La
“comunicazione” ha da tempo sostituito l’”informazione”. Detto in
linguaggio più realistico, la propaganda di regime ha sostituito il
giornalismo indipendente.
Denunciamo
quasi ogni giorno le ignobili campagne di “distrazione di massa” messe
in atto dal governo di questo paese (quelli passati come quello
presente), tutte incentrate su “emergenze” che non esistono o vengono
artificiosamente gonfiate per attirare l’attenzione dell’opinione
pubblica verso problemi utli a nascondere quel che invece sta accadendo.
In
questo gioco schifoso si distingue l’Unione Europea, che ha certamente
più mezzi e “competenze”, oltre che una visione strategica certo più
lungimirante dell’esecutivo grillin-leghista.
Anche
la Ue, infatti, ha fatto della questione migranti un colossale spot in
cui si mostra litigiosa, spaccata, al limite del “ritorno agli stati
nazionali” e del ripristino dei controlli alle frontiere. Basterebbe i
servizi girati al Brennero in questi giorni per certificare che, sotto
le urla, nulla è cambiato. Anche perché, si dice apertamente, si
bloccherebbe il normale flusso delle merci, oltre che quello turistico.
Ma dobbiamo alla rivista Valori
questa notizia che dà la misura reale di come, invece, procede
l’integrazione autoritaria e militarista di quella che – per i gonzi –
viene ancora descritta come “la comunità che ha eliminato la guerra in
Europa” (dimenticando, non caso, sia l’aggressione all’ex Jugoslavia che
quella al Donbass delle Repubbliche Popolari).
In sintesi la notizia è: litigiosi
sull’immigrazione, ma d’accordo sugli investimenti militari, i Paesi Ue
approvano una pioggia di denaro al comparto bellico. 13 miliardi in 9
anni. Ma oltre 800 scienziati si oppongono.
Non
vi sembra indicativo che i primi ad alzare la bandiera dell’opposizione
al riarmo siano gli scienziati? Ossia quelle persona che per formazione
e mestiere sono abituati a scutare nei fatti, senza farsi distrarre
dalle “voci”?
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