Il Sole 24 Ore è un giornale
propriamente padronale, nel senso che il suo azionista di riferimento è
Confindustria, ossia l’associazione dei “padroni” (sempre più distinti
tra azionisti e manager, ma contro di noi vanno d’accordissimo). Eppure
su molte cose spesso non ha perso gli spunti del vero giornalismo
d’inchiesta.
Un articolo uscito il 16 novembre
scorso, ha svelato non solo l’esistenza di molti conti bancari dei
servizi segreti – l’Aisi in questo caso – dentro la Banca Popolare di
Vicenza, (oggi al centro di una nuova tormenta bancaria), ma anche e
soprattutto l’obiettivo di questa liquidità finanziaria dei servizi
segreti: far arrivare soldi a chi in qualche modo è vicino o dà una mano
all’attività dei servizi. Si tratta dei cosiddetti agenti di influenza (“attività
condotta da soggetti, statuali o non, al fine di orientare a proprio
vantaggio le opinioni di un individuo o di un gruppo”; definizione vaga, o comunque vasta, che inquadra ambiti tipici della politica).
Tra questi, è scritto testualmente, una tipologia di influencer davvero particolare: “Ci
sono giovani autori e registi di fortunatissimi programmi di
infotainment di tv nazionali private, conduttori di trasmissioni di
successo sulla radio pubblica, fumettisti vicini al mondo dei centri
sociali”. Cominciano così ad essere più chiare le motivazioni di
alcune “sovraesposizioni” o, al contrario, omissioni e rimozioni nel
sistema informativo del nostro paese. Del resto il caso dell’agente
Betulla (l’ex vicedirettore di Libero, Farina, ndr) non è ancora finito nel dimenticatoio.
Quindi si conferma l’attenzione dei
servizi segreti verso soggetti che hanno il compito di “influenzare”
l’opinione pubblica tramite i talk show o trasmissioni. Naturalmente in
cambio di una munifica ricompensa monetaria. L’inchiesta del Sole 24 Ore si
guarda bene dal rivelare i nomi di questi beneficiari dei finanziamenti
dei servizi segreti nel mondo dei media adducendo difficoltà (anche se
dai dettagli si capisce che ne sono perfettamente a conoscenza tramite
documenti “letti in chiaro”), ma la loro funzione emerge in modo
piuttosto esplicito. Le allusioni dell’articolo del Sole 24 Ore
ad ambienti vicini ai centri sociali hanno visto già il chiarimento
pubblico dell’autore di fumetti, Claudio Calia, il quale ha spiegato di
aver solo fatto un lavoro retribuito per un comune dell’Alto Vicentino
per una iniziativa che aveva anche il patrocinio del Ministero degli
Interni e non altro.
Occorre evitare come la peste la logica
del sospetto indiscriminato, che ha la storica funzione di seminare
tensioni, disgregazione, divisioni e recriminazioni che aumentano le
difficoltà di ricomposizione di un fronte di classe; ma occorre smettere
di essere ingenui e fare altrettanta attenzione proprio a quegli agenti
di influenza – nei media e non – che operano per creare tensioni,
disgregare, dividere, disorientare e alimentare recriminazioni infinite,
che ritardano o ostacolano i possibili processi di avanzamento del
conflitto sociale e di una sua espressione politica organizzata e non
strumentalizzata dai fascisti, che proprio sui media sembrano ormai
godere di una stagione di straordinaria attenzione.
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