domenica 20 luglio 2014

FUORI TEMPO MASSIMO

In questo post intendo descrivere con grande semplicità la situazione italiana, alla luce degli accadimenti internazionali e delle grandi manovre geopolitiche.
Gli euroservi filo-atlantici hanno vinto e stravinto nel nostro paese, che tengono saldamente in pugno e nessun aiuto esterno, tale da invertire la direzione di marcia, sembra concretarsi.
Procedendo con un po’ di ordine, all’interno del paese notiamo che:
1) Le europee hanno consacrato Renzi nuovo Quisling “sine die” di globalisti ed eurocrati, l’agente del grande capitale finanziario internazionalizzato che ha il compito di “fare le riforme che il paese aspetta”, cioè di svendere patrimonio pubblico e aziende, demolire ancora un po’ il mercato interno, indebolire la struttura produttiva ed espropriare definitivamente il lavoro dei diritti. Con il quaranta per cento dei voti espressi, Renzi e i suoi scagnozzi potranno anche sterminarci tutti. Tanto, sono “legittimati dal voto popolare”.
2)Il pd ha saldamente in mano le istituzioni e buona parte dei centri di potere. I suoi alleati (collaboratori dei collaborazionisti, o servitori dei servi se si preferisce) sono deboli comprimari, come la ncd alfaniana, se non attori inconsistenti, nel caso di scelta civica, o condannati a un pieno e irreversibile declino, come nel caso di Berlusconi e forza Italia.
3) L’opposizione non esiste, perché m5s mostra di voler saltare sul carro del vincitore “partecipando” alle riforme, in sostituzione di forza Italia, e la lega tende all’accordo, rendendosi disponibile a votarne alcune in parlamento. Non consideriamo neppure sel, che sarà in parte fagocitato dal pd.
4) Gli indicatori della situazione economica e sociale, già negativi, volgono ancor di più al brutto, perché continua l’applicazione delle politiche volutamente recessive ordinata dalla bce, consigliata dal fmi e imposta dai “mercati finanziari”. Il debito pubblico raggiunge il picco di 2.166 miliardi di euro, mentre la pressione fiscale, già insostenibile, è destinata ad aumentare (per non parlare della disoccupazione). Segno che la tanto conclamata crescita è molto meno importante del rigore contabile, da mantenere ad ogni costo. Le fandonie propagandistiche di Renzi su crescita e allentamento del (o flessibilità nel) rigore lasciano il tempo che trovano. Continua come incubo il “sogno europeo”.
5) Non vi è la ben che minima traccia, in questo paese, di una vera protesta politica e sociale, poiché la presenza di m5s, unitamente all’idiotizzazione mediatica sempre più spinta della popolazione, non lascia spazi al sorgere di un’alternativa reale, capace di aggregare e mobilitare le masse.
Se consideriamo la situazione internazionale, non abbiamo di che stare allegri. L’offensiva globalista, che si serve degli usa, della nato, dei mercenari e addirittura degli estremisti islamici è in pieno corso, in diverse parti del mondo. Il “soft power” obamiano significa, nel concreto, destabilizzazione d’interi paesi con le armi e l’uso di mercenari, generando guerre civili e “conflitti a bassa intensità” che fanno strage di civili e d’innocenti. Ucraina, Siria e Iraq sono testimonianze chiare, in proposito. Inoltre, resta insidiosamente aperta la questione israelo-palestinese. A livello internazionale, notiamo che:
a) In Ucraina si sta giocando una partita importantissima per il controllo del continente europeo con la Federazione Russa e, almeno per ora, la triade del male usa-nato-ue sembra avere la meglio. In Ucraina orientale e nel Donbass i mercenari (guardia nazionale ucraina, pravi sektor, una parte dell’esercito) sono all’attacco, la popolazione subisce bombardamenti, i profughi si moltiplicano e così le provocazioni nei confronti della Russia, con ordigni esplosivi che cadono oltre il confine. La prudenza russa è dettata dal fatto che la stessa potenza antagonista degli usa (e dei globalisti occidentali) è dipendente dal gas, che deve vendere anche in Europa, ma anche dalla necessità di evitare un pericoloso conflitto che potrebbe allargarsi e imporre l’uso di armi non convenzionali. L’impressione è che la triade del male, con l’azione armata dello stato-canaglia ucraino, voglia anzitutto provocare l’esodo della popolazione russofona. Non è escluso, però, che gli usa – e soprattutto i globalisti occidentali che li manovrano – intendano spingere in là le provocazioni fino a far scoppiare un conflitto nucleare con la Russia, convinti di vincerlo con il primo colpo. Vanificando, poi, con l’uso degli scudi antimissile la successiva risposta. Questa è la cosa più terribile in assoluto, per tutti noi.
