Il vertice di ieri sera a Palazzo Chigi tra il presidente del
Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo
Salvini, non sembra aver sciolto i nodi sulle vicende incrociate della
nave Sea Watch 3 e del deferimento di Salvini al Tribunale dei ministri
sul caso Diciotti,
La “rognosità” delle due questioni sulla tenuta dell’alleanza di governo, era già emersa dall’esito di una precedente riunione tra Di Maio e i senatori M5s sulla linea da tenere riguardo all’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. Salvini in una lettera pubblicata dal ‘Corriere della Sera’ aveva scritto che l’autorizzazione contro di lui “va negata” perchè la gestione della Diciotti ha riguardato l’”interesse pubblico”. Una mossa che ha aperto un grosso problema tra i M5S visto che, come ha ricordato Alessandro Di Battista, “è complicato per il M5s votare contro l’autorizzazione a procedere perchè non lo abbiamo mai fatto”. A cercare di parare le terga a Salvini è intervenuto Conte affermando che il caso della Diciotti è una sua responsabilità. “Io – ha detto Conte – sono la massima autorità di governo e quindi sono responsabile di questa politica, mi devo assumere la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto e in particolare sulla Diciotti”.
La richiesta presentata dai magistrati nei confronti di Salvini è relativa a quanto accaduto la scorsa estate alla nave della Marina militare italiana “Diciotti” con dei naufraghi a bordo alla quale Salvini per giorni e giorni vietò l’attracco in un porto “italiano”. I Cinque Stelle affermano che intendono “studiare le carte”, e che non c’è nulla di già deciso.
Dal vertice di Palazzo Chigi, non è ancora uscita alcuna nota dopo oltre un’ora di confronto tra Conte, Di Maio e Salvini.
Sul piatto pesa anche la disponibilità manifestata da Conte al termine degli incontri a Cipro, di 5 paesi (Germania, Romania, Francia, Portogallo e Malta) che si sono detti disponibili ad accogliere i migranti a bordo della Sea Watch 3. Anche in questo scenario però i profughi a bordo della nave verrebbero fatti sbarcare in territorio italiano, una ipotesi che vede Salvini tirare calci, soprattutto dopo la mossa politica del premier di dichiararsi “responsabile” per il caso Diciotti.
Sulla emergenza della Sea Watch si registra una pilatesca posizione della Corte Europea dei diritti umani ha infatti chiesto al governo italiano di “prendere tutte le misure necessarie”, il “più rapidamente possibile”, per portare ai migranti a bordo della Sea-Watch 3 assistenza medica, acqua e cibo, ma non ha chiesto invece di farli sbarcare. L’ong tedesca Sea-Watch aveva annunciato di essersi rivolta alla Corte Europea contro l’Italia dopo il rifiuto di accogliere 47 migranti soccorsi nel Mediterraneo dieci giorni fa dalla nave, che incrocia attualmente al largo delle coste della Sicilia.
Insomma si discute e si rimpallano responsabilità ma decine di persone in carne ed ossa sono ancora in mezzo al mare.
La “rognosità” delle due questioni sulla tenuta dell’alleanza di governo, era già emersa dall’esito di una precedente riunione tra Di Maio e i senatori M5s sulla linea da tenere riguardo all’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. Salvini in una lettera pubblicata dal ‘Corriere della Sera’ aveva scritto che l’autorizzazione contro di lui “va negata” perchè la gestione della Diciotti ha riguardato l’”interesse pubblico”. Una mossa che ha aperto un grosso problema tra i M5S visto che, come ha ricordato Alessandro Di Battista, “è complicato per il M5s votare contro l’autorizzazione a procedere perchè non lo abbiamo mai fatto”. A cercare di parare le terga a Salvini è intervenuto Conte affermando che il caso della Diciotti è una sua responsabilità. “Io – ha detto Conte – sono la massima autorità di governo e quindi sono responsabile di questa politica, mi devo assumere la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto e in particolare sulla Diciotti”.
La richiesta presentata dai magistrati nei confronti di Salvini è relativa a quanto accaduto la scorsa estate alla nave della Marina militare italiana “Diciotti” con dei naufraghi a bordo alla quale Salvini per giorni e giorni vietò l’attracco in un porto “italiano”. I Cinque Stelle affermano che intendono “studiare le carte”, e che non c’è nulla di già deciso.
Dal vertice di Palazzo Chigi, non è ancora uscita alcuna nota dopo oltre un’ora di confronto tra Conte, Di Maio e Salvini.
Sul piatto pesa anche la disponibilità manifestata da Conte al termine degli incontri a Cipro, di 5 paesi (Germania, Romania, Francia, Portogallo e Malta) che si sono detti disponibili ad accogliere i migranti a bordo della Sea Watch 3. Anche in questo scenario però i profughi a bordo della nave verrebbero fatti sbarcare in territorio italiano, una ipotesi che vede Salvini tirare calci, soprattutto dopo la mossa politica del premier di dichiararsi “responsabile” per il caso Diciotti.
Sulla emergenza della Sea Watch si registra una pilatesca posizione della Corte Europea dei diritti umani ha infatti chiesto al governo italiano di “prendere tutte le misure necessarie”, il “più rapidamente possibile”, per portare ai migranti a bordo della Sea-Watch 3 assistenza medica, acqua e cibo, ma non ha chiesto invece di farli sbarcare. L’ong tedesca Sea-Watch aveva annunciato di essersi rivolta alla Corte Europea contro l’Italia dopo il rifiuto di accogliere 47 migranti soccorsi nel Mediterraneo dieci giorni fa dalla nave, che incrocia attualmente al largo delle coste della Sicilia.
Insomma si discute e si rimpallano responsabilità ma decine di persone in carne ed ossa sono ancora in mezzo al mare.
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