Il Movimento 5 Stelle è uscito oggettivamente ridimensionato dalla appena conclusasi tornata europea.Matteo Renzi ha
ottenuto un risultato strabiliante, arrestando di fatto la marcia
trionfale dei grillini. Come si spiega la debacle di Grillo? Perché,
mentre in Europa spira fortissimo il vento anti-establishment, i cinque
stelle arretrano? Della capacità di Renzi di ipnotizzare le masse abbiamo già detto.
Ora
è il caso di individuare gli eventuali errori commessi dai
pentastellati, di fatto spiazzati dall’improvviso e prepotente arrivo
sulla scena di un personaggio come Renzi, bravissimo nel battere i grillini sul loro stesso terreno.
1) Errori comunicativi. Per quanto fiaccata da una
crisi lunga e snervante, l’Italia di oggi non vive una condizione di
disperazione sociale paragonabile a quella della Germania di Weimar. Per
cui, i toni allarmati, violenti, cupi, tetri e ridondanti, anziché
ottenere l’effetto di rendere i cittadini informati e consapevoli,
finiscono collateralmente con l’inquietare ulteriormente un elettorato
nel complesso svampito, sempre pronto a barattare una dolorosa verità
con una comoda e tranquillizzante bugia. Cosicché, consentendo all’ebetino di giocare tatticamente sulla dicotomia astratta rabbia/speranza,
in pratica lo si invita a nozze. Rivolgo tale appunto tanto ai grillini
quanto a me stesso, spesso sovrastato dal desiderio di denunciare le
malefatte del potere ricorrendo ad immagini forti (“il neonazismo tecnocratico” per esempio), istintivamente avvertite come iperboliche (se non peggio…) dalla maggioranza dei lettori. D’altronde, poiché i massoni reazionari che governano la Ue stanno cinesizzando l’Europa
per tappe, procedendo cioè nella direzione individuata con estrema
lentezza e prudenza, non è semplice per nessuno scorgere fino in fondo i
reali pericoli connaturati al proseguimento acritico di alcune
scellerate linee di indirizzo politico. Così facendo, in conclusione, il
rischio è quello di finire con l’essere percepiti dall’opinione
pubblica alla stregua di un manipolo di esaltati che non meritano alcuna
fiducia.
2) Errori politici. Fino a quando gli avversari si chiamavano Berlusconi e Bersani,
vecchi arnesi della politica indigesti a gran parte dell’elettorato, i
grillini avevano gioco facile nel proporre la palingenesi figlia del cambiamento antropologico,
suggestione ricorrente e primitiva che spinge la moltitudine a credere
che la sofferenza sociale sia causata, non tanto dall’adozione di
politiche sbagliate, quanto dal carattere ontologicamente impuro della
categoria umana che di volta in volta le dispensa. In questa ottica
barbarica, perciò, non importa “cosa si fa” ma “chi fa”. Da qui il passo verso il settarismo è assicurato. Con l’arrivo di Renzi, però, il millenarismo grillino si è afflosciato come un cono gelato a mezzogiorno. Perché? Perché Renzi, leader giovane e senza un passato da farsi perdonare, può abbracciare con successo la retorica grilleggiante forte
del suo piglio fintamente rivoluzionario e decisionista. Né funziona,
in tal senso, il patetico tentativo di demonizzazione personale messo in
atto contro l’ex sindaco ”finito nientemeno che nel mirino della Corte dei Conti”. Ululati ridicoli. “I grillini parlano, io faccio”,
affonda invece la lama nel burro il segretario del Pd, lesto nel
trasformare in gol gli assist involontariamente fornitigli proprio dagli
intontiti grillini.
Sotto il profilo comunicativo, consiglio a Grillo e Casaleggio di abbandonare la retorica da Armageddon che
ha contraddistinto specie l’ultima parte della recente campagna
elettorale. Usare un linguaggio meno truce non significa annacquare la
portata della denuncia. Significa semmai costringere l’interlocutore a
rispondere nel merito delle cose proposte, evitando di offrire al
sistema il pretesto per buttarla in caciara. Denunciare l’imminente
apocalisse la mattina e andare da Vespa la sera non è
poi molto coerente. Non a caso il Movimento 5 Stelle prese più voti lo
scorso anno evitando la televisione. Non ha senso denunciare le
malefatte di un sistema giornalistico bollato come “colluso” e “corrotto”,
per poi legittimarlo partecipando come nulla fosse ai teatrini
allestiti dai soliti talk show. O si cambia narrazione o, a narrazione
invariata, non si va in tv e non si rilasciano interviste. Per quanto
riguarda il secondo aspetto, quello riguardante gli errori politici, mi
limito per ora a sottolineare un aspetto che mi appare fondamentale.
Dato per scontato che sul piano della demagogia più abietta (“casta”, “sprechi”, “corruzione” e “debito pubblico” per capirci), i grillini con Renzi non
la spuntano (Renzi come grillino è più credibile degli stessi grilli),
al Movimento 5 Stelle per restare in vita non rimane che spostare la
competizione su un piano politico più serio e alto. Certo, per tentare
di imporre una linea politica bisogna prima assicurarsi di avercene una...
Nessun commento:
Posta un commento