venerdì 6 luglio 2018

Unione Europea, si grida contro i migranti e intanto si finanziano le armi

La “comunicazione” ha da tempo sostituito l’”informazione”. Detto in linguaggio più realistico, la propaganda di regime ha sostituito il giornalismo indipendente.
Denunciamo quasi ogni giorno le ignobili campagne di “distrazione di massa” messe in atto dal governo di questo paese (quelli passati come quello presente), tutte incentrate su “emergenze” che non esistono o vengono artificiosamente gonfiate per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica verso problemi utli a nascondere quel che invece sta accadendo.
In questo gioco schifoso si distingue l’Unione Europea, che ha certamente più mezzi e “competenze”, oltre che una visione strategica certo più lungimirante dell’esecutivo grillin-leghista.
Anche la Ue, infatti, ha fatto della questione migranti un colossale spot in cui si mostra litigiosa, spaccata, al limite del “ritorno agli stati nazionali” e del ripristino dei controlli alle frontiere. Basterebbe i servizi girati al Brennero in questi giorni per certificare che, sotto le urla, nulla è cambiato. Anche perché, si dice apertamente, si bloccherebbe il normale flusso delle merci, oltre che quello turistico.
Ma dobbiamo alla rivista Valori questa notizia che dà la misura reale di come, invece, procede l’integrazione autoritaria e militarista di quella che – per i gonzi – viene ancora descritta come “la comunità che ha eliminato la guerra in Europa” (dimenticando, non caso, sia l’aggressione all’ex Jugoslavia che quella al Donbass delle Repubbliche Popolari).
In sintesi la notizia è: litigiosi sull’immigrazione, ma d’accordo sugli investimenti militari, i Paesi Ue approvano una pioggia di denaro al comparto bellico. 13 miliardi in 9 anni. Ma oltre 800 scienziati si oppongono.
Non vi sembra indicativo che i primi ad alzare la bandiera dell’opposizione al riarmo siano gli scienziati? Ossia quelle persona che per formazione e mestiere sono abituati a scutare nei fatti, senza farsi distrarre dalle “voci”?

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