Ci risiamo. Stavolta è Human Right Watch a denunciare i crimini di guerra dell’Arabia Saudita nello Yemen. Secondo un rapporto dell’organizzazione umanitaria americana, negli ultimi tre mesi sono stati registrati cinque bombardamenti dell’aviazione di Riyad su obiettivi civili, che hanno ucciso 26 bambini; il più grave ha colpito una casa facendo una strage di 14 componenti di un’intera famiglia.
Da due anni una colazione di paesi arabi a guida saudita è in conflitto con i ribelli Houthi appoggiati dall’Iran. L’Amministrazione Obama prima e quella Trump ora, stanno supportando l’Arabia Saudita in maniera diretta fornendo armi, aerei, logistica e intelligence. Come denunciato sempre da Human Rights Watch un anno fa, Washington non si farebbe scrupolo di rifornire la coalizione saudita anche di “bombe a grappolo” vietate dai trattati internazionali.
L’ultimo rapporto dell’Ufficio Diritti Umani delle Nazioni Unite del 30 agosto 2017, segnala dall’inizio della guerra, 5.144 vittime civili di cui oltre il 20% bambini
(1.184) e 8.750 feriti. Oltre il 60% di queste vittime sono state
causate dagli attacchi aerei della coalizione guidata dai sauditi molti
dei quali “deliberatamente mirati” contro ospedali, scuole, mercati e moschee.
La cosa sconvolgente è che lo stesso Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha ammesso pubblicamente che la scelta è stata dettata dalla minaccia dei sauditi e dei loro alleati di togliere i finanziamenti a molti programmi umanitari. Davanti ai giornalisti il Segretario dell’Onu ha dichiarato: “Ho anche dovuto considerare la reale possibilità della grave sofferenza di milioni di altri bambini e, come mi è stato suggerito, alcuni paesi avessero deciso di sconvolgere molti programmi dell’ONU”. Insomma un ricatto a cui l’Onu si è piegato senza alcun tipo di pudore.
Nel silenzio dei grandi media occidentali e dei moralisti dell’Europa democratica, assistiamo impietriti a questa doppia vergogna: quella dei crimini impuniti dell’Arabia Saudita e quella della viltà ipocrita dell’Onu.
Da due anni una colazione di paesi arabi a guida saudita è in conflitto con i ribelli Houthi appoggiati dall’Iran. L’Amministrazione Obama prima e quella Trump ora, stanno supportando l’Arabia Saudita in maniera diretta fornendo armi, aerei, logistica e intelligence. Come denunciato sempre da Human Rights Watch un anno fa, Washington non si farebbe scrupolo di rifornire la coalizione saudita anche di “bombe a grappolo” vietate dai trattati internazionali.
Voltafaccia Onu
Ogni anno l’Onu redige una “List of Shame”, una “Lista della Vergogna”, dei paesi che praticano una violazione dei diritti dei bambini nelle zone di guerra (reclutamento di bambini-soldati o azioni di violenza bellica nei loro confronti anche attraverso il bombardamento indiscriminato di obiettivi civili come scuole e ospedali). Nella Lista del 2016 era stata inserita anche l’Arabia Saudita, proprio per le stragi civili che sta provocando da due anni nello Yemen. Ma incredibilmente, sotto la pressione della “lobby saudita” attiva anche in molte cancellerie occidentali (comprese Londra e Parigi), Ryad è stata cancellata dalla Lista.La cosa sconvolgente è che lo stesso Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha ammesso pubblicamente che la scelta è stata dettata dalla minaccia dei sauditi e dei loro alleati di togliere i finanziamenti a molti programmi umanitari. Davanti ai giornalisti il Segretario dell’Onu ha dichiarato: “Ho anche dovuto considerare la reale possibilità della grave sofferenza di milioni di altri bambini e, come mi è stato suggerito, alcuni paesi avessero deciso di sconvolgere molti programmi dell’ONU”. Insomma un ricatto a cui l’Onu si è piegato senza alcun tipo di pudore.
Nel silenzio dei grandi media occidentali e dei moralisti dell’Europa democratica, assistiamo impietriti a questa doppia vergogna: quella dei crimini impuniti dell’Arabia Saudita e quella della viltà ipocrita dell’Onu.
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