Non bisogna essere spaventati dall’inquinamento elettromagnetico, detto anche elettrosmog: è un prezzo che si paga al progresso e all’innovazione tecnologica. Ma non bisogna neanche stare con le mani in alto, e bastano pochi gesti importanti per autoproteggersi.
Antenne, smartphone, televisori, radio, computer sono i maggiori responsabili di questo cambiamento. Sono tutti elettrodomestici presenti nelle nostre case che producono onde a radiofrequenze di una bassa potenza, che si sospetta possano provocare disturbi nel caso di un’esposizione continua e duratura nel tempo.
“Non bisogna essere allarmisti, l’inquinamento elettromagnetico esiste, ma al momento non ci sono evidenze scientifiche sulla sua nocività – ammonisce Sergio Ferraris, direttore della rivista QualEnergia –. L’equivoco nasce dal fatto che, spesso, l’elettrosmog viene paragonato all’inquinamento radioattivo, ma dal punto di vista fisico si tratta di tutt’altra dinamica. Le onde elettromagnetiche sono energia allo stato puro (al pari dei fotoni non possiedono massa), mentre le sostanze radioattive hanno una massa determinata e emissione energetiche concentrate e puntuale. Se vengono ingerite o se si è in prossimità di una particella radioattiva si verifica un effetto locale molto potente perché è come se ingerissi un radioemettitore. Cosa che invece non accade con i telefonini”.
“Tra l’altro l’Italia – continua Sergio Ferraris – è uno dei Paesi con le norme più restrittive al mondo relative all’inquinamento elettromagnetico. Eppure non ci è vietato usare i telefonini”.
Ecco, dunque, secondo il direttore di QualEnergia, come possiamo difenderci:
Antenne, smartphone, televisori, radio, computer sono i maggiori responsabili di questo cambiamento. Sono tutti elettrodomestici presenti nelle nostre case che producono onde a radiofrequenze di una bassa potenza, che si sospetta possano provocare disturbi nel caso di un’esposizione continua e duratura nel tempo.
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO COS’È
I campi elettromagnetici si propagano sotto forma di onde elettromagnetiche, per le quali la frequenza, che viene misurata in Hertz è il parametro di riferimento. Su questa base, il Ministero dell’Ambiente ha suddiviso l’inquinamento elettromagnetico (o elettrosmog) sulla base della frequenza:- Inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (0 Hz – 10 kHz), in cui rientrano gli elettrodotti che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz
- Inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz – 300 GHz), in cui rientrano gli impianti radio – TV e di telefonia mobile.
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO CONSEGUENZE
“I campi elettromagnetici interagiscono con le cariche presenti nel corpo umano, esercitando forze su di esse, e quindi provocano sempre in qualche misura una risposta, che può tradursi in un effetto biologico. Questo non implica necessariamente un effetto di danno alla salute (o effetto sanitario)” sostiene l’Istituto Superiore di Sanità.“Non bisogna essere allarmisti, l’inquinamento elettromagnetico esiste, ma al momento non ci sono evidenze scientifiche sulla sua nocività – ammonisce Sergio Ferraris, direttore della rivista QualEnergia –. L’equivoco nasce dal fatto che, spesso, l’elettrosmog viene paragonato all’inquinamento radioattivo, ma dal punto di vista fisico si tratta di tutt’altra dinamica. Le onde elettromagnetiche sono energia allo stato puro (al pari dei fotoni non possiedono massa), mentre le sostanze radioattive hanno una massa determinata e emissione energetiche concentrate e puntuale. Se vengono ingerite o se si è in prossimità di una particella radioattiva si verifica un effetto locale molto potente perché è come se ingerissi un radioemettitore. Cosa che invece non accade con i telefonini”.
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO EFFETTI SULLA SALUTE
Gli effetti biologici e sanitari di un’esposizione all’elettrosmog dipendono dunque dalla frequenza dei campi magnetici che li inducono. “Gli unici effetti sanitari accertati sono di natura acuta (e cioè immediati) e si verificano solo al di sopra di determinati livelli (soglie) di esposizione” continua l’ISS. E proprio su questi effetti si basano i limiti di esposizione raccomandati dalle più autorevoli organizzazioni internazionali.“Tra l’altro l’Italia – continua Sergio Ferraris – è uno dei Paesi con le norme più restrittive al mondo relative all’inquinamento elettromagnetico. Eppure non ci è vietato usare i telefonini”.
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO COME DIFENDERSI
“Bisogna agire seguendo un approccio razionale, senza lasciarsi spaventare. Questo nella consapevolezza che bisogna comunque proteggersi e quindi evitare un’esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche o una vicinanza eccessiva a loro” conclude Ferraris.Ecco, dunque, secondo il direttore di QualEnergia, come possiamo difenderci:
- Se potete, non fate installare l’antenna per la telefonia cellulare sul vostro tetto o sui tetti vicini
- Evitate di andare ad abitare vicino a linee elettriche ad alta tensione o ripetitori delle onde radio-TV
- Se si hanno dei dubbi sulla salubrità di impianti per la telefonia ad alta potenza e frequenza installate nei pressi della propria abitazione, interpellare l’Arpa che è obbligata a fare controlli sul rispetto delle leggi italiane
- Usare gli auricolari quando si parla al cellulare
- Spegnere il wi-fi in casa di notte e tutti i dispositivi che ce l’hanno (o allontanarli dal letto dove dormite)
- Mettete in alto l’antenna del Wi-fi (2,5 metri altezza), così sarete già a un metro di distanza dalle onde
- Acquistate sempre apparecchi elettrici a norma
- Riducete al minimo i tempi di esposizione a un’apparecchiatura elettronica
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