I partiti sparano le ultime cartucce della campagna elettorale per le
europee per assicurarsi che il proprio messaggio arrivi anche ai
dubbiosi, a tutti coloro che propendono tra l’astensionismo ed un voto
di protesta. Niente di nuovo, siamo alle vecchie tecniche
elettoralistiche che sostanzialmente sono quelle di falsificare la
realtà e promettere sviluppi positivi, rilancio dell’economia,
assistenza sociale per tutti, niente nuove tasse, in caso di vittoria
della propria lista.
Quello che cambia rispetto alle altre campagne è che il partito filo
governativo d’eccellenza, il PD, si sforza di presentarsi con facce
nuove, giovani e accattivanti. Nessuno che sia compromesso con la
vecchia gestione. Il fenomeno politico dell’anno, se ci fosse un
concorso a premi, bisognerebbe darlo al fiorentino, Matteo Renzi, senza
alcun dubbio. Il soggetto si è dimostrato ben all’altezza di una
colossale campagna di marketing che è stata per lui confezionata dai
suoi consulenti. Ha girato tutte le
principali piazze e si è presentato in una miriade di scuole, al nord
come al sud, per dare la sensazione che la scuola sia il suo interesse
prioritario, piuttosto che non l’omologazione delle normative del lavoro
nel sistema italiano alle regole dettate dalle centrali di potere
sovranazionale a cui Renzi fa riferimento.
I suoi discorsi sono conditi con la impellente necessità dichiarata
di procedere con le riforme anche se dentro questa magica parola
“riforme” sono contenuti tutti i programmi più deleteri per l’interesse
nazionale e per i diritti dei cittadini: dal “Jobs Act” alle
privatizzazioni, alla svendita del patrimonio pubblico, ammodernamento
della pubblica amministrazione con tanto di licenziamento del personale
in esubero, sotto l’occhio vigile dell’incaricato del FMI, dr.
Cottarelli. Non è più possibile dire : c’è lo chiede l’Europa” visto che
ormai questo refrain è divenuto impopolare. Questo viene piuttosto
sostituito da Renzi con il “facciamolo per i nostri figli”che ha più presa sull’opinione pubblica. Se volesse dire la verità agli italiani, il fiorentino dovrebbe dire: facciamolo per le banche,
le grandi banche internazionali che hanno in cassaforte i nostri titoli
pubblici, lucrano sugli interessi e vogliono essere garantite contro
qualsiasi strappo. Facciamolo per i mercati che ci
guardano e, se deviamo dal nostro percorso, sono pronti a manovrare
sullo spread e sul nostro rating per ridurci all’ordine. Facciamolo per la Germania che
possa continuare a godere dei vantaggi del sistema euro sulle spalle
dei paesi come l’Italia e gli altri paesi del sud Europa.
L’importante è presentarsi come “innovatori” anche se non sempre è
comprensibile quale sia il livello di innovazione sostanziale rispetto
allo schema già consolidato della subordinazione del governo ai
potentati finanziari ed alle centrali di Bruxelles e Francoforte,
esattamente quelli che ne hanno deciso la nomina. L’innovazione si può
fare sempre che sia quella richiesta dai Van Rompuy e dai Barroso, con
il piano finanziario che sia accettato dalla BCE e dalla Commissione
Europea, senza intaccare le norme dei trattati vincolanti che sia quello
di Lisbona, di Mastricht, il Fiscal Compact.
Renzi ha avuto ultimamente a suo favore una dichiarata e sperticata
dichiarazione di fiducia dal patron di Repubblica/L’Espresso ( il vero
partito politico determinante che detta la linea al PD) Eugenio
Scalfari, il fiduciario del finanziere De Benedetti, uno dei personaggi
italiani più importanti della finanza internazionale. Lo stesso appoggio
ha ricevuto da George Soros, altro esponente di punta del mondo
finanziario della Elite di potere.
Questo può bastare a far sentire Renzi come politico che gode di
appoggi determinanti e che deve non deludere i suoi sponsor. Per
adempiere al suo compito Renzi deve soltanto parlare dalle TV e sulle
piazze, deve presentarsi come nuovo, giovane e moderno, american style,
deve promettere riforme, rassicurare i dubbiosi ed illudere su una
prossima ripresa (anche se non si vede), niente di più di quello che
deve fare qualsiasi personaggio di facciata, attirare i consensi della
massa dell’elettorato fedele da sempre al PD e possibilmente qualcuno in
più anche fra i delusi del centro destra, al resto penseranno gli
altri, a cominciare dal ministro Padoan, vero uomo di punta del governo
in stretto collegamento con gli ambienti di Bruxelles e del FMI. Sarà
lui a decidere, d’accordo con Oly Rehen e gli altri commissari europei,
sulla prossima manovra finanziaria. Renzi deve solo tenere tranquillo
l’elettorato del PD, attirare nuovi consensi e troveranno il modo di
giustificare i nuovi tagli e le nuove tasse in base all’emergenza e ”
per senso di responsabilità”, ci diranno di sicuro.
