal senso solo degli ingenui- o degli sprovveduti- potrebbero pensare allora a una coalizione realmente alternativa al circo europeista con un così stretto alleato del PPE. Si sa, la via che porta a Palazzo Chigi è lastricata di buone intenzioni
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