martedì 17 febbraio 2015

Tutta ‘La verità sul piano Kalergi’, alla radice dell’europeismo contemporaneo

L’Europa della Troika, dell’austerità, del debito e della burocrazia; l’Europa delle banche, quelle commerciali, private, e quella centrale di emissione, private anch’essa; l’Europa fredda, senza passioni, valori, costituzione, l’Europa di nominati e non eletti, se mai la rappresentanza elettorale potesse essere considerata sinonimo di vera partecipazione; l’Europa a due velocità, quella sempre prona all’atlantismo come dimostra la tragica situazione ucraina; l’Europa invasa e senza identità, quella del relativismo e della decadenza… in questa carrellata degli orrori potremmo andare avanti a lungo.
Ma tutto questo avviene ad opera di chi? Quando nasce e perché? I movimenti euroscettici si fermano al contingente, non hanno una visione d’insieme, non scorgono gli ampi disegni e così non riescono ad incidere.
Questo libro, saggio storico-filosofico tutto rivolto all’attualità, colma una lacuna enorme. Il primo libro in Italia e il secondo in assoluto ad esaminare in profondità attori, fatti e misfatti dal 1920 ad oggi, “La verità sul piano Kalergi” rivela ciò che coscientemente è stato celato ai popoli e agli individui circa la natura di questa Europa.
Il conte Kalergi, mente di rilievo ma anche inconsapevole (?) pedina è la figura di spicco di questa costruzione artificiale. Con lui e tramite lui agiscono poteri nascosti, che in un piano dettagliato e tramite un’opera paziente forgiano, anche nella teoria, una nuova élite, un nuovo stile di vita, che in parte è già in atto e in parte deve ancora completarsi.
Il testo di Kalergi “Praktischer Idealismus”, mai tradotto in italiano e praticamente reso introvabile, cancellato dalla storia, è al centro di questa riflessione, così come la sua “applicazione” socio-politica. I risultati di tale analisi sono tanto spiazzanti e preoccupanti quanto indubitabili dal punto di vista storico.
Si tratta di una lettura scomodissima, nella quale tutti i caratteri di questa Europa emergono col loro vero volto, quello di strumenti di una dominazione occulta. Alla luce di queste scoperte l’Europa odierna si configura come elemento centrale del mondialismo. Gli sconfitti, manco a dirlo, sono i popoli europei, nemmeno convocati al tavolo al quale si gioca il loro destino.

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