lunedì 9 luglio 2018

Migranti e fascismo

Al momento della stesura di questo articolo, il dramma umanitario vissuto dai rifugiati e migranti della Lifeline sembrerebbe in parte risolto. Un dramma che è stato testimoniato sul posto dal deputato del PCP al Parlamento europeo, João Pimenta Lopes, che è andato lì per portare la solidarietà dei comunisti portoghesi. Ma il dramma dei rifugiati della Lifeline è ben lungi dall'essere un caso isolato. È bello aver trovato una soluzione, anche se in ritardo. Ma questo è solo un caso.

Ci sono più di mille esseri umani che, secondo l'UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), sono annegati nel Mediterraneo da gennaio ad oggi. Nel 2017 sono stati 3115 e nel 2016 furono 4962. Ma il Mediterraneo non è l'unico posto dove migliaia di persone muoiono per conflitti, fame e povertà. Dal 2014, oltre 30.000 persone, a cui è stato negato l'asilo nei paesi del bacino del Mediterraneo, potrebbero essere morte nel deserto del Sahara.


Secondo l'UNHCR ogni due secondi una persona è costretta a lasciare il luogo in cui vive a causa di violenze o persecuzioni. Si stima che gli sfollati siano attualmente 68,5 milioni di persone in tutto il mondo. Di questi, 28,5 milioni sono rifugiati o richiedenti asilo, gli altri 40 milioni sono sfollati interni. Fuggono tutti dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Coloro che non hanno altra scelta che lasciare il loro paese rischiano nella maggior parte la propria vita.
Sono facili bersagli di estorsione, di reti criminali organizzate, di tutta una serie di atti disumani come essere abbandonati nel "punto zero" del deserto del Sahara, indicandogli la direzione del Niger. La frase di un rifugiato a bordo della Lifeline dice tutto sulle condizioni e i trattamenti a cui questi esseri umani sono soggetti: "Preferirei morire nel Mediterraneo piuttosto che tornare in Libia".


Oltre i due terzi dei rifugiati provengono da soli cinque paesi: Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Myanmar e Somalia, tutti obiettivi di guerre o interferenze delle principali potenze imperialiste, direttamente o indirettamente. Molti degli altri provengono da un certo numero di paesi africani, un continente che ha subito vari flussi di rifugiati e migranti, esterni, interni e intra-africani. La stragrande maggioranza dei rifugiati non va nei paesi più sviluppati, al contrario, l'85% dei rifugiati è ospitato in paesi in via di sviluppo. I cinque paesi con la più alta popolazione di rifugiati sono: Turchia, Pakistan, Uganda, Libano e Iran Tra i 10 paesi con la più alta popolazione di rifugiati Mondiale sono compresi 4 dei paesi meno sviluppati del mondo - Uganda, Sudan, Etiopia e Bangladesh...


Questi dati e cifre ci aiutano a comprendere quanto criminale e insignificante sia la politica dell'imperialismo. Migranti e rifugiati sono le vittime del capitalismo sfruttatore, violento, disumano e predatore. Coloro che hanno maggiori responsabilità in questa fase capitalista del XXI secolo sono gli stessi che non vogliono ascoltare e che "discutono" delle politiche su come "contenere" il flusso di una piccolissima parte delle loro vittime e su come "esportare" questo “problema" fuori dai loro confini puliti e ariani. Questa è una delle migliori dimostrazioni di come il fascismo sia il prodotto del capitalismo. Trump e Salvini sono solo due esempi ...

Nessun commento:

Posta un commento