Contro il
governo di Mister B. fu ordita una trama internazionale per costringerlo al
dimissionamento. Fu vero golpe? Sì e no, diciamo qualcosa di meno ma
anche qualcosa di più.
Fu qualcosa di meno perché B. venne minacciato direttamente e
dopo aver avuto rassicurazioni “patrimoniali” e forse anche
giudiziarie, si accomiatò di sua propria sponte, filando come un
puledrino spaventato; fuga comprensibile per un quadrupede ma non per un
uomo delle istituzioni in posizione eretta.
Del resto, era stato lo stesso Obama, avvicinato dal
Cavaliere al G8 di Deauville in Francia, in maggio, a garantirgli, fuori
protocollo, un salvacondotto: se caschi, caschi in piedi,
disse il Capo della Casa Bianca al nostro Premier. Quindi, gli americani
sapevano sin dall’inizio e, contrariamente a quello che dice Geithner,
non si preoccuparono di non bagnarsi le mani di sangue insieme ai
vertici Ue. Tutt’altro, costoro avevano in mente un tornaconto maggiore
di quello che potesse venirne ai vari Merkel e Sarkozy. Gli Usa sono
abituati a dirigere i giochi e non a farseli imporre da una banda di
grigi burocrati del vecchio continente intenti a studiare misere
macchinazioni da commercialisti.
B., dunque, ormai sapeva di essere accerchiato e di non poter contare nemmeno su suoi che
erano stati associati al vile disegno, pronti a sferrargli una
pugnalata alla schiena. Aver allevato nel suo grembo, nonché portato
alla ribalta della politica e persino salvato dall’oblio dell’elettorato
gente come Frattini, Alfano, Cicchitto, Schifani, Fini ecc. ecc., serpi
in seno da morso improvviso, è stata una dimostrazione aggiuntiva della
sua incapacità di saper leggere negli occhi della gente e di essere in
grado di individuare le persone migliori per la gestione del Paese. Già
questo è un tremendo delitto per un leader politico.
Insomma, B. se la diede a gambe tradendo gli elettori e abbandonando
gli italiani al loro truce destino con una pavidità senza eguali. Un
vero statista non si sarebbe mai piegato a tanta umiliazione solo per
salvarsi il culo.
Il complotto fu però anche qualcosa di più di quanto detto
perché tutta la classe dirigente italiana, da destra a sinistra,
eterodiretta dall’ “ermo colle”, primo garante degli interessi
statunitensi, venne coinvolta nell’infido piano senza che
alcuno osasse non dico ribellarsi ma anche fiatare, al fine di
denunciare siffatta violazione della nostra sovranità. Le conseguenze
della diserzione generale le avremmo viste in seguito. Larghe intese a
cui partecipò l’intero “arco costituzionale”, manovre lacrime e sangue
sottoscritte da ogni partito, furti legalizzati dalle tasche dei
connazionali, svendita dei beni nazionali e perdita di credibilità dello
Stato ad ogni livello, eventi che portano la firma della maggioranza
del Parlamento.
Il golpe è stato tale ma non a danno di B. bensì del popolo italiano.
Il percorso iniziato con Monti e proseguito con Letta è arrivato al
clou con Renzi, al quale è stato affidato il compito di smobilitare e
mettere sul mercato gli assets strategici di Stato. Dopo aver scippato i
contribuenti con l’azione dell’orda tecnocratica si punta a svuotare
l’industria pubblica per sottomettere definitivamente Roma a Washington,
Berlino e Parigi.
Una faccia da bravo ragazzo sta facendo il palo mentre i ladri ci stanno ripulendo la casa.
Nessun commento:
Posta un commento