venerdì 11 marzo 2016

La risorsa immigrati 600mila italiani ricevono la pensione grazie ai loro contributi

«Seicentomila italiani ricevono la pensione ogni anno grazie ai contributi versati dagli extracomunitari». A scriverlo non è un fan degli immigrati, ma Roberto Garofoli, oggi capo di gabinetto del Ministero dell’Economia, protagonista delle battaglie sulla legge anti-corruzione e sulle misure antimafia. I dati relativi alle pensioni, agli stranieri in arrivo (153.842 a fine 2015), agli oneri conseguenti per sostenerne l’ingresso (ben 3,3 miliardi di euro nel 2015), ai benefici derivanti dalla loro presenza in Italia - come risulta dalle cifre del Mef - sono contenuti nella relazione che terrà domani All’Accademia dei Lincei dove sarà presentato il “Libro dell’anno del diritto” edito dalla Treccani e di cui Garofoli, con Tiziano Treu, dirige la sezione giuridica.
GLI INGRESSI IN ITALIA
Il ragionamento sugli immigrati non può che partire da un dato obiettivo, gli ingressi in Italia nel 2014 e nel 2015. Erano 170mila le persone approdate ai nostri confini due anni fa, «più del triplo rispetto al 2013, superando addirittura i valori del 2011 dovuti alla cosiddetta emergenza umanitaria in Nord Africa». A fine 2015 i dati confermano il trend in progressione degli ultimi anni. I migranti arrivati via mare sono stati 153.842. Tutto ciò attesta che «le migrazioni sono un tema epocale, da affrontare anche in una dimensione sovranazionale ed europea, contemperando diverse esigenze, da quelle irrinunciabili umanitarie e di solidarietà alla domanda di controlli e tutela della sicurezza, senza cedere a paure e passi indietro nell’integrazione, ma piuttosto ripartendo in modo più equo gli oneri tra i Paesi».
LA COLLOCAZIONE
I numeri dicono che 77mila migranti risultano ospitati nelle strutture di accoglienza governative e nelle oltre 1.800 strutture temporanee, quasi il doppio delle presenze registrare a fine 2014 e oltre dieci volte il dato medio del periodo 2011-2012. Ancora, il sistema di protezione ha coperto 26mila persone tra richiedenti asilo e rifugiati, con un costante incremento nel corso del tempo.
IL DRAMMA DEI BAMBINI
Il nudo numero delle statistiche ci dice che ben 11.921 minori sono arrivati in Italia, senza un padre, una madre, un parente più o meno stretto che li accompagnasse. Minori soli, che «hanno posto un’enorme sfida in termini di adeguatezza degli alloggi, della supervisione e dell’introduzione scolastica».
I COSTI DEI MIGRANTI
La cifra fornita – frutto di una stima del Mef – rivela che per il 2015 l’Italia ha speso 3,3 miliardi di euro per affrontare il capitolo dell’emergenza immigrazione, di cui 3 miliardi per spese di natura corrente. Un confronto con i due anni precedenti rivela che le spese sono più che raddoppiate nel 2014 e addirittura sono triplicate nel 2015. L’aumento tiene anche esaminando la spesa al netto dei contributi della Ue.
L’EUROPA “COLORITA” DI ECO
Ha scritto Umberto Eco: «In un periodo abbastanza breve l’Europa sarà un continente multirazziale o, se preferite, colorito. Se vi piace, sarà così, e se non vi piace sarà così lo stesso». Chiosa Garofoli: «Un dato di fatto da cui partire nella definizione delle politiche da elaborare non necessariamente guardando al modello assimilazionista alla francese o a quello multiculturalista all’inglese, ma pragmaticamente tenendo conto anche del rapporto costi-benefici».
LE PENSIONI DEGLI ITALIANI
Nel 2014 i lavoratori extracomunitari hanno versato all’Inps contributi per circa 8 miliardi di euro, a fronte di prestazioni pensionistiche pari a circa 642 milioni di euro e non pensionistiche pari invece a 2.420 milioni. Il saldo positivo risulta essere poco meno di 5.000 milioni. Calcoli ulteriori dimostrano che i contributi versati dagli immigrati servono a pagare la pensione di oltre 600mila italiani ogni anno, contribuendo così alla tenuta del sistema previdenziale.
L’IRPEF E L’IVA
Ulteriori interessanti considerazioni si possono trarre dai dati fiscali. Nel 2014 i contribuenti stranieri hanno dichiarato redditi per 45,6 miliardi di euro, versando quindi 6,8 miliardi di Irpef. Sul fronte dell’Iva, invece, le partite aperte nel 2015 risultano essere 58.407 e si riferiscono a soggetti nati in Africa, America, Asia, Oceania. Nel dettaglio risulta che il 40% riguarda il commercio, il 13,5% le costruzioni e il noleggio, il 10,5% le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese. Come scrive Garofoli il dato è rilevante se raffrontato con quello delle partite Iva aperte da soggetti nati in Paesi Ue, e cioè 13.259, e quelle aperte invece dagli italiani, e cioè 297.649.

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