b) In Siria l’esercito di Assad ha guadagnato un po’ di terreno, negli ultimi mesi, riconquistando città importanti come Homs, contro uno schieramento armato di tagliagole infiltrati e d’insorti prezzolati che si combattono a vicenda, senza un reale sostegno della popolazione. Bashar al-Assad nel giugno di quest’anno è stato riconfermato presidente con il consenso di oltre i due terzi dei siriani, nonostante la criminalizzazione operata nei suoi confronti dai media internazionali. Ma anche in Siria la guerra continua, la vittoria contro le forze del male sembra ancora lontana e altre azioni destabilizzanti, americano-islamosaudite-sioniste, sono molto probabili nei prossimi mesi.
c) L’avanzata dello stato islamico in Iraq, fino a un’ottantina di chilometri da Bagdad, può essere letta come una manovra ai danni della Siria resistente e dell’Iran, che darà la possibilità di attaccare la Siria da oriente e di sancire la definitiva frantumazione dell’Iraq. L’esercito irakeno sembra essersi dissolto, gli aerei da combattimento mancano, ma è proprio questo il risultato che gli americani volevano ottenere, non addestrando e supportando adeguatamente le truppe irakene, non fornendo i vitali F16 e non intervenendo militarmente contro l’isis, che possiamo considerare, sia pur indirettamente, una loro “creatura”.
d) La situazione a Gaza ridiventa esplosiva, con la possibilità di un attacco terrestre israeliano. Nonostante le brevi tregue, umanitarie o meno, c’è la possibilità che la vicenda israelo-palestinese aggravi la situazione in Medio oriente, con rischi di allargamento del conflitto. Hamas non cederà e neppure israele, per cui l’attacco terrestre, annunciato da qualche giorno ma non ancora partito, sembra abbastanza probabile.
e) In Francia il tremebondo euroservo Hollande, è ancora alla presidenza della repubblica, nonostante gli scandali, il biasimo dei francesi e la sconfitta alle europee. Il Front National non sembra in grado, da solo, di dare una spallata decisiva anticipando le presidenziali del 2017. In Gran Bretagna, Farage del UKIP è stato colpito da uno scandalo giudiziario e il referendum per l’uscita dalla ue non c’è ancora.
In conclusione, tutti i fattori endogeni ed esogeni sopra elencati ci fanno capire che la speranza di salvarsi per l’Italia non c’è, e che siamo ormai “fuori tempo massimo”. Il nemico ha vinto in Italia, ma soprattutto sta vincendo nella dimensione geopolitica planetaria, o almeno in Europa e in Medio oriente. Putin va in Brasile per l’incontro dei BRICS, che unendosi in modo più stretto potrebbero contrastare il disegno geopolitico globalista-occidentale, ma nega che Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica potranno costituire una vera e propria alleanza militare. Nonostante tutto, il dollaro è ancora la moneta chiave e gli usa il prestatore di ultima istanza nel mondo. Per quanti anni ancora? Comunque sia, per noi, in Italia, è già troppo tardi.
Renzi e il pd, a fronte di una clamorosa e persistente passività della massa rimbecillita, gestiranno allegramente il disastro finale, vendendolo come “le necessarie riforme” per l’ammodernamento del paese. In fondo, i collaborazionisti piddini svolgo una funzione simile a quella dei mercenari pravi sektor, di cui si serve lo stato-canaglia ucraino al soldo della nato, o a quella degli armati dello stato islamico utilissimi agli islamosauditi ancora gonfi di petrodollari e agli usa. Sì, perché il padrone, o almeno il remoto manovratore, è sempre lo stesso, uguale per tutti, si tratti di collaborazionisti piddini, oppure di esaltati neonazi pravi sektor, o di stragisti dello stato islamico.

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