Soltanto un paio di giorni fa Matteo Renzi annunciava “segnali di
ripresa timidi ma interessanti, dai macchinari fino a previsioni Pil.
Avanti con riforme, ridiamo fiducia a italiani”.
In primo luogo, richiamare le previsioni del Pil, quando queste sono state sempre sbagliate dal 2011, è una truffa intellettuale bella e buona.
In secondo luogo, il presunto rilancio dell’occupazione è stato dimostrato attribuibile soltanto agli “scoraggiati” che non studiano e non cercano più lavoro, mentre le retribuzioni toccano il minimo storico.
Infine, vox populi, vox dei: gli Italiani si sono fin troppo chiaramente espressi, nell’ultimo Rapporto Italia di Eurispes, in materia di percezione della fantomatica “ripresa” in corso, chiedendo a gran voce l’uscita dall’Euro.
Da un anno e mezzo documentiamo, a cadenza mensile, la relazione tra consumi elettrici e Pil, scoprendo che il semplice indicatore elettrico è quanto mai affidabile per stimare non solo le tendenze correnti dell’economia reale ma anche quelli immediatamente successivi, nonché per confrontare le tendenze delle diverse economie nazionali.
Con i dati di gennaio 2015 a disposizione, rinnoviamo l’analisi, esposta questa volta in modo un po’ diverso: nel grafico a fianco sono mostrate le serie delle variazioni dei consumi e del prezzo industriale dell’elettricità, formato sul mercato elettrico, in ciascun mese a partire da gennaio 2012, riferite in percentuale allo stesso mese dell’anno precedente.
È immediatamente evidente che non solo i consumi elettrici (serie in basso) sono diminuiti ogni mese, anno dopo anno, dal 2012 in avanti, ma che anche l’ultimo dato di gennaio 2015 è negativo, sia pur leggermente. Nessuna ripresa, quindi.
Di più, dalla seconda metà del 2012 i prezzi industriali dell’elettricità sono costantemente diminuiti, in una spirale deflazionistica che è proseguita ininterrottamente fino al mese appena trascorso, in cui il prezzo medio dell’elettricità è risultato del 14% inferiore rispetto al gennaio 2014. Il fatto che a fronte di prezzi decrescenti il consumo elettrico non solo non aumenti ma continui a diminuire restituisce un quadro sconsolante di un’economia reale strangolata nella spirale deflazionistica, insensibile alle patetiche dichiarazioni del presidente del consiglio.
In primo luogo, richiamare le previsioni del Pil, quando queste sono state sempre sbagliate dal 2011, è una truffa intellettuale bella e buona.
In secondo luogo, il presunto rilancio dell’occupazione è stato dimostrato attribuibile soltanto agli “scoraggiati” che non studiano e non cercano più lavoro, mentre le retribuzioni toccano il minimo storico.
Infine, vox populi, vox dei: gli Italiani si sono fin troppo chiaramente espressi, nell’ultimo Rapporto Italia di Eurispes, in materia di percezione della fantomatica “ripresa” in corso, chiedendo a gran voce l’uscita dall’Euro.
Da un anno e mezzo documentiamo, a cadenza mensile, la relazione tra consumi elettrici e Pil, scoprendo che il semplice indicatore elettrico è quanto mai affidabile per stimare non solo le tendenze correnti dell’economia reale ma anche quelli immediatamente successivi, nonché per confrontare le tendenze delle diverse economie nazionali.
Con i dati di gennaio 2015 a disposizione, rinnoviamo l’analisi, esposta questa volta in modo un po’ diverso: nel grafico a fianco sono mostrate le serie delle variazioni dei consumi e del prezzo industriale dell’elettricità, formato sul mercato elettrico, in ciascun mese a partire da gennaio 2012, riferite in percentuale allo stesso mese dell’anno precedente.
È immediatamente evidente che non solo i consumi elettrici (serie in basso) sono diminuiti ogni mese, anno dopo anno, dal 2012 in avanti, ma che anche l’ultimo dato di gennaio 2015 è negativo, sia pur leggermente. Nessuna ripresa, quindi.
Di più, dalla seconda metà del 2012 i prezzi industriali dell’elettricità sono costantemente diminuiti, in una spirale deflazionistica che è proseguita ininterrottamente fino al mese appena trascorso, in cui il prezzo medio dell’elettricità è risultato del 14% inferiore rispetto al gennaio 2014. Il fatto che a fronte di prezzi decrescenti il consumo elettrico non solo non aumenti ma continui a diminuire restituisce un quadro sconsolante di un’economia reale strangolata nella spirale deflazionistica, insensibile alle patetiche dichiarazioni del presidente del consiglio.
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