Con il risultato delle elezioni per il Parlamento Europeo si è avuto
in Europa l’effetto sperato o temuto da molti di una fortissima
affermazione dei partiti e movimenti antieuro come è accaduto in Gran
Bretagna con il 30% dei voti arrivati alla formazione di N. Farage, come
successo in Francia con il 26% dei voti alla Marine Le Pen, un vero
trionfo, divenuto il primo partito del paese transalpino e risultati
simili anche in Austria con l’FPO di Heinz Christian Strache, in
Danimarca, in Ungheria ed in Grecia.
Soltanto in Italia il risultato elettorale ha premiato il primo
partito di maggioranza, il PD di Renzi, che, oltre ad essere partito di
governo, è anche il primo partito filo europeista ed è quello che porta
la responsabilità storica dell’ingresso dell’italia nell’euro nonché di
aver sottoscritto ed aderito a tutti i trattati europei che hanno tolto
ogni sovranità al paese consegnandolo ai voleri dell’oligarchia di
Brucxelles e Francoforte, i trattati che hanno fatto versare centinaia
di miliardi di denaro pubblico alle banche estere, con il pretesto di
contribuire al così detto fondo di stabilità, salva banche (MES/ESM) ed
hanno condannato, con le sciagurate politiche di austerità praticate dai
governi Monti, Letta e Renzi, una generazione alla disoccupazione e
precarietà e migliaia di famiglie alla scivolamento nella miseria.
Nonostante tutto questo, la massiccia campagna di marketing
propiziata al candidato presentato come “nuovo” Matteo Renzi, con il furbo marchingegno di aver
fatto sparire dalla scena i vecchi esponenti politici ormai
impresentabili ed aver messo in prima fila tutte figure giovani e senza
esperienza pregressa, hanno ottenuto il brillante risultato (mai toccato
prima) del 40% dei consensi riuscendo sicuramente ad attrarre anche
parte dell’elettorato deluso dal centro destra.
Il fronte della protesta dei 5 Stelle di Grillo e Casaleggio ha
ottenuto risultati deludenti (il 20% circa) ed ha scontato il fatto di
aver condotto una campagna molto urlata a forza di slogan ma senza
chiari contenuti propositivi ma piuttosto con forme ambigue e
contraddittorie: “usciamo dall’euro? Si, no, facciamo il referendum”,
“vogliamo gli euro bond(?), rivedere i trattati, si forse, dove ci
collochiamo in Europa? Non sappiamo, poi vedremo”. “Vinciamo noi”,
diceva il movimento, ma noi chi? Si chiedevano in molti viste le tante
anime presenti all’interno dei 5 S. Probabilmente è stato poi fatale per
il movimento rivendicare i vecchi totem della sinistra come Berlinguer
(l’autore del compromesso storico), aggregare personaggi discutibili
come Dario Fo e Rodotà ed assimilare tutti i concetti della sinistra
mondialista (immigrazione, ius soli, coppie gay, ecc..). D’altra parte
qualsiasi dissidenza rispetto alla linea ufficiale è stata esclusa e le
espulsioni e le estromissione dei dissidenti hanno fatto il resto con
l’impedire che si formasse un vero dibattito interno sulla linea da
seguire.
Chi ha avuto invece un discreto successo è stata la Lega di Salvini
(6,5%) che ha condotto una campagna intelligente tutta protesa a
richiedere l’uscita dall’euro, il ripudio dei trattati, il blocco
dell’immigrazione di massa, la firma dei referendum contro la legge
Fornero, la legge Merlin e gli altri. Salvini ha fatto la scelta giusta
aggregandosi al fronte della marine Le Pen che si è dimostrato vincente
in Europa e dichiarandosi di voler fare fronte comune nonostante le
differenze fra i due movimenti. Salvato un partito che, per causa degli
errori fatti e degli attacchi subiti, stava per scomparire.
Alla fine dei conti, facendo il bilancio di queste elezioni ,ci
troviamo in Italia, unico paese in Europa, con una grande massa di gente
che vorrebbe esprimere protesta e disagio e che ha trovato un canale
“otturato” e senza sbocchi che si è dimostrato essere quello del
movimento di Grillo e del Casaleggio che, nonostante gli entusiasmi
suscitati e i tanti ragazzi dalla faccia pulita che si sono dedicati a
fare campagna politica per il movimento, non ha ottenuto altro se non di
far rafforzare il fronte governativo pro euro e pro eurocrazia.
A questo punto sorge però un dubbio, conoscendo le frequentazioni
dell’ambiente finanziario del dr. Casaleggio e delle sue
compartecipazioni nei club esclusivi dell’elite finanziaria come quello
di Cernobbio: non sarà che sia stato proprio questo l’effetto voluto?
Lasciamo a chi legge il giudizio finale.
Lasciamo a chi legge il giudizio finale.
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