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giovedì 17 novembre 2016
Ancora regali alle imprese...Il bonus produttività
L'economia stagna, la ripresa non c'è, i divari sociali ed economici
sono sempre piu' grandi, sullo sfondo delle elezioni Usa che potrebbero,
con il protezionismo, mettere in discussione le politiche di austerità
di stampo tedesco, il Governo Renzi cosa fa? Decontribuzione alle
imprese, sgravi e coinvolgimento "paritetico" dei lavoratori e delle
lavoratrici nell’organizzazione del lavoro. E' l'ultima idea del Governo
che potrebbe scaturire in un emendamento alla legge di Bilancio, la
prospettiva non è certo nuova, ossia l'ennesimo sgravio contributivo per
le aziende. Ma la novità sono questi cosiddetti i comitati paritetici
che puzzano di concertazione 2.0. Sgravi nella attuale manovra di
bilancio ne esistono già , per esempio dal 2017 è previsto un tetto di
3mila euro per i premi di produttività con detassazione al 10%. Ma
l'obiettivo del Governo è ancora più ambizioso, mettere in soffitta e
archiviare la contrattazione sindacale favorendo accordi paritetici tra
impresa e sindacato (accordi al ribasso che intensificheranno i ritmi
produttivi) in presenza dei quali il tetto passa da 3 a 4 mila euro Ma
la strategia del Governo non finisce qui e se fino ad oggi il limite
individuale del reddito era di 50 mila euro , un domani sarà di 80 mila,
giusto per coinvolgere nella pacificazione sociale anche l'area dei
quadri Le conseguenze potrebbero essere nefaste, anzi senza dubbio lo
saranno: Una parte saliente di salario sarà indirizzata ad incentivare
il secondo livello, la parte stabile del salario (quella determinata dai
contratti nazionali) è destinata a soccombere sotto i colpi della
premialità L'azienda deve solo coinvolgere i lavoratori e allearsi con
il sindacato , concludere un accordo finalizzato all'incremento della
produttività e a parametrare le retribuzioni in base ai risultati. In
questo modo i salari diventano una variabile dipendente dai profitti e
il sindacato cogestore dello smantellamento dei contratti nazionali a
favore di quelli di secondo livello. La motivazione in più per
proseguire su questa strada sarà la decontribuzione, alla fine ai
lavoratori diranno che questo sistema è conveniente (per le imprese
ovvio) e magari si ricorrerà alla retorica del merito e dell'individuo
tanto cara a Renzie per trasformare i lavoratori nei becchini dei loro
stessi diritti. Non sappiamo ancora cosa succederà con la prossima Legge
di Bilancio ma di sicuro, al di là delle cifre, che sia 4mila euro il
tetto per la detassazione del salario di produttività in caso di
partecipazione o 3 mila nel caso in cui la partecipazione non ci sia,
bisogna comprendere la direzione e la finalità di queste politiche
Abbiamo già spiegato il depotenziamento del contratto di primo livello e
lo stravolgimento ulteriore, e finale, del ruolo sindacale, c'è solo da
capire se in questa ottica si muoveranno le imprese con altrettanta
velocità del Governo visto che a settembre 2016 erano solo 15mila i
contratti di secondo livello, aziendale o territoriali, che includevano i
premi di produttività, e di questi meno di 1500 con i piani di
partecipazione. Il motivo? Molte aziende preferiscono alla concertazione
2.0 una conflittualità visto che la normalizzazione sindacale non è
ancora terminata e ci sono invece segnali continui di lotte e di rifiuto
degli accordi al ribasso E questi segnali vanno potenziati nei prossimi
mesi per evitare di trovarsi con un salario di secondo livello a farla
da padrone, salari diversificati, zero diritti, tutele collettive
ridotte ai minimi termini e i sindacalisti nel ruolo di controllori e
garanti della produttività e dei profitti aziendali.
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