Renzi con il suo nuovo governo non ha avuto necessità neanche di
scegliersi persone preparate e competenti, sarebbero state superflue,
visto che le decisioni sono tutte prese all’esterno, ha privilegiato
l’immagine, giovani belle ed accattivanti (Berlusconi ha fatto scuola).
Infatti agli esteri ha messo una ragazza come la Mogherini, brava e di
bell’aspetto, ma senza esperienza, salvo come ha dichiarato, “aver
fatto l’erasmus” quando era studentessa. Tanto a cosa servirebbe
l’esperienza quando il compito che gli hanno assegnato è quello di
leggere e ripetere diligentemente le veline che gli vengono passate dal
Dipartimento di Stato di Washington (grande sponsor del fiorentino),
come accaduto in occasione della crisi in Ucraina ove ha dichiarato che
“i referendum della popolazione russofona sono illegittimi”.
L’Italia non ha certo bisogno di un Lavrov (ministro degli esteri
russo) per dirigere la politica estera, abbiamo il vantaggio che la
nostra politica estera è già diretta in toto dagli USA, volete mettere
la comodità?
L’altro argomento forte che ci viene scodellato ogni giorno in questa
campagna per le europee è quello del nostro esimio Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, per nulla scalfito dalle
rivelazioni ormai confermate e riconfermate da personaggi esteri quanto
al suo ruolo di garante nell’attuazione del golpe finanziario del 2011,
ogni mattina si sveglia e lancia un monito sul rischio di “dare spazio ai populismi” e
sulla necessità di ossequiare l’eurocrazia. Incredibile questo
personaggio, soltanto noi abbiamo il privilegio di averlo come supremo
garante (dell’oligarchia finanziaria). Sembra quasi di vivere una
commedia del grande Eduardo De Filippo dove uno dei personaggi ,
l’anziano nonnetto seduto sulla sedia, quasi addormentato e coperto da
scialle, si alza a scena aperta e lancia un proclama. “Nonno stai
tranquillo” gli rispondono in famiglia, “la guerra è finita”.
Sarebbe da ridere se la situazione non fosse drammatica con un paese
in ginocchio, come ci ricordano le statistiche, con le aziende
manifatturiere che delocalizzano, le piccole imprese che chiudono a
migliaia per l’impossibilità di lavorare con questo fisco e con questo
euro, milioni di disoccupati e famiglie in miseria in fila alla Caritas
per un pasto gratis, una situazione da dopoguerra che non si era mai
vista in tempo di pace.
La propaganda vuole far credere agli italiani che la crisi dipenda
dal fatto che non si sono fatte le riforme e che abbiamo troppa evasione
fiscale, naturalmente quella dell’idraulico, del pizzaiolo o del
ristoratore. Delle banche e delle grandi multinazionali che frodano
tranquillamente il fisco, si evita di parlare, dei potentati finanziari
che hanno imposto il debito creato dal sistema finanziario dell’usura,
non è opportuno discutere. Dello Stato italiano che, privato di ogni
sovranità, è costretto a prendere a prestito una moneta straniera e su
questa pagar fior di interessi a favore delle grandi banche, non è
consentito dibattere in TV. Meglio parlare delle grandi riforme promesse
da Renzi. Anche la RAI e tutti i grandi mezzi di informazione
continuano a martellarci, con spot (pagati con il canone) ed interventi
di opinionisti a libro paga di Bruxelles, sulla necessità di rimanere in
Europa e condividere gli “splendidi traguardi” che questa Europa ci
permetterà di raggiungere in pochi anni, “lo abbiamo visto grazie ma
risparmiateci la presa per i fondelli”, verrebbe da rispondere.
L’oligarchia europea è vigile e non permetterebbe ai cittadini
italiani di deviare dal percorso stabilito dagli eurocrati ; lo hanno
detto chiaramente che ” le decisioni che contano le prendiamo noi, i
popoli europei sono esclusi”. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, le
ultime dichiarazioni di Van Rompuy li dissolvono totalmente. In realtà le elezioni europee serviranno a poco, lo abbiamo già detto
e scritto, il Parlamento europeo non ha poteri sostanziali e tutto
viene deciso da altri organi non elettivi come la Commissione Europea e
il Consiglio d’Europa.Per cui tutta questa frenesia per queste elezioni europee a me non viene.
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