domenica 8 febbraio 2015

Isis, il Pentagono pensa di inviare truppe di terra

Contravvenendo alla dottrina “no boots on the ground” (nessun soldato sul terreno) finora propugnata da Barack Obama, i vertici del Pentagono stanno raccogliendo tutte le informazioni possibili sulle difese di Isis a Mosul. Questo per decidere se raccomandare al presidente l’invio di un contingente al fianco dell’esercito iracheno per riconquistare la seconda citta’ del Paese, la prima che i jihadisti conquistarono a giugno. Lo riferisce la Cnn, citando fonti del Centcom (il comando centrale Usa che cordina le azioni contro Isis in Iraq e Siria) secondo il quale la tempistica vedrebbe l’inizio dell’assalto ad aprile.
Intanto sono 26 in tutto i nuovi attacchi aerei sferrati dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro le postazioni dello Stato Islamico tra Siria e Iraq nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il comando congiunto alleato di Washington, secondo cui quindici sono stati i raid in territorio iracheno, concentrati su Mosul, Kirkuk, Tal Afar, Qaim e Makhmour, mentre undici quelli sul nord siriano, e in particolare nove nei dintorni di Kobane, al confine con la Turchia.
isis-usa
soldati USA tra i jihadisti

Qualla di oggi e’ stata la terza giornata di raid aerei giordani contro obiettivi dello Stato islamico, in rappresaglia per l’esecuzione del pilota Muad Kasasbeh, arso vivo dai miliziani sunniti. La tv di Stato di Amman ha riferito che i caccia hanno colpito “basi del gruppo terroristico”, alcune delle quali nella citta’ siriana di Raqqa, roccaforte degli jihadisti.
Lo Stato islamico aveva annunciato ieri che in uno dei raid giordani a Raqqa era stato colpito l’edificio in cui era tenuta prigioniera la cooperante americana, Kayla Mueller, che sarebbe rimasta uccisa. La notizia non ha tuttavia trovato conferme e i miliziani non hanno fornito prove della morte dell’ostaggio.
Intanto gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso d’inviare in Giordania un intero gruppo di volo costituito da un numero imprecisato di caccia-bombardieri F-16, che vi rimarranno di stanza per “assistere il Paese fratello” e contribuire cosi’ agli attacchi aerei di Amman contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria e in Iraq: lo ha annunciato il principe Mohammed bin Zayed al-Nahayan, erede al trono di Abu Dhabi e numero due dello stato maggiore interforze federale, citato dall’agenzia di stampa ufficiale ‘Wam’.